Monza, la vigilessa furbetta che timbrava il cartellino e poi tornava a casa (con il lampeggiante acceso)

Timbrava il cartellino e poi, con l’auto di servizio, tornava a casa. Una vigilessa di Monza è stata pizzicata e denunciata dai colleghi. Il risultato? Una multa da 500 euro e tornata in servizio dopo pochi giorni.

La storia la racconta Fabio Poletti su La Stampa:

Come vigilessa in servizio doveva controllare la viabilità delle strade. E invece in ufficio non ci andava quasi mai. Timbrava il cartellino e poi, presa l’auto di servizio con tanto di lampeggiante, se ne tornava in famiglia a farsi i casi suoi. «In effetti in un caso come questo, se fosse già operativa la proposta del ministro Marianna Madia, avremmo dovuto licenziarla», ammette l’assessore al Personale Rosario Montalbano, tessera Pd come il ministro.

E invece…

E invece no. Dopo aver pagato una sanzione pecuniaria di 500 euro la vigilessa è tornata in servizio. Lontana dalla strada ma in servizio. Senza i galloni della divisa ma in servizio. Senza l’auto col lampeggiante ma in ufficio. «Avevamo valutato che ci volesse una sanzione disciplinare ma bastasse una pena pecuniaria commisurata al danno subito dal comune», spiega l’assessore. Oggi come ieri, novembre 2014, quando venne a galla il reintegro della furbetta del cartellino: «L’obiettivo non è tanto rivalersi sui dipendenti in misura superiore all’effettivo danno rilevato e subito dall’amministrazione quanto appurare le responsabilità di presunti illeciti».

Il caso della vigilessa monzese risale al 2014: sulla faccenda c’è un fascicolo, ma se dovesse spuntare l’accusa di peculato e falso ideologico si andrebbe a processo in tempi lunghissimi:

Tempi biblici si capisce. Che fanno dormire di sonni assai tranquilli la vigilessa dal cartellino facile, in un primo tempo sospesa dal servizio, poi reintegrata con delibera comunale dietro al pagamento di una multicina da 500 euro, diciamo più o meno due eccessi di velocità senza nemmeno la perdita di punti della patente. L’assessore Montalbano lo disse allora in consiglio comunale sotto il tiro incrociato delle opposizioni: «Il caso attualmente al vaglio della magistratura è emerso in seguito a un’indagine avviata e svolta internamente dall’amministrazione comunale».

(Photocredit copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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