La quindicenne che denuncia uno stupro e finisce sommersa dagli insulti su Facebook

Denuncia uno stupro subito e si ritrova sommersa dagli insulti a mezzo Facebook di chi credeva essere suo amico. È quello che è successo a una quindicenne di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, che lo scorso agosto ha denunciato di aver subito uno stupro da parte di un giovane ventenne, PR dell’Eurobaita al Lago, famosa discoteca di Castelfranco Veneto.

QUELLA NOTTE IN DISCOTECA –

I fatti li ricostruisce Il Mattino di Padova: qualche settimana fa la ragazzina era andata in discoteca in compagnia di un’amica. Lì, poi, aveva incontrato Filippo Roncato, 20 anni. La quindicenne poi dirà di essere stata portata da Roncato in un parco poco distante, dove le avrebbe usato violenza. Il giovane, che ha sempre negato lo stupro sostenendo che la ragazzina fosse consenziente,  è stato messo agli arresti domiciliari dal gip di Treviso e tenuto sotto controllo dal braccialetto elettronico.

«SPERO TI STUPRINO VERAMENTE» –

Ed è a questo punto che su Facebook si scatena una nuova ondata di orrore: sono molti infatti, a dare addosso alla ragazza, insultandola per aver “accusato ingiustamente” un ragazzo di buona famiglia. Racconta la giovane al quotidiano padovano:

«Dopo quella sera mi sono chiusa in casa, non volevo vedere nessuno, per due settimane sono rimasta in uno stato di choc. E ora mi vedo tutta questa bestialità finire addosso, tutta questa cattiveria. Non capisco, davvero non capisco». […] È una dimensione virtuale, quella del social network frequentatissimo, che fa male anche nella dimensione reale. Un livore senza freni, senza nulla che inibisca gli istinti e i “pensieri” più violenti: «Spero ti stuprino veramente così sai cosa vuol dire! Incolpare un ragazzo così perché fa comodo! Rovinare la faccia a lui e alla sua famiglia». Un cocktail di razzismo e arroganza: «Ci vorrebbe un bell’immigrato che le facesse capire cosa significhi uno stupro». Una ferocia che vede tra le protagoniste anche tante donne. E tanti amici. Per la giovanissima è una ferita che torna ad aprirsi, ancora di più, e che fa male.

«CI SONO RIMASTA MALISSIMO» –

Anche il presunto stupratore aveva affidato a Facebook la propria difesa, allontanando da se ogni accusa e dicendosi tranquillo:

«Quando ho letto questi post, pieni di insulti e di minacce, tutti contro di me, con frasi pesanti, cattive, mi sono sentita ferita, davvero. Ci sono rimasta malissimo», racconta la ragazza. «Al di là di quello che è successo, nessuno si dovrebbe permettere di dire certe bestialità». La violenza ai tempi di Facebook: prima era stata lei a pubblicare nome e cognome del suo aggressore, un post di sfogo, subito rimosso. Lui a inizio settembre aveva postato il senso di ingiustizia che lo opprimeva: «Il mondo è fatto di persone che per farti del male sono disposte a tutto, sono disposte a dichiarare il falso, sono disposte a provare a rovinare l’immagine di una persona, sono addirittura disposte a provare a rovinare il nome di una famiglia. Tutto ciò che sto passando non mi fa male, non mi provoca dolore perché la mia coscienza è pulita e sa che la verità, presto o tardi, trionferà sempre».

«HO LETTO LE CATTIVERIE DI TANTE DONNE» –

La ragazzina, che dopo quanto accaduto si è chiusa in casa, continua a non capire i motivi di questa violenza nei suoi confronti:

È una violenza fatta anche di volti al femminile, non solo di un becero maschilismo idiota: «Ho letto le cattiverie di tante donne, e sono figlie e madri, e non capisco davvero perché invece di solidarizzare mi attacchino e mi offendano senza mezzi termini».

(Photocredit copertina: Thinkstock)

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