Il catfight fra i fan di Valentino Rossi e Marco Travaglio

Quanto accaduto tra Valentino Rossi e Marc Marquez al MotoGP di Sepang è diventato l’argomento di discussione della settimana, ancora di più del ritiro delle dimissioni di Ignazio Marino e dell’allarme dell’OMS sulla carne rossa che fa venire il cancro. Sulla caduta di Marquez tutti hanno preso posizione e l’Italia intera si è divisa, schierandosi a favore o contro di Valentino Rossi. Un dibattito in cui i toni si sono fatti molto accesi, degenerando nell’insulto libero. Nemmeno Marco Travaglio è stato immune, tanto che il post che ha pubblicato sul suo blog su Il Fatto Quotidiano, in cui prendeva posizione contro Valentino Rossi ma sopratutto contro i suoi sostenitori, è stato oggetto di pesanti attacchi da parte dei commentatori. Attacchi che, come accade quasi sempre, sono passati dal post al suo autore.

marco travaglio valentino rossi marc marquez
ANSA/SKY SPORT

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LA RISPOSTA DI TRAVAGLIO –

Travaglio però ha reagito, e oggi è comparso un nuovo post sulla questione, nel quale si toglie più di un sassolino nella scarpa nei confronti di chi lo accusa di non essere abbastanza competente di motociclismo per scriverne:

La gran parte dei commentatori mi invita a occuparmi solo di politica: infatti – lo spiego a chi non l’avesse capito – anche questa è politica. A me non frega nulla dell’esito del Motomondiale, anche se mi piacerebbe che domenica Rossi rimontasse e battesse Lorenzo (non per patriottismo, ma perché chi parte svantaggiato mi fa sempre simpatia). Mi interessa come si atteggiano i politici, le istituzioni e i commentatori di fronte alle regole, alla loro violazione e alla sanzione che ne consegue. E’ questo l’aspetto “politico” – lo spiego a chi non l’avesse capito – che trattava l’articolo. Poi, certo, per arrivare alle reazioni ho dovuto riassumere quel che era accaduto sulla pista: e non occorre essere un tecnico di motociclismo, men che meno un motociclista, per farlo.

«ROSSI HA SBAGLIATO, MA PUR DI NON AMMETTERLO SI SUPERA IL RIDICOLO» –

Segue poi il riassunto della puntata precedente, ovvero il contatto tra Rossi e Marquez con la conseguente caduta di quest’ultimo e la sanzione – giusta, a detta di Travaglio – applicata nei confronti del pilota pesarese colpevole di aver guidato in modo spericolato e di aver messo a repentaglio l’incolumità sua e del collega.

Perché in Italia si può parlare di tutto, ma quando si tocca lo sport – pardon, il tifo – apriti cielo. Il cervello cede il passo alle viscere e, se osi andare contro l’andazzo dominante, è perché non capisci niente, fai il tuttologo, pisci fuori dal vaso, vai in cerca di clic, vuoi farti pubblicità. La logica e la coerenza non esistono più: solo il doppiopesismo per la propria parte. […] Pur di non ammettere che Rossi ha sbagliato, si supera abbondantemente il ridicolo. […] Ma i ridicoli il ridicolo non lo notano neppure. Ragionare, con questa gente, è un lusso.

E ancora:

Come per il verdetto su Rossi, pronunciato dall’unica autorità preposta a emetterlo, eppure contestato da tutti. Pazienza per i tifosi che, accecati come sono, non badano a queste quisquilie. Un po’ meno per il presidente del Consiglio dei ministri in missione in Sudamerica, che si affretta a telefonare per portare solidarietà allo squalificato; dal presidente del Coni Giovanni Malagò,che straparla di “mondiale falsato”; e dai meglio commentatori della stampa nazionale, che negano l’evidenza per vendere qualche copia in più. Chi si limita a osservare che esistono delle regole, che chi le viola dev’essere sanzionato e che almeno le autorità dovrebbero difendere le regole e le sanzioni per mantenere un minimo di distanza fra lo sport e il tifo, fra il cervello e l’utero, invece di associarsi alla solita lagna vittimista e complottista, ecco: lui deve tacere.

Infine il post scriptum definitivo:

Ps. Tralascio, per pietà, chi riesce a tirare in ballo Grillo, Casaleggio e Berlusconi-che-spolvera-la-sedia-e-guadagna-voti (perdendone 6 milioni e mezzo) anche a proposito di Valentino Rossi. Come diceva Oscar Wilde, “mai discutere con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza”.

(Photocredit copertina: ANSA/SKY SPORT)

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