Roma rischia un Capodanno bis senza vigili

All’orizzonte c’è già il rischio di un caos bis nella Capitale. Un Capodanno senza vigili urbani per le strade di Roma, denuncia il Messaggero“. Proprio come lo scorso anno, quando – scrivono Simone Canettieri e Luca Cifoni – «lo sciopero bianco di 767 agenti – tra finte malattie, donazioni del sangue con il panettone in corpo e improvvisi desideri di stare vicini ai cari malati ex legge 104 – fece il giro del mondo».

CAPODANNO A ROMA, RISCHIO CAPITALE SENZA VIGILI

Allora fu Marino a minacciare il licenziamento, ma non se ne fece nulla. Ora in Campidoglio c’è Tronca. E si rischia un remake:

«Con un’ulteriore beffa: per un vuoto normativo anche volendo il Campidoglio non potrebbe attivare le visite mediche ai pizzardoni colpiti dal virus di San Silvestro o morbo del pandoro. Questa volta il caos è colpa del «cambio di programma», ad ascoltare i sindacati di nuovo sul piede di guerra pronti a tessere strategie come generali russi. Secondo le prime intenzioni del commissario quest’anno Roma, un po’ per penitenza in pieno spirito giubilare e un po’ per risparmiare, non avrebbe dovuto festeggiare l’ultimo dell’anno in piazza. Poi c’è stata la sollevazione bipartisan per «non fare spegnere la città» e anche il Governo è intervenuto. Dietrofront: nessun dorma», si legge.

Alla fine le feste saranno organizzate. Quattro previste in periferia, mentre in centro sarà al Circo Massimo.

«Una svolta che ha scombinato tutti i piani del Comune: i 130 vigili di turno non bastano più ne servono almeno il quintuplo (la Capitale dispone di 6mila agenti). E così i sindacati hanno preso la palla al balzo. Dice Francesco Croce della Uil: «O si corre rapidamente ai ripari individuando insieme alla gestione commissariale delle soluzioni o il disastro organizzativo è già annunciato, abbiamo fiducia in Tronca e nella vice Rolli ma bisogna fare presto». Sullo sfondo, proprio come l’anno scorso, c’è la trattativa per il salario accessorio (ieri i dipendenti comunali hanno annunciato uno sciopero per gennaio) e il clima è quello dello scontro totale. Al punto che i vigili, in caso di maxi evento, sarebbero pronti a stare a casa invece di fare gli straordinari (che sono volontari). In quel caso scatterebbero le chiamate sulle liste di reperibilità, andate a vuoto l’anno scorso grazie ai certificati medici fasulli (sono una cinquantina i medici indagati). Non a caso c’è la già corsa a farsi cancellare dalle liste di reperibilità.

LA BEFFA DELLE VISITE FISCALI –

Secondo il quotidiano romano, sul fronte delle visite fiscali si rischia anche di più dello scorso anno:

«Proprio in seguito a quella vicenda, il Governo promise una rivoluzione sui controlli ed in effetti le nuove regole furono inserite nella riforma della pubblica amministrazione. Punto centrale è il passaggio delle competenze dalle Asl all’Inps, che effettua già le verifiche per i datori di lavoro privati. La riforma nel suo insieme è diventata legge la scorsa estate, ma richiede per essere attuata specifici decreti legislativi. Ci sono 18 mesi a disposizione per approvarli, ma per quanto riguarda il nuovo Polo unico della medicina fiscale ci vorrà ancora tempo. E nel frattempo cosa succede? Le Asl hanno ridotto in modo drastico il numero di richieste di visite evase. I Comuni e le altre amministrazioni potrebbero allora già in base alla normativa vigente chiedere l’intervento dei medici Inps, ma c’è un problema fondamentale: quello delle risorse. Non è possibile infatti usare quelle assegnate in precedenza, che sono vincolate alle Asl»

Tradotto, servirebbero altre risorse. Quasi un’utopia. Così, come segnala l’Anmefi (l’Associazione dei medici di medicina fiscale che operano presso l’Inps in regime libero professionale) le verifiche sui dipendenti pubblici latitano a dir poco. Tutto mentre la notte dell’ultimo dell’anno si avvicina.

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