Migranti, il Viminale ricorda a Maroni che le quote le ha inventate lui. Renzi: «Incentivi ai Comuni che accolgono»

Aggiornamento, 16.00 – 

Di fronte alle minacce di Roberto Maroni sul blocco dei fondi ai sindaci lombardi che accoglieranno nuovi migranti, Renzi ha replicato dalla Germania, ricordando che il sistema applicato è quello deciso proprio dal governatore lombardo, quando era a capo del Viminale. Ovvero, «dividendo le persone nelle regioni». Oppure, ha aggiunto, «possiamo lavorare sulla cooperazione internazionale e sul coinvolgimento dell’Europa». «Non è che se urli per persone non vengono più dall’Africa. Noi proviamo a risolvere il problema», ha spiegato il premier a margine della conferenza del G7. Per questo, l’intenzione del governo è quella di prevedere «incentivi, anche nel patto di stabilità, a quei Comuni che ci danno una mano nel gestire l’accoglienza dei migranti»

Secondo il premier, «la situazione è difficile ma non apocalittica. Inviterei tutti, anche i governatori della regioni, a recuperare il buon senso e il principio della buona amministrazione». Piccata la replica alle proteste del fronte dei governatori di centrodestra (Zaia in Veneto, Maroni in Lombardia, Toti in Liguria): «È facile dire “occupiamo le prefetture”. Ora serve risolvere il problema, non urlando più forte, ma risolvendo i guai combinati dagli stessi che oggi stanno urlano. E in alcuni casi i nomi sono gli stessi. Ci sono le firme sotto i documenti delle politiche sugli immigrati». Con un chiaro riferimento proprio a Maroni, quando era a capo del Viminale.

Migranti Renzi Maroni

Renzi ha rivendicato di aver denunciato, di fronte agli altri leader europei, come «il piano di accoglienza per 24mila profughi non è sufficiente». Una soluzione, ha anticipato, verrà cercata a livello comunitario entro il Consiglio Ue del 25 e 26: «Certo è difficile andare in Europa e dire “accoglieteli voi” come fa chi, come la Lega, al Parlamento europeo poi vota sempre contro ogni soluzione». 

Nel 2011 era proprio lo stesso Maroni, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, a dire l’esatto opposto:

«Lei ha annunciato un piano per la distribuzione dei profughi con una stima di 50.000 persone che potrebbero arrivare dalla Libia in Italia. Crede davvero di riuscire ad assisterle?

«Sono rimasto male impressionato per l’atteggiamento di alcuni amministratori locali che ufficialmente mostrano buona volontà e poi sottobanco cercano motivi per evitare di essere coinvolti. Lo ripeto: l’unica regione esclusa sarà l’Abruzzo. Altrove si procederà secondo il piano che ho sottoposto alle regioni, che prevede un tetto massimo di 1.000 profughi ogni milione di abitanti».

Chi decide dove alloggiarli?
«I governatori in accordo con province e comuni».

E se ci saranno rifiuti?
«Allora saremo noi a individuare le aree. Io sono un fautore della condivisione di queste scelte impegnative, ma se questo non è possibile – e soprattutto di fronte a una situazione di emergenza che riguarda profughi che scappano dalla guerra in Libia – saremo costretti ad agire d’imperio».

MIGRANTI, LA POLEMICA MARONI-GOVERNO –

L’intenzione di Roberto Maroni di bloccare i fondi ai sindaci che accoglieranno i migranti ha mandato su tutte le furie il governo, che ha annunciato una reazione «durissima» nel caso il presidente della Regione Lombardia dovesse confermare quanto annunciato. Più di un ministro, come raccontato da Repubblica, spiega in queste ore che nel caso di «ritorsione istituzionale» dei governatori del Nord (anche Luca Zaia e Giovanni Toti condividono la linea-Maroni) «si aprirebbe un contenzioso istituzionale di massima gravità al quale reagiremo con misure straordinarie».

 

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MIGRANTI, NEL 2011 LA DIRETTIVA SULLA SPARTIZIONE –

Scrivono Alberto D’Argenio e Vladimiro Polchi:

Praticamente forzando le regioni ribelli – oltre a Maroni sul piede di guerra ci sono anche il veneto Zaia e il ligure Toti – a farsi carico degli stranieri in arrivo dalle coste del Mezzogiorno. D’altra parte al ministero degli Interni si ricorda che la direttiva che impone la spartizione dei migranti risale al 2011 e fu firmata proprio da Roberto Maroni, ai tempi ministro dell’Interno di Berlusconi. «E come allora, nemmeno oggi possiamo lasciare da soli i sindaci solidali, per nessuna ragione al mondo», era il ritornello che ieri Alfano andava ripetendo ai collaboratori sbalordito per la sortita del suo predecessore al Viminale. Proprio oggi il ministro parlerà con i presidenti dell’Anci e della Conferenza delle regioni, Fassino e Chiamparino, per fare il punto della situazione, convinto che i governatori ribelli non abbiano i poteri per bloccare l’accoglienza dei migranti.

MIGRANTI, MORCONE: «MARONI E ZAIA HANNO TORTO» –

Ad evidenziare che «i governatori italiani hanno torto e dividono l’Italia» il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del ministero dell’Interno. In un’intervista al Mattino di Napoli ha spiegato:

«Maroni e Zaia hanno torto. Sono sicuro che se il presidente della Regione Lombardia avesse avuto un attimo di riflessione e avesse fatto ricorso ad un supplemento di comprensione, non avrebbe pronunciato quelle affermazione».
Perché Maroni avrebbe dovuto osservare un attimo di riflessione?
«Perché lui, da ex ministro dell’Interno, ha dovuto fronteggiare l’emergenza sbarchi nel pieno della crisi Centrafricana, perché lui creò il centro Cara di Mineo in Sicilia, per fronteggiare quella emergenza. Stop»

E ancora:

«Quando si tratta di combattere principi di irrealtà, nessuno si può arrestare sulla soglia della propria verità nel timore dell’incomprensione altri».
Perché, secondo lei, i governatori di Lombardia e Veneto hanno torto?
«Voglio sottolineare la nitidezza dei numeri. La Sicilia accoglie il 22% degli immigrati che giungono in Italia, dietro di lei Lazio e Campania. La Lombardia nonostante possa apparire terza in classifica nazionale, rispetto al numero degli abitanti e al Pil regionale, due criteri per la ripartizione dei migranti, è decisamente in debito di accoglienza. In coda, Veneto e Valle d’Aosta. Un terzo dei migranti accolti in Italia, minori esclusi, è distribuito in due regioni: Sicilia e Lazio, che ospitano rispettivamente il 22% e il 12% dei 73.883 totali».
Il Veneto?
Il Veneto è tra le grandi regioni del Nord quella che ospita meno persone, con il 4%, mentre chi ha meno migranti è la Valle d’Aosta, che ne ospita solo 62».

(Foto da archivio Ansa)

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