Stepchild adoption qual è il significato ?

STEPCHILD ADOPTION SIGNIFICATO

La stepchild adoption (letteralmente: adozione del figliastro) è un istituto giuridico che consente l’adozione del figlio naturale o adottivo del partner da parte dell’altro partner: in generale vale sia per le coppie eterosessuali che per quelle omosessuali, in pratica se ne parla moltissimo perché sopratutto le coppie omosessuali ne fanno uso. Per la tutela dei diritti del bambino, infatti, si dà la possibilità al partner non genitore naturale o legale del figlio del coniuge di riconoscere agli effetti di legge il bambino o la bambina: se il genitore naturale dovesse morire, senza un riconoscimento l’altro partner non avrebbe nessun diritto o dovere nei confronti del bimbo o della bimba; i due, per la legge, sarebbero perfetti sconosciuti.

SEGUI ANCHE: Unioni Civili, niente accordo. La prova del voto sul “supercanguro” | LA DIRETTA (16 Febbraio)

STEPCHILD ADOPTION LEGGE CIRINNÀ

Si parla moltissimo della stepchild adoption in questo momento perché un articolo del disegno di legge sulle Unioni Civili in discussione alla Camera la consente: si parla della Legge Cirinnà, dal nome della sua prima presentatrice (la senatrice Pd Monica Cirinnà) che all’articolo 5 modifica la legge italiana sulle adozioni, inserendo la possibilità dell’adozione del figlio naturale del coniuge anche per le coppie omosessuali unite in unione civile (che la stessa legge, contestualmente, introduce)

All’articolo 44, comma 1, lettera b), della legge 4 maggio 1983, n. 184, dopo la parola: «coniuge» sono inserite le seguenti: «o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso» e dopo le parole: «e dell’altro coniuge» sono aggiunte le seguenti: «o dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso»

 

Secondo i proponenti della legge, questa norma tutelerebbe i bambini nati nell’ambito di unioni omosessuali (magari concepiti tramite la maternità surrogata all’estero, o figli di precedenti unioni di uno dei due partner). In Italia, secondo i dati riportati dall’Ansa, “i bambini con genitori omosessuali sono circa 100.000 secondo alcune stime. I risultati di una ricerca del 2005 condotta da Arcigay con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità, indicano che il 17,7% dei gay e il 20,5% delle lesbiche con più di 40 anni hanno almeno un figlio. Prendendo tutte le fasce d’età, sono genitori un gay o una lesbica su 20”.

STEPCHILD ADOPTION IN ITALIA

In tutto il mondo sono 28 i paesi che consentono l’adozione alle coppie omosessuali: 21 di essi consentono l’adozione pura e semplice alle coppie omosessuali, equiparando queste adozioni a quelle canoniche; ci sono poi sette paesi (Colombia, Germania, Estonia, Croazia, Slovenia, e Australia) che permettono solo l’adozione del partner. In Italia senza l’approvazione della legge Cirinnà la stepchild adoption è permessa in via legale per le sole coppie eterosessuali, mentre sono stati i giudici in alcune occasioni a confermare l’adozione del figlio del partner naturale tramite sentenza: l’ultimo caso, il più recente, è quello del tribunale di Roma che, in sede di Corte d’Appello, ha confermato quanto deciso nel 2014 riguardo una bambina partorita all’estero da una delle due partner di una coppia di donne gay.

La coppia di donne, che vive a Roma dal 2003, ha avuto una bimba all’estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. Il Tribunale dei Minorenni di Roma aveva accolto il ricorso presentato per ottenere l’adozione della figlia da parte della mamma non biologica, appunto la “stepchild adoption”, già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione.

 

Il tribunale, comunque, non ha in questo caso inventato un diritto o scritto una legge, ma ha applicato uno spazio legale che già esisteva nella legge sull’adozione del 1983.

li Tribunale ha accolto il ricorso presentato per ottenere l’adozione della figlia da parte della mamma non biologica. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione. Il ricorso è stato accolto sulla base dell’articolo 44 della legge sull’adozione del 4 maggio 1983, n. 184, modificata dalla legge 149 del 2001, il quale contempla l’adozione in casi particolari. Ovvero “nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l’adulto, in questo caso genitore ‘sociale’, quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo”, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori. 

 

 

STEPCHILD ADOPTION UTERO IN AFFITTO

La stepchild adoption e l’utero in affitto sono la stessa cosa? Assolutamente no: la seconda è la pratica della maternità surrogata, quella per cui una donna si rende disponibile – in alcuni casi e in alcuni paesi dietro un compenso economico – a portare in grembo e dare alla luce un figlio che poi non terrà, magari mediante l’impianto di embrioni: questa possibilità non è prevista in nessun modo nel testo in discussione in Parlamento; la stepchild adoption è invece un dispositivo giuridico, un meccanismo legale, per estendere un diritto che già esiste (figlio naturale, figlio adottivo) ad un soggetto che non può giovarsene (il partner non genitore naturale o legale). I movimenti e i gruppi che lottano contro l’approvazione del DDL Cirinnà argomentano però che, consentendo la stepchild adoption, la legge Cirinnà apra la strada ad un utilizzo oltrefrontiera dell’utero in affitto: potendo ottenere il riconoscimento italiano della maternità o paternità legale nei confronti del figlio del coniuge, molte più coppie potrebbero decidere di utilizzare la pratica dell’utero in affitto in paesi in cui è permesso, per poi farlo adottare dal partner una volta rientrati in Italia.

Share this article