Primarie Roma 2016, Roberto Morassut: «Candidato? Ci sto pensando»

Roberto Morassut si candida alle Primarie del Partito Democratico che preparano le Elezioni Roma 2016? Ieri l’ex assessore delle giunte di Walter Veltroni è stato tirato in ballo da alcuni quotidiani che davano per certa la sua candidatura: complice, secondo alcune ricostruzioni, una – addirittura – finta agenzia di stampa che sarebbe girata nei canali del Partito Democratico di Roma. Oggi, comunque, il parlamentare chiarisce la sua posizione e la sua situazione: la candidatura esiste, la riflessione c’è, le condizioni per concretizzarla però sono nette.

PRIMARIE ROMA 2016, ROBERTO MORASSUT E’ IN CAMPO? «CI STO PENSANDO, ECCO LE CONDIZIONI »

Giovanna Vitale intervista Roberto Morassut su Repubblica nella Cronaca di Roma.

Non smentisce e non conferma, Roberto Morassut. Limitandosi a un laconico: «Non ho deciso. La mia riflessione continua». La sua corsa alle primarie, che fino a ieri gli uomini e le donne a lui più vicini davano per certa, resta un’opzione forte. «Voglio capire se ci sono una serie di condizioni, non ancora chiarite », scandisce l’ex assessore. Infastidito per uno scherzo tiratogli da un consigliere municipale, che mercoledì ha costruito una falsa nota di agenzia, spedita poi su una chat privata ad alcuni colleghi del Pd, per formalizzare la sua discesa nell’agone. Mai entrata in rete né venuta a conoscenza di Repubblica, che ieri ha anticipato lo scenario di una sua candidatura.

Allora Morassut cosa fa?
«Sto ragionando. Da un lato, in questi ultimi giorni, si è prodotta una forte spinta affinché mi candidi alle primarie per il tipo di battaglie che ho condotto nel partito e per la città, dall’altro ci sono ragioni personali e politiche che mi trattengono».
Partiamo da quelle politiche.
«Intanto non posso essere indifferente al fatto che in campo ci sia una persona, che stimo, sul quale il segretario ha espresso un orientamento».
Teme di entrare in urto con Renzi?
«No, non è questo. Per me le indicazioni del leader hanno un valore e quindi le rispetto».
E allora che cos’è che la frena?
« Esistono alcuni nodi politici ancora irrisolti. Finora si è parlato sempre e solo di nomi, non delle condizioni per svolgere le primarie: innanzitutto occorre sapere se sono di partito o di coalizione, perché secondo me bisognerebbe coinvolgere un arco di forze che vada da Sel ai moderati. Una riflessione troppo sullo sfondo».

Inoltre, afferma Morassut, fare il sindaco di Roma non è esattamente un impegno secondario.

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E poi?
«Che tipo di primarie facciamo? Con quali regole? E soprattutto quali controlli?».
Vuol dire che non si fida dei suoi compagni di partito?
«No. voglio dire che sulle primarie, dato che a Roma abbiamo avuto in più occasioni momenti di non chiarezza, ci sono stati tanti problemi, i gruppi dirigenti si devono impegnare a fissare regole e controlli stringenti».
Allude alle code di rom ai gazebo e alle filiere di potere per raccogliere voti segnalate dalla Madia?
«Le primarie sono una consultazione popolare aperta ed è giusto che siano le più trasparenti possibile».
Passiamo ai motivi personali.
«Il sindaco di Roma è la sesta carica dello Stato. In un mondo in cui tutti si candidano a tutto, una così grande responsabilità impegnerebbe tutta la mia vita. E siccome fare il sindaco non era nei miei obiettivi, non ho mai costruito un sistema di diplomazie di corrente, anzi: l’orribile dinamica delle cordate, io, l’ho sempre combattuta ».

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