Ilaria Cucchi su Facebook: «Ecco le facce di chi ha ucciso Stefano»

04/01/2016 di Redazione

«Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso. Ora questa foto è stata tolta dalla pagina. Si vergogna? Fa bene». Con questo post pubblicato sul proprio profilo Facebook Ilaria Cucchi accende le luci dei riflettori sul volto di uno dei carabinieri indagati per la morte del fratello Stefano: una provocazione che fa discutere e che arriva dopo la diffusione degli audio choc in cui Anna Carino intercettata al telefono rinfacciava all’ex marito, Raffaele D’Alessandro altro militare sotto inchiesta nel processo bis, di essersi vantato del pestaggio al geometra romano, definito «drogato di merda».

Ilaria Cucchi Facebook

 

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Tantissime le condivisioni, tantissimi i messaggi di vicinanza – «Ti stimo tantissimo per come ti batti. Non smettere di lottare. Tuo fratello merita giustizia», «Sei un modello di forza, integrità e coraggio per molti di noi» – inevitabili anche i commenti di insulti e qualche minaccia al carabiniere immortalato. La stessa Cucchi è intervenuta con un altro post invitando alla calma: «Non tollero la violenza, sotto qualunque forma. Ho pubblicato questa foto solo per far capire la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza. Grazie a tutti». Sulla risonanza mediatica della scelta di pubblicare la foto ha poi aggiunto: «Se fosse stato un comune mortale, cioè non una persona in divisa, non ci si sarebbe posto alcun problema. La cronaca nera e piena di ‘mostri’ rei o presunti tali di efferati ed orrendi delitti sbattuti in prima pagina. Non è uno scatto rubato in violazione della privacy del soggetto ritratto ma è stata addirittura postata dallo stesso sui social network»
– scrive Ilaria Cucchi su Facebook – «Questa foto io non l’avrei mai pubblicata ma l’ho fatto solo perché la ritengo e la vedo perfettamente coerente col contenuto dei dialoghi intercettati e con gli atteggiamenti tenuti fino ad oggi dai protagonisti. Per sei anni si è fatto il processo a Stefano e a noi membri della sua famiglia».

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