Primarie democratiche e repubblicane Usa 2016, i risultati: vincono Clinton e Trump

PRIMARIE USA 2016

Il primo febbraio del 2016 è iniziato il percorso delle presidenziali che porterà all’elezione del quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Le primarie repubblicane e democratiche hanno individuato in Hillary Clinton e Donald Trump i due principali candidati alla successione di Barack Obama, che non può più correre per il vincolo costituzionale del doppio mandato. La mancanza del capo dello Stato rende tradizionalmente incerte , e nel 2016 si registra una rilevante inquietudine dell’elettorato americano che si è rispecchiato nei boom mediatici di candidati con profili inconsueti come il miliardario Donald Trump tra i Repubblicani e il senatore socialista Bernie Sanders tra i Democratici.

I RISULTATI DELLE PRIMARIE REPUBBLICANE 2016

Donald Trump ha vinto le primarie repubblicane ottenendo oltre 13 milioni di voti, più che doppiando il secondo arrivato, il senatore del Texas Ted Cruz. Un successo molto chiaro, costruito sin dalle primarie in New Hampshire e South Carolina, proseguito nei numerosi successi nel Sud degli Stati Uniti fino alla trionfale marcia nel Nordest che l’ha portato alla nomination.

I RISULTATI DELLE PRIMARIE DEMOCRATICHE 2016

Hillary Clinton ha conquistano il successo nelle primarie democratiche con circa mille delegati di vantaggio su Bernie Sanders. La prima candidata a ottenere la nomination ha conquistato poco meno di 400 delegati elettivi in più, vincolati ai risultati delle primarie e dei caucus, e ha superato il quorum necessario per la nomination grazie ai superdelegati. Nel voto popolare Hillary Clinton ha conseguito poco più di 17 milioni di voto, con un margine di vantaggio di poco inferiore ai 4 milioni rispetto a Bernie Sanders. Ecco i risultati delle primarie svoltesi:

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primarie usa
Scott Olson/Getty Images

PRIMARIE USA 2016

I primi elettori americani a scegliere i loro candidati alla presidenza degli Stati Uniti sono stati, come capita ogni 4 anni dal 1972, i caucus-goers dell’Iowa. Lo Stato del Midwest ha dato l’avvio alle primarie presidenziali repubblicane e democratiche lunedì 1° febbraio del 2016. Benché il processo di selezione dei delegati alle Convention dei due grandi partiti americani sia comunemente definito come primarie, esso non si svolge secondo un unico insieme di regole valido per tutti i 50 Stati americani. In Iowa, come in altri Stati, si svolgono infatti i cosiddetti caucus, riunioni di militanti ed elettori dove il voto non sempre è segreto, e dove la partecipazione è normalmente più bassa rispetto alle primarie regolamentate per legge. I caucus si differenziano dalle primarie per il loro carattere di assemblea di partito, disciplinata dagli statuti di Democratici e Repubblicani locali, e non di vera e propria elezione normata dalla legislazione statale. Le primarie sono state introdotte all’inizio del Novecento dal movimento “progressive”, che si lottava per democraticizzare il processo di selezione alle cariche pubbliche federali e statali, all’epoca in mano ai baroni di partito. A differenza di quanto succeda in Italia o in Europa, le primarie sono disciplinate dalle legge statale. Ogni Stato USA organizza elezioni primarie per la selezione delle cariche federali, statali, e degli altri livelli amministrativi. Le primarie presidenziali talvolta si svolgono in modo autonomo, con una consultazione apposita convocata per selezionare i delegati dei candidati alla Casa Bianca, mentre le primarie per le altre cariche statali e federali si svolgono successivamente. Questo si verifica soprattutto negli ormai numerosi Stati che anticipano le primarie tra inverno e inizio primavera. La partecipazione a queste consultazioni non è sempre libera; infatti esistono primarie, o caucus, a cui si può votare solo se si è elettori registrati di un partito. Negli USA è infatti necessario registrarsi all’ufficio elettorale per poter recarsi ai seggi ed esprimere le proprie scelte politiche, e numerosi Stati chiedono ai loro cittadini di indicare a quale partito si sentono affiliati per facilitare l’organizzazione delle primarie. Le primarie libere sono accessibili a tutti, mentre quelle chiuse sono riservate solo agli elettori registrati come Democratici o Repubblicani. Alle primarie semi-aperte possono partecipare tutti gli elettori non affiliati al partito avverso, mentre in quelle semi-chiuse è possibile votare anche se si è registrati anche come indipendenti. Negli Stati dove invece i delegati presidenziali sono assegnati via caucus si svolgono lo stesso le primarie, di solito in un momento successivo, ma queste consultazioni non hanno valore, tanto che sono definite “concorsi di bellezza”. Nelle primarie repubblicane i delegati sono assegnati con un criterio prevalentemente maggioritario, mentre tra i Democratici è preminente una distribuzione proporzionale.

 

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PRIMARIE USA 2016 – il  CALENDARIO

L’organismo deputato a nominare il candidato alla presidenza degli Stati Uniti sono le Convention, congressi di partito che si svolgono ogni quattro anni. Solo a partire dagli anni settanta prima i Democratici e poi i Repubblicani hanno stabilito regole secondo cui la gran parte dei delegati delle Convention presidenziali sarebbe stata assegnata in base al voto degli elettori. Da inizio Novecento fino agli anni sessanta diversi Stati organizzavano primarie, ma non sempre il loro esito era vincolante per l’assegnazione dei delegati, tanto che per conquistare la nomination contava maggiormente il supporto degli apparati di partito rispetto ai voti degli elettori. Nel 2016 la Convention repubblicana si svolgerà tra il 18 e il 21 luglio del 2016 a Cleveland, Ohio, mentre l’assise democratica sarà organizzata esattamente una settimana dopo a Filadelfia, la città più grande della vicina Pennsylvania. Alla Convention hanno diritto a partecipare i delegati conquistati dai vari candidati durante la lunga stagione delle primarie presidenziali. I comitati nazionali dei due partiti hanno stabilito il numero dei delegati e la loro distribuzione tra i 50 Stati, più la capitale Washington e i territori federali che non hanno rappresentanza politica autonoma, come Puerto Rico, le isola Samoa, Guam, Virgin Islands e gli americani all’estero. Per conquistare la nomination democratica è necessario vincere 2242 delegati sui 4383 complessivi , suddivisi tra delegati e super delegati, che sono i dirigenti di partito ed eletti nelle istituzioni membri di diritto della Convention. Il candidato repubblicano alle presidenziali ha dovuto invece conquistare almeno 1237 dei 2472 delegati in palio nelle oltre 50 elezioni che si svolgeranno da inizio febbraio fino a metà di giugno. Dopo la corsa ad anticipare il più possibile lo svolgimento delle primarie da parte di numerosi Stati americani, al fine di aumentare l’influenza e la rilevanza della loro competizione, Repubblicani e Democratici sono riusciti a realizzare un calendario piuttosto equilibrato a livello territoriale. Ognuna delle 4 grandi aree geografiche degli USA, Nord Est, Ovest, Midwest e Sud, svolge una consultazione prima del momento tradizionalmente decisivo del SuperTuesday. Dopo i caucus dell’Iowa nel Midwest l’9 febbraio 2016 si sono svolte le primarie del New Hampshire, nel Nord Est, che per legge di quello Stato sono obbligatoriamente le prime di tutto il ciclo presidenziale a livello federale. Tenutesi per la prima volta nel 1912, le primarie del New Hampshire hanno assunto un ruolo rilevante anche quando la nomination per la Casa Bianca prevedeva un minor ricorso alla volontà elettorale. Nel 1952 e nel 1968 i due presidenti democratici in carica, Harry Truman e Lyndon Johnson, avevano rinunciato alla corsa per la Casa Bianca dopo l’esito deludente delle primarie in New Hampshire. Dopo Iowa e New Hampshire si svolgono le prime primarie del Sud in South Carolina, sabato 20 febbraio, a cui seguono invece i caucus del Nevada per l’Ovest. Dopo queste prime quattro competizioni è arrivato l’appuntamento più atteso, il SuperTuesday. Martedì 1° marzo 2016 12 Stati svolgeranno le loro primarie, o caucus, in contemporanea. Il Supermartedì è una tradizione ormai consolidata delle primarie presidenziali. Nel 1988 diversi Stati del Sud avevano deciso di organizzare nello stesso giorno le loro primarie per influenzare il processo di selezione dei Democratici, che all’epoca premiava eccessivamente i candidati liberal. Il piano non era riuscito, vista la nomination strappata da Michael Dukakis e le numerose vittorie al Sud del candidato afro-americano Jesse Jackson, ma lo svolgimento in contemporanea di numerose primarie statali nel SuperTuesday ha caratterizzato tutti i cicli presidenziali successivi, allargandosi alle altre aree geografiche degli Stati Uniti.

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