Primarie centrosinistra Milano 2016, Giuseppe Sala candidato: «Ncd? Niente alleanza»

22/12/2015 di Redazione

Primarie centrosinistra Milano 2016: Giuseppe Sala sfida Balzani e Majorino per la candidatura a sindaco in vista delle Comunali 2016

Alla fine ha sciolto le riserve. Dopo il “battesimo” e l’intervento – tutt’altro che entusiasmante – alla Leopolda 6, Giuseppe Sala ha confermato la sua partecipazione alle primarie del centrosinistra del 7 febbraio a Milano, in vista delle elezioni 2016 del capoluogo lombardo. La decisione è stata anticipata dall’ex city manager milanese (ai tempi della giunta di centrodestra  Moratti, ndr) con un’intervista al quotidiano La Repubblica: «Mi sono chiesto per mesi, venti volte al giorno, se questa fosse la scelta giusta. Poi ho capito che non era più il momento dei dubbi. E sono sicuro che in questa campagna elettorale la passione mi mangerà». Il lancio ufficiale della candidatura è previsto però con un incontro pubblico al teatro Franco Parenti. Ma sarà soltanto una formalità. Perché Sala ha già deciso che sfiderà ai gazebo Francesco Balzani e Pierfrancesco Majorino. I due candidati che rischiano di dividersi l’elettorato di “sinistra”, spingendo – di fatto – la corsa del commissario Expo. Lo stesso che, nel tentativo di recuperare consensi a sinistra, ha smentito l’ipotesi di allargare la coalizione verso Alfano e gli ex “diversamente berlusconiani“.

GIUSEPPE SALA CANDIDATO PRIMARIE CENTROSINISTRA MILANO 2016 ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Giuseppe Sala candidato primarie centrosinistra per le Elezioni Milano 2016

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PRIMARIE CENTROSINISTRA MILANO 2016, SALA SI CANDIDA E CHIUDE AL NUOVO CENTRODESTRA

Nonostante gli endorsement ripetuti del premier Renzi, Sala ha la necessità di mostrare l’immagine di un candidato unitario, senza etichette. Di certo, non quella del Partito della Nazione, spauracchio della minoranza Pd (e non solo, considerati i timori di renziani “della prima ora” come Richetti, ndr):

«Il Pd è il mio partito di riferimento, ma io sono un esterno che vuole parlare di Milano. Non assocerò mai il mio nome a categorie politiche nazionali, se anche esistessero davvero. Penso, con l’esperienza di questi anni, di poter essere un sindaco che si confronta alla pari con il governo», ha spiegato Sala.

PRIMARIE CENTROSINISTRA MILANO 2016: SALA E L’OMBRA DI PISAPIA

Alle primarie, però, l’uscente Pisapia dovrebbe “sponsorizzare” la corsa della vicesindaco Francesca Balzani. Certo, al momento – in attesa della raccolta delle firme e dell’ufficializzazione da parte dei candidati, ndr – Pisapia prende tempo. Cercando però di evitare che la coalizione uscente venga archiviata. Ma Sala continua a infastidirsi di fronte a chi evoca il tema della possibile discontinuità con l’amministrazione uscente, in caso di sua vittoria:

«Il mio rapporto con Pisapia? Prima di tutto gli sono riconoscente, perché nel 2011 mi ha riconfermato in Expo: non era scontato. Non sono Pisapia vuol dire solo che ho una storia e un percorso professionale diversi, anche se abbiamo un comune sentire su temi come quelli sociali. Ma non ho mai parlato di discontinuità: una delle mie caratteristiche è quella di innovare e non voglio snaturarmi. Chiunque sarà il prossimo sindaco, dovrebbe coinvolgere Giuliano: io lo farei sicuramente».

Già ospite alla Leopolda 6 Sala aveva replicato stizzito sul tema della continuità con quanto fatto dall’amministrazione Pisapia:


Videocredit: Alberto Sofia/Giornalettismo

GIUSEPPE SALA CANDIDATO PRIMARIE CENTROSINISTRA MILANO 2016: BIOGRAFIA E CURRICULUM

Giuseppe Sala, nato a Milano nel 1958, bocconiano, lavorò all’inizio della sua carriera n Pirelli, fino a quando nel 1998 venne nominato amministratore delegato della società Pirelli Pneumatici, poi responsabile delle strutture industriali e logistiche. Voluto da Tronchetti Provera come “Chief Financial Officer di Tim”, avanza di carriera diventando prima assistente del presidente di Telecom Italia e poi direttore generale di Telecom Italia Wireline. Nel 2005 è direttore generale della società che nasce dalla fusione tra Telecom Italia e Tim. Negli anni acquisisce rapporti con il mondo della politica, finché non viene chiamato dal sindaco Letizia Moratti (centrodestra) nel gennaio 2009 come dg del Comune di Milano. Resterà fino al giugno 2010, prima di trasferirsi a Expo (con l’esposizione ancora in alto mare, ndr). Non è un caso che il suo passato venga oggi ricordato dallo stesso Silvio Berlusconi, che lo ha “provocato”: «Secondo me Sala non riuscirà a vincere neanche le primarie del Pd, perché per quanto uno possa fingere, la verità prima o poi viene a galla. La verità è che Giuseppe Sala è un uomo del centrodestra, lo è sempre stato. Altro che Pd. Ce lo presentò Bruno Ermolli e ha collaborato attivamente con la giunta Moratti». Volto di Expo, al quale fu confermato come ad da Pisapia e come commissario unico delegato dal governo dall’allora premier Enrico Letta, è con Renzi che Sala diventa il simbolo della kermesse. Anche quando questa viene travolta dalle inchieste della magistratura e diversi dirigenti di peso finiscono in manette (come il General manager constructions e responsabile acquisti, Angelo Paris, o Antonio Acerbo, subcommissario Expo delegato alle infrastrutture, ndr), Sala ne è uscito senza macchie. Oggi ha rivendicato di non temere un possibile coinvolgimento in inchieste giudiziarie, legate alla stessa rassegna Expo 2015:

Sono molto sereno, la legalità per me è un valore assoluto: sono una persona incorruttibile. Se avessi anche solo il lontano sospetto che fosse possibile, non sarei così pazzo da candidarmi”.

 

Allo stesso modo, alle parole di Berlusconi sul suo passato accanto alla Moratti, Sala ha replicato rivendicando la sua appartenenza al centrosinistra:

«Appartengo da tempo al centrosinistra, elettore prima dei Ds e poi del Pd, sono apprezzato da Enrico Letta e da Pierluigi Bersani e se ho lavorato con la giunta di Letizia Moratti, in qualità di City Manager, l’ho fatto da tecnico. Quando sono entrato allora in Comune nessuno mi ha chiesto per chi votassi».

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PRIMARIE CENTROSINISTRA MILANO 2016: IL NODO SEL E QUELLO DELLE ALLEANZE

Con le primarie ormai all’orizzonte, in casa centrosinistra resta però il nodo legato alle decisioni di Sel-SI. Il partito di Nichi Vendola è tentato dallo strappo. Anche perché, senza un candidato unitario con la sinistra Pd, i gazebo rischiano di trasformarsi soltanto in una rampa di lancio in vista delle elezioni 2016 per lo stesso Sala. Una candidatura che – come confermano a Giornalettismo da Montecitorio da Sinistra Italiana – non viene considerata come rappresentativa dalle sinistre. Certo, c’è da fare i conti con i territori. In attesa, Sala ha provato a lanciare un assist verso i vendoliani, chiudendo al Nuovo centrodestra:

Dicono che vogliono vedere i programmi, nelle prossime settimane vedranno il mio, non chiedo patti di fedeltà a priori, lavorerò – se vinco – con chi, a sinistra, ci sarà. Quel che è certo è che non farò nessun allargamento all’Ncd”.

Una mossa con la quale Sala cercherà di blindare la coalizione uscente ed evitare la spaccatura a sinistra, tra chi considera la sua candidatura nata nella cornice del Partito della Nazione e lontana dall’asse sinistre-civici dell’esperienza Pisapia. Se alla fine Sel dovesse strappare, le primarie diventeranno – di fatto – soltanto una competizione interna al Pd. E il rischio sarà quello di una sorta di “congresso anticipato”, tra renziani e antirenziani, sulle sorti del candidato per Palazzo Marino. Una partita che nemmeno Sala gradirebbe.

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