Violenze e incendi contro i rifugiati a Treviso

Hanno aggredito un operatore e poi danneggiato un appartamento che avrebbe dovuto ospitare alcuni rifugiati. Alcuni bravi cittadini di Treviso, spalleggiati da Forza Nuova e dal governatore del Veneto Luca Zaia si sono così resi protagonisti di una disgustosa manifestazione di violenza razzista.

luca zaia

UN ROGO CONTRO I PROFUGHI –

La protesta dei residenti di via Legnago, a Quinto di Treviso, si è trasformata in una violenta aggressione nella notte di mercoledì, quando un gruppo di persone ha aperto un alloggio destinato ai richiedenti asilo portando fuori letti e televisori e dandogli fuoco. I residenti sono furiosi perché la presenza dei profughi deprezzerebbe la loro proprietà, ma il motivo pare lo stesso che condividono molti veneti schieratisi contro l’accoglienza di 101 profughi mandati dalla Prefettura in una trentina di appartamenti in due palazzine: «Hanno trasformato le nostre case, che abbiamo pagato col mutuo, in un campo profughi. Devono andarsene di qui». Via, i profughi devono andare via, non importa dove.

 

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L’AGGRESSIONE E L’INCENDIO –

A fare le spese di tanta violenza è stato un operatore delle cooperativa che si occupa dell’accoglienza, portato in salvo a fatica evitando conseguenze peggiori. Una ventina di persone hanno poi passato la notte accampate in tenda davanti alle proprie abitazioni supportate dai militanti di Forza Nuova, che hanno allestito un presidio permanente accanto alle tende dei residenti. Nella mattinata di ieri è arrivato anche il governatore del Veneto Luca Zaia che ha ribadito la propria contrarietà alla presenza dei profughi in Veneto e che non ha speso una sola parola per condannare la violenza e la distruzione di beni pubblici e privati da parte della torma razzista. «Ormai non sono più solo i sindaci a ribellarsi, ma anche i cittadini, in un territorio che continua a pagare un prezzo elevatissimo a causa del dilettantismo di Renzi e Alfano», ha dichiarato Zaia, dando la colpa delle violenze non a chi se ne è reso responsabile, ma al governo colpevole di aver inquietato quei bravi cittadini costringendoli alla rivolta: «fa bene la gente a reagire contro un governo che oggi in un comune da 9.000 abitanti scarica senza preavviso due corriere di clandestini, senza identità, senza storia, senza controlli medici». Chissà se Zaia, usando la stessa logica, darebbe ragione a chi vorrebbe aggredire il governatore del Veneto.

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