La Francia bombarda Raqqa: la risposta di Parigi agli attentati

Arriva la risposta del governo francese agli attentati di venerdì sera: a partire dalla notte scorsa i caccia francesi hanno bombardato Raqqa, la città siriana capitale del sedicente Stato Islamico da dove sarebbe partito l’ordine di attaccare la capitale francese.

LA FRANCIA BOMBARDA RAQQA –

L’azione francese in Siria era iniziata lo scorso 27 settembre con il bombardamento di un campo di addestramento dell’ISIS. I raid si sono intensificato dopo quanto accaduto il 13 novembre. Scrive Stefano Montefiori sull’edizione del Corriere della Sera in edicola oggi:

Negli ultimi giorni lo sforzo militare francese stava diventando più intenso, e i bombardamenti di ieri sera mostrano che Parigi ha rotto gli indugi. Se i terroristi dell’Isis dentro il Bataclan, nelle pause tra una raffica e l’altra, hanno spiegato «è per la Siria, Hollande non doveva intervenire», e se il comunicato dello Stato islamico garantiva altri attentati finché la Francia non interromperà i raid, questa è la risposta. «I bombardamenti continueranno», aveva detto il premier Valls sabato sera in tv, e la promessa è stata mantenuta. […] «Il primo obiettivo distrutto era utilizzato dall’Isis come posto di comando, centro di reclutamento jihadista e deposito di armi e munizioni — si legge nel comunicato del ministero francese —. Il secondo obiettivo ospitava un campo di addestramento dei terroristi».

TRE MESI DI STATO DI EMERGENZA –

La situazione nella capitale francese, comunque, resta tesa: mentre continua la caccia all’ottavo killer della strage di venerdì sera, nella giornata di ieri si sono avuti alcuni falsi allarmi in Place de la République. La risposta della Francia non è destinata ad esaurirsi con i bombardamenti su Raqqa:

Oggi il presidente François Hollande parlerà davanti al Congresso (l’unione di Assemblea nazionale e Senato) riunito eccezionalmente e solennemente a Versailles. Il capo dello Stato annuncerà l’estensione a tre mesi dello stato di emergenza, e gli altri provvedimenti necessari per ridare un senso di sicurezza ai cittadini. Il ministro dell’Interno Cazeneuve ha già preannunciato «la chiusura delle moschee radicali che propagano l’odio».

(Photocredit copertina: AHMAD GHARABLI/AFP/Getty Images)

 

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