Operazione “Fuorigioco”, evasione e false fatture: «Indagati Galliani, De Laurentiis, Lotito, Blanc, Paletta»

Operazione Fuorigioco: sono in corso per ordine della procura di Napoli perquisizioni e sequestri per i reati di evasione fiscale e false fatturazioni. Le indagini della Finanza sono condotte dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai pm Stefano Capuano, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone. Gli indagati sono 64 tra cui molti nomi rilevanti sull’asse Napoli-Torino (sponda bianconera), ma non solo. Da indiscrezioni si apprende del coinvolgimento di personaggi al vertice dei due club e di alcuni calciatori. A Casa Milan la Gdf è arrivata alle otto e mezza di stamane, circa. Una truffa da film, quella che sembra profilarsi dalle indagini, forse in onore del compleanno della prima dimostrazione di televisione di oggi.

LA REAZIONE DEL MILAN

Così il Milan con una nota sul suo sito web

La Procura della Repubblica di Napoli ha ritenuto quest’oggi di notificare ad Adriano Galliani avviso di chiusura delle indagini per una vicenda assolutamente marginale e non fondata, che troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione.

Avv. Niccolò Ghedini
Avv. Leandro Cantamessa

 

INDAGATI PALETTA, NOCERINO E DENIS

C’e’ anche il nome del difensore della Nazionale attualmente in prestito dal Milan all’Atalanta, Gabriel Paletta, tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Napoli sul calcio. Tra i calciatori ancora in attivita’, secondo quanto si apprende, anche il centrocampista del Milan, Antonio Nocerino,l’attaccante dell’Atalanta German Denis,l’ex Pescara Fernando Quintero,l’ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi. Nell’elenco figurano anche i nomi di alcuni calciatori non piu’ in attivita’: oltre a Erman Crespo anche quello di Adrian Mutu e Diego Milito

RADICATO SISTEMA PER EVADERE

L’esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 societa’ calcistiche di serie A e B nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori emerge, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli dall’operazione ‘Fuorigioco’. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano e’ stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

DA COSA E’ PARTITA L’INCHIESTA

L’inchiesta che ha portato ai provvedimenti di oggi nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un “fenomeno generalizzato” nel Calcio italiano, vale a dire la “progressiva ed esasperata” lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l’ipotesi investigativa, avrebbe fatto si’ che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le societa’ a compiere una serie di illeciti fiscali. L’attenzione della procura e della Gdf si è concentrata su diversi aspetti della gestione dei club: dalla ricostruzione dei rapporti tra società, procuratori e calciatori alle modalità di trasferimento di questi ultimi; dall’esame dei contratti alle modalità d’inserimento nei bilanci dei giocatori; dalle operazioni di compravendita e rinnovo alla gestione dei diritti d’immagine e dei diritti televisivi; dall’attività di scouting ai compensi per i calciatori qualificati come ‘fringe benefit’.

COME FUNZIONAVA

I procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l’opera di intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. E’ questo, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, uno dei meccanismi fraudolenti che ha portato a perquisizioni e sequestri nei confronti di societa’ di Calcio di A e B. Inoltre, le societa’, da parte loro – sempre per la Procura – approfittavano dell’indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresi’ della detrazione dell’imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva. In questo modo – si sottolinea – veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un fringe benefit riconosciuto agli stessi dalla societa’ calcistica che si accollava, a vantaggio dell’atleta, anche la spesa per l’intermediazione. In altri termini, l’importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e, di conseguenza, la societa’ calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito loro ascrivibile all’atleta. Alcuni agenti stranieri, di nazionalita’ argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di societa’ ‘schermo’ con sede anche in ‘paradisi fiscali’ distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del Paese di produzione del reddito (Italia) e di quello di residenza fiscale (Argentina), delocalizzavano i proventi derivanti dalle attivita’ professionali. A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi (oltre 12 milioni di euro), la misura patrimoniale del sequestro applicata – dice Piscitelli – ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati.

OPERAZIONE FUORIGIOCO E PARADISI FISCALI

Nell’ambito dell’inchiesta sul calcio coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dalla Guardia di finanza ci si è concentrati anche sulla posizione di alcuni agenti stranieri di nazionalità argentina. Secondo l’ipotesi investigativa questi procuratori “mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l’interposizione di società-schermo con sede anche in ‘paradisi fiscali’, distraendo i compensi ricevuti dalle legittime pretese erariali del paese di produzione del reddito, ossia l’Italia, e quello di residenza fiscale, cioè l’Argentina, delocalizzavano – si legge in una nota del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli – i proventi derivanti dalle citate attività professionali”. Il sequestro di beni pari a oltre 12 milioni di euro eseguito dalle Fiamme gialle rappresenta la quantità di importi ritenuti evasi in maniera fraudolenta al fisco. Il provvedimento restrittivo “ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al fisco dagli indagati”.

CHI SONO GLI INDAGATI

Tra le decine di indagati nell’indagine della procura di Napoli, che ha portato al sequestro di beni per circa 12 milioni, ci sarebbero l’Ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della societa’ partenopea Aurelio De Laurentis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l’ex presidente e Ad della Juventus Jean Claude Blanc. Tra i calciatori, indagati anche ‘il pocho’ Lavezzi e l’ex Giocatore Crespo. Coinvolti, infine, diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi.

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