Atac Roma, un ausiliario del traffico su tre è pregiudicato

Che il biglietto dell’autobus dell’Atac a Roma sia una delle spese più evase dal contribuente-cittadino, è un luogo comune; e la frase che arriva un momento dopo la ripetizione di questo luogo comune è più o meno sempre la stessa: “Perché non si fanno i controlli?”. La risposta appare altrettanto semplice: perché non c’è il personale. E la notizia nuova è che anche i tentativi di rimpolpare l’organico dei controllori vanno incontro a sicuro fallimento, per la qualità del personale di Atac.

ATAC ROMA, UN AUSILIARIO DEL TRAFFICO SU TRE E’ PREGIUDICATO

Il Messaggero ci spiega la situazione: è naufragato il tentativo di trasformare gli ausiliari del traffico in controllori di biglietti, perché un controllore su tre è pregiudicato. E quindi non può diventare agente di polizia amministrativa.

I controllori infatti, al contrario dei semplici ausiliari del traffico, hanno la qualifica di agenti di polizia amministrativa, una posizione che può essere concessa solo a chi ha la fedina penale immacolata. Perché tanti pregiudicati si annidano tra gli operatori Atac che ogni giorno staccano multe a chi parcheggia senza pagare il ticket? È una storia vecchia, che risale agli anni ’90, quando la Sta (Società Trasporti Automobilistici, una partecipata del Comune, oggi dismessa, che si occupava di semafori e sosta tariffata) iniziò a reclutare nel proprio organico alcuni parcheggiatori abusivi che avevano precedenti penali. Quando la Sta, nel 2006, venne inglobata da Atac, anche i dipendenti passarono in carico alla municipalizzata di via Prenestina. E, potrà sembrare un paradosso, i vecchi posteggiatori illegali, pregiudicati, vennero spediti a multare chi parcheggiava la macchina irregolarmente.

E, continua il giornale della Capitale, chi non è pregiudicato probabilmente è inidoneo al servizio di controllo.

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E gli ausiliari dei parcheggi non sono gli unici ad avere avuto problemi per ottenere la qualifica di controllore. Quasi tutti i 40 addetti alle strisce gialle (corsie preferenziali, aree riservate per i bus) sono risultati «inidonei» per l’incarico di controllore. Avevano infatti un certificato medico che impediva loro, per «motivi sanitari», di andare a caccia di evasori a bordo di autobus affollati e treni della metro. Un numero ancora maggiore di «inidonei» si è registrato tra gli ausiliari che si occupano di multare le auto posteggiate sulle strisce blu fuori dai grandi parcheggi di scambio: in 50 (su circa 220 addetti) sono muniti di un certificato medico che li esonera dall’andare a fare i controllori a bordo dei mezzi pubblici.

Data la situazione, ogni miglioramento, anche piccolo, è sempre un successo.

Ecco perché la lotta all’evasione ad oggi viene assicurata da appena 160 controllori su 11.882 dipendenti di Atac. Considerando che la municipalizzata gestisce 3.066 mezzi tra bus, treni metro, tram e flibos, il rapporto è di un controllore ogni 19 veicoli. E dire che sono pure aumentati negli ultimi mesi, dato che un anno fa i verificatori di linea erano ancora meno: 120. Ecco perché i numeri abnormi dell’evasione non devono stupire. I vertici attuali dell’azienda hanno ottenuto un aumento del numero di sanzioni nei primi 8 mesi del 2015 pari al 38% rispetto al 2014. Un buon risultato, con le forze a disposizione. Ma anche l’amministratore delegato dimissionario, Danilo Broggi, ha ammesso che «bisogna fare ancora tantissimo».

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