Censura: si comincia? Idioti all’assalto di Internet, o scherzo?

20/02/2009 di Dario Ferri

Reso irraggiungibile un intero server di ImageShack per un’immagine pedopornografica. La polizia postale prende il provvedimento su ordine di un magistrato, in base alla legge 38/2006. Ma aggirare il provvedimento è facilissimo. Eppure c’è chi pensa che potrebbe essere una bufala…

Si comincia. Male. O forse si scherza L’annuncio arriva su Friendfeed: la polizia postale ha blacklistato ieri un intero server di ImageShack, un servizio di hosting di immagini, perché in esso erano presenti una o più immagini pedopornografiche. Se si clicca qui, ci si trova di fronte a una pagina che recita: “STOP !! PAGINA INTERDETTA DAL CENTRO NAZIONALE PER IL CONTRASTO ALLA PEDOPORNOGRAFIA SULLA RETE INTERNET. Il tuo browser sta tentando di raggiungere un sito Internet contenente immagini e filmati pedopornografici. La detenzione, la distribuzione, la produzione, la commercializzazione di tale materiale prevedono l’applicazione di gravi sanzioni in base alla legge penale italiana e sono perseguibili anche ad opera di forze di polizia estere. Nessun dato relativo al tuo ip address od altra traccia utile ad identificarti verrà registrato. L’inibizione dell’accesso a questo sito è prevista dalla legge n. 38/2006 ed è stata operata al fine di impedire la commissione e la documentazione di violenze sessuali a minori degli anni diciotto. Questo servizio di protezione della navigazione sulla rete Internet è predisposto grazie alla collaborazione tra il “Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia sulla rete Internet” e gli Internet Service Provider italiani“. La censura non funziona con tutti, visto che dipende da che tipo di DNS si usano.

NON SERVE A NIENTE – Insomma, a quanto pare la polizia postale avrebbe bloccato l’intero indirizzo perché sono state segnalate immagini di tipo pedopornografico caricate dagli utenti.La cosa simpatica è che gli altri server invece funzionano regolarmente, ed è possibile ancora accedere alle immagini incriminate da quegli indirizzi. Inoltre si può aggirare il blocco semplicemente usando un DNS diverso da quello che ci fornisce il provider Adsl: un’operazione semplicissima che richiede soltanto un paio di minuti di settaggi. Insomma, una decisione che non risolve quasi nulla, per lo meno per chi ha una minima dimestichezza con il computer; ma che in compenso serve a a far comprendere l’enorme competenza con cui la giustizia italiana si approccia al web. E si sa, di solito chi è incompetente e però èdotato di grandissimi poteri, prima o poi finirà per combinare qualche guaio grosso. “Imageshack non contiene materiale “di imageshack”, è solo un enorme repository di quello che c’uploada la gente. E’come sequestrare un parcheggio perché qualcuno c’ha lasciato dentro una macchina rubata“, dicono, a ragione, sul forum di HwUpgrade. “E’ la solita scelta ipocrita italiana di chiudere gli occhi ai cittadini invece che perseguire gli eventuali colpevoli. Aggravata dal fatto che viene inibita la navigazione su migliaia di contenuti che non hanno nulla a che fare con quelli incriminati”, commenta Massimo Mantellini sul suo blog.

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