Cosa sapere sul giacimento di gas trovato dall’Eni nel Mar Mediterraneo

Colpo grosso dell’ENI che ha individuato un deposito di gas da 850 miliardi di metri cubi. L’ad Descalzi: «Scoperta storica, trasforma lo scenario energetico». Renzi si complimenta: «Risultato straordinario».

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La mappa dei giacimenti egiziani di ENI, via neftegaz.ru

LA GRANDE AMICIZIA TRA L’ITALIA E IL REGIME EGIZIANO –

Se qualcuno voleva capire perché proprio l’Italia si sia proposta come uno dei paesi più vicini al regime egiziano di al Sisi, andato al potere consumando un massacro, la notizia della scoperta del più grande giacimento a gas del Mediterraneo da parte dell’ENI fornisce una motivazioni più che plausibile. Il giacimento si trova nell’offshore egiziano presso pozzo chiamato Zohr ed è situato a 1.450 metri di profondità sotto il livello del mare, nel blocco Shorouk, a circa 107 km dalla costa di Port Said. L’Eni lo ha ottenuto con l’accordo siglato nel gennaio 2014 con il Ministero del Petrolio egiziano e con la Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas) a seguito di una gara internazionale competitiva.

UNA SCOPERTA CHE CAMBIA MOLTO –

Una notizia di rilevanza internazionale destinata a rivoluzionare gli equilibri geopolitici nell’area, nientemeno che la scoperta del più grande giacimento a gas del Mediterraneo, che tanto per cominciare emanciperà l’Egitto dalle forniture israeliane e ridurrà di conseguenza lo spazio di mercato per il prodotto del Leviathan, altro enorme giacimento gas scoperto negli ultimi anni in Israele, ma più piccolo.

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UN GIACIMENTO GIGANTE PER L’ENI –

Il giacimento supergiant presenta un potenziale fino a 850 miliardi di metri cubi (bcm) di gas in posto (5,5 miliardi di barili di olio equivalente) e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. Si tratterebbe, quindi, di un giacimento anche più grande di Leviathan, il giacimento al largo delle coste di Israele, stimato intorno ai 620 bcm e ritenuto, finora, il maggiore del Mediterraneo. Tutto ciò potrà permettere all’Egitto di soddisfare la domanda di gas naturale del Paese per diversi decenni. E Zohr non sarebbe solo il sito più grande mai scoperto nel Mediterraneo, ma potrebbe diventare una delle maggiori scoperte di gas a livello mondiale.

UN SUCCESSO TUTTO DELL’ENI –

Eni, attraverso la controllata Ieoc Production BV, detiene nella licenza di Shorouk la quota del 100% e ne è l’operatore. L’Amministratore delegato del gruppo petrolifero, Claudio Descalzi, si è recato nelle scorse ore al Cairo per aggiornare il Presidente egiziano, Abdel Fattah Al-Sisi, e per parlare della nuova scoperta con il Primo Ministro del paese, Ibrahim Mahlab, oltre che con il Ministro del Petrolio e delle Risorse Minerarie, Sherif Ismail. Descalzi (in copertina) ha sottolineato la grande rilevanza del ritrovamento: «È un giorno davvero importante per la nostra società e le persone di Eni. Questo importante risultato è la conferma delle nostre competenze e delle nostre capacità di innovazione tecnologica con immediata applicazione operativa, e dimostra soprattutto lo spirito di forte collaborazione tra tutte le componenti aziendali che sono alla base di questi grandi successi. La strategia che ci ha portato a insistere nella ricerca nelle aree mature di paesi che conosciamo da decenni si è dimostrata vincente, a riprova che l’Egitto presenta ancora un grande potenziale. Questa scoperta storica sarà in grado di trasformare lo scenario energetico di un intero paese, che ci accoglie da oltre 60 anni. L’esplorazione si conferma al centro della nostra strategia di crescita: negli ultimi 7 anni abbiamo scoperto 10 miliardi di barili di risorse e 300 milioni negli ultimi sei mesi, confermando così la posizione di Eni al top dell’industria. Questa scoperta assume un valore ancora maggiore poiché fatta in Egitto, paese strategico per Eni, dove possono essere sfruttate importanti sinergie con le istallazioni esistenti permettendoci una rapida messa in produzione».

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