Riforma Senato: passa l’articolo 2

L’Aula del Senato ha approvato l’articolo 2 del ddl riforme. I sì sono 160, i voti contrari 86, 1 astenuto. La maggioranza regge, ma per un solo voto non raggiunge la maggioranza assoluta. L’articolo 2 del ddl Boschi, assieme all’articolo 1 già licenziato dall’Aula di palazzo Madama, rappresenta uno degli assi portanti dell’intera riforma costituzionale, e disciplina la composizione e l’elezione dei senatori.

BEPPE GRILLO “NON FATEVI INGANNARE” –

«Anzichè preoccuparsi degli italiani, da mesi il governo insieme a Verdini (uomo plurindagato e rinviato a giudizio per reati come concorso in corruzione, truffa, bancarotta fraudolenta, appalti e finanziamenti illeciti, ecc..) è alle prese con la riforma costituzionale». Commenta così Beppe Grillo dal suo blog, in un post dal titolo “Gli impuniti” dove si denuncia che:

Tra i padri costituenti che la scrissero ci sono Pertini, Togliatti, Nenni, Croce, Parri, Calamandrei, Iotti. Oggi, invece, chi sta riscrivendo la nostra Costituzione sono Renzi e la Boschi con i voti determinanti di Verdini, Azzollini, Formigoni, Bilardi, Conti, Scavoni, Caridi, Aiello, Gentile. Tutti o condannati o indagati o coinvolti in inchieste per reati come corruzione, associazione a delinquere, voto di scambio politico, frodi, finanziamenti illeciti, ecc. E c’è anche Barani che oltre ad essere stato condannato dalla Corte dei Conti si è rilevato anche pubblicamente sessista! Dentro la riforma costituzionale c’è la famosa riforma del Senato. Attenzione, riforma e non abolizione (come vorrebbero far credere).

 

“Occhio, non fatevi ingannare!” conclude Grillo.

 

12.02 – Le opposizioni, 5 stelle e Lega in testa, chiedono che si possa modificare l’articolo 39 del ddl riforme, ovvero la cosiddetta norma transitoria che regola le modalità di elezione e di scelta dei futuri senatori. Si tratta di un testo legato all’articolo 2 appena modificato dall’Aula del Senato. Le opposizioni sostengono l’emendabilità dell’articolo 39 e sull’ammissibilità dei relativi emendamenti. “Mi riservo di valutare i vostri emendamenti, ma mi dovete dare il tempo necessario”, ha replicato il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso. “Ai fini dell’ammissibilità, ricordo che l’articolo 39 è stato modificato in alcune parti e in altre no, è quindi necessaria una valutazione complessa e questo mi riservo di fare”.

11.50 – Sono 13 le assenze tra i banchi di Forza Italia al Senato al momento del voto sull’emendamento Finocchiaro, che modifica l’articolo 2 del ddl riforme. Scorrendo i tabulati, quattro senatori FI risultano in congedo, 9 assenti al momento del voto. Riccardo Villari si è astenuto: così, a Palazzo Madama, il voto vale contrario.

11.35 -Nove senatori del gruppo Ala su 12 hanno partecipato al voto e votato a favore dell’emendamento Finocchiaro che modifica l’articolo 2. Tra quelli assenti, che non hanno partecipato al voto, Denis Verdini e Lucio Barani.

11.20 – “Mi pronuncerò sull’articolo 39 dopo l’approvazione dell’articolo 2 perché quest’ultimo potrebbe anche non essere approvato quindi cadrebbe il problema”, ha spiegato in aula il presidente del Senato Pietro Grasso dopo le richieste di pronunciarsi sull’ammissibilità degli emendamenti all’articolo 39 del disegno di legge in cui è contenuta la norma transitoria, ovvero quella norma che viene inserita in una legge per gestire i casi particolari che scaturiscono dalla differenza fra il vecchio trattamento (prima dell’entrata in vigore della legge) e il nuovo. Gli articoli 2 e 39 del disegno di legge Boschi sulla riforma del Senato sono correlati in quanto si tocca in entrambi la modalità di elezione dei futuri senatori.

11.18 – Walter Tocci e Corradino Mineo, esponenti della minoranza Pd, hanno votato a favore dell’emendamento Finocchiaro. Felice Casson, invece, non ha partecipato al voto.

11.16 – Con il via libera all’emendamento, sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza e frutto dell’intesa con la minoranza Pd cambia l’articolo 2 del ddl riforme. I senatori, grazie all’accordo raggiunto, non saranno eletti direttamente dai cittadini, ma le scelte di questi ultimi saranno “vincolanti”. Recita infatti il testo dell’emendamento:

“La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformita’ alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalita’ stabilite dalla legge di cui al sesto comma”.

Ora con l’approvazione le opposizioni parlano di contrasto con la norma transitoria.

11.04 – Il Senato approva l’emendamento Finocchiaro con 169 sì e 93 contrari. Parte un lungo applauso.

11.00 – Finoccchiaro ha tenuto un lungo discorso prima della votazione del suo emendamento.

10.49 – Conservatori e riformisti vota contro l’emendamento. Ne dà annuncio Vittorio Zizza.

10.41“Barani, Verdini e & c. meglio perderli che trovarli. Renzi ha detto che vuole unire il Pd. Bene, la prima cosa da fare è smetterla di amoreggiare con certi personaggi”. Lo afferma Roberto Speranza, esponente della minoranza del Pd in un post.

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10.19 – Prende parola Endrizzi del Movimento 5 Stelle. «Questo emendamento come portata normativa si riferisce alla durata del mandato». C’è un po’ di caos in aula. Sembra sia entrato il ministro Boschi:

10.15 – «L’emendamento Finocchiaro stabilisce quello che potremmo definire un suffragio quasi universale. In realtà, abbiamo speso molto tempo per trovare una soluzione che si proponeva quasi naturale e chi ha onestà intellettuale può riconoscere che la soluzione era negli interventi che il Nuovo Centrodestra ha presentato sin dall’inizio». Niente accordo al ribasso per Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd, intervenendo in Aula al Senato. La posizione espressa da Ncd, spiega Quagliariello, è frutto «di un ragionamento che verteva non tanto sui modi di elezione dei senatori, quanto sulle funzioni del futuro Senato, che si presenta come una camera di compensazione tra legislatori, altrimenti in mancanza di ciò avviene – come è successo finora – che a decidere sia in realtà la Corte Costituzionale, svolgendo un ruolo di supplenza e cio’ ha creato incertezza del diritto». «E’ evidente – per il senatore – che i senatori devono appartenere all’istituzione che rappresentano. La soluzione non è un compromesso al ribasso, ma è la soluzione più logica per le funzioni del Senato». Ncd vota favorevole all’emendamento.

10.00 – «Esprimo parere contrario all’emendamento Finocchiaro e traggo spunto dall’invito del senatore Vannino Chiti che aveva sollecitato a entrare nel merito senza fermarsi alle procedure. Di fatto l’emendamento ha vanificato la possibilità di un accordo politico di più ampio respiro». Il senatore di Gal, Mario Mauro, in aula al Senato esprime il suo no all’emendamento ‘di mediazione’ a prima firma Finocchiaro. Ieri il senatore Mauro ha preso parte alla riunione di gruppo di Forza Italia e, uscendo, aveva spiegato che «non è la prima volta che Gal partecipa».

9.30 – L’aula del Senato ha ripreso l’esame del ddl Boschi con le dichiarazioni di voto sull’emendamento 2.204 all’art. 2 del testo, a prima firma Finocchiaro. L’emendamento porta le firme della presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro, dei capigruppo Luigi Zanda (Pd), Renato Schifani (Ap) e Karl Zeller (Autonomie) e della senatrice della minoranza Dem Erica D’Adda. Il testo stabilisce che “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge”. La fine della seduta è prevista per le 13.

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RIFORME SENATO: EMENDAMENTO FINOCCHIARO: IL PUNTO

– Ieri non è stato approvato il sub-emendamento Calderoli a scrutinio segreto sulla salvaguardia delle minoranze linguistiche nel nuovo del Senato. Palazzo Madama, con un’unica votazione, ha respinto i due subemendamenti Calderoli (Lega) e De Petris (Sel) all’emendamento Finocchiaro che modifica il comma 5 dell’articolo 2 del ddl Boschi.

(in copertina foto ANSA/ GIUSEPPE LAMI)

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