Marino è al Capolinea. Arrivano le dimissioni in massa dei consiglieri comunali. Del Pd e non solo

A chiudere le porte al sogno di Ignazio Marino di presentarsi con la fascia tricolore da sindaco alla prima udienza di Mafia Capitale sono stati due fittiani.  I loro nomi sono pressoché sconosciuti alla stragrande maggioranza dei romani. Ma la loro presenza in consiglio comunale e soprattutto la loro decisione di aderire all’iniziativa dei consiglieri del PD di dimettersi in massa dovrebbe porre fine alla consiliatura.

Almeno questo è quello che trapela dal Nazareno, dopo che nel pomeriggio si sono vissute ore convulse (e piena di ansia) a seguito del ritiro delle dimissioni annunciato dal sindaco Marino nel pomeriggio. Una mossa non casuale nella tempistica fa notare qualcuno: a ridosso dell’arrivo di Renzi a Roma, dopo la lunga trasferta in America Latina, e durante la riunione dei consiglieri del PD Roma con il commissario Matteo Orfini.

Dopo la cena dell’altra sera a casa del vice-sindaco Causi, Marino aveva capito di non avere più molti margini di manovra. Gli era stato negato l’incontro a Palazzo Chigi con Renzi, e gli era stato anche negata la passerella all’aula bunker del Foro Italico. Ma, nonostante tutto, ha forzato la mano, ha provato la fuga solitaria, lo scontro frontale: contro il suo partito, contro Matteo Renzi, contro Matteo Orfini.

Ha tentato di far esplodere le mille rivalità interne al partito democratico romano, puntando sul fatto che M5S, SeL e la maggior parte della destra avrebbero cercato l’umiliazione del Pd nella conta in assemblea Capitolina. Insomma, l’ultimo azzardo del sindaco chirurgo è stata sulla pelle del suo partito e, soprattutto sulla pelle di Roma. Di questa città già ampiamente umiliata, mal amministrata, e che da venti giorni è trascinata sui giornali di tutto il mondo per questa ulteriore pagina degna del teatro dell’assurdo.

 

Ma stavolta ad Ignazio Marino, che ha tenuto in scacco una città per 15 giorni, pare proprio che le cose siano andate male. La sua fuga in avanti, sostengono dal Nazareno, sta per essere stoppata.  Probabilmente già nella giornata di oggi, i 19 consiglieri del PD, più altri di opposizione e maggioranza, presenteranno in contemporanea un numero di dimissioni tale per cui la consiliatura sarà automaticamente sciolta.

Oltre ai 19 consiglieri del PD, presenteranno le proprie dimissioni i due esponenti della Lista Marchini (Onorato e Marchini appunto), Daniele Parrucci di Centro Democratico, Sveva Belviso, già vicesindaco di Roma con Gianni Alemanno, Svetlana Celli della Lista civica Marino, e Ignazio Cozzoli Poli e Francesca Barbato dei Conservatori Riformisti, il nuovo movimento di Raffaele Fitto. A loro si dovrebbe aggiungere anche Roberto Cantiani del Popolo della Libertà, e – ma non è ancora sicuro – Cosimo Dinoi del gruppo misto.

Politicamente, raccontano dal Pd, la partita è chiusa, ma tecnicamente ancora no. Le firme pare che fisicamente ancora non siano state apposte, ma solo per ragioni tecniche (Marchini è a Milano, Athos De Luca in ospedale).

Se tutto andrà come previsto domani sarà l’ultimo giorno da sindaco di Marino, e Roma potrà provare a ripartire con un commissario e una nuova squadra in attesa delle elezioni amministrative che si terranno questa primavera.

Una sfida tutta in salita per Renzi, Orfini e il Pd, ma che non è più possibile rimandare. Riconquistare il Campidoglio – oggi – appare un’impresa fuori portata per il centrosinistra romano.

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