Papa Francesco e i movimenti ecclesiali verso il Giubileo 2015

Papa Francesco e i movimenti ecclesiali pronti al Giubileo del 2015: durante l’anno santo della Misericordia saranno almeno due i momenti delle celebrazioni dedicate alle associazioni di volontariato e ai movimenti che animano la vita della Chiesa Cattolica a partire dal Concilio Vaticano II. Un universo di gruppi e di realtà che si affiancano alla gerarchia cattolica e che organizzano il popolo dei fedeli laici, rivestendo a partire dagli anni ’70 un ruolo dalla precisa dignità canonica formalizzata in documenti ufficiali della Chiesa Cattolica.

 papa francesco giubileo 2015 folla
Ansaphoto

In vista del Giubileo Straordinario della Misericordia, che si aprirà il prossimo dicembre in Vaticano, Giornalettismo.com dedicherà dei focus approfonditi ai principali movimenti ecclesiali della cattolicità, esplorando l’universo del laicato organizzato, grande protagonista della chiesa del dopo Concilio Vaticano II.

MOVIMENTI ECCLESIALI, I NOSTRI APPROFONDIMENTI

 

(la lista sarà periodicamente aggiornata)

Ma cosa sono i movimenti dei laici organizzati all’interno della Chiesa Cattolica?

PAPA FRANCESCO E I MOVIMENTI ECCLESIALI, COSA SONO?

C’era una volta la Chiesa tradizionale, guidata dai sacerdoti pastori che si rapportavano direttamente con il proprio gregge formato da fedeli, battezzati, singolarmente presi; erano sporadiche ed eventuali le intermediazioni, le associazioni o i gruppi di fedeli, pur presenti fin dall’età antica sotto forma di confraternite o terz’ordini laicali, (come il terzo ordine francescano, che permetteva ai laici di vivere a loro modo la tradizionale spiritualità del poverello di Assisi). L’unica realtà organizzata, che ebbe pure una storia travagliata, è sempre stata l’Azione Cattolica, tenuta dal Vaticano in considerazione come fosse un’emanazione diretta – “pupilla degli occhi” del Papa – e non a caso presieduta nelle parrocchie direttamente dal presbitero titolare e non a caso, ancora, unica realtà cattolica sopravvissuta alle purghe fasciste del ventennio. Questa situazione cambia completamente con l’arrivo del Concilio Vaticano II, che, “innovando nella tradizione” come amano dire quegli esponenti meno favorevoli a vedere le assisi indette da Giovanni XXIII come una rivoluzione della Chiesa Cattolica, apre la strada alla fioritura delle associazioni e dei movimenti cattolici. Una delle costituzioni dogmatiche emesse dal Concilio, la Apostolicam Actuositatem, afferma chiaramente che nella Chiesa l’associazione dei fedeli è vista come un valore.

Perciò i fedeli esercitino il loro apostolato accordandosi su uno stesso fine. Siano apostoli tanto nelle proprie comunità familiari, quanto in quelle parrocchiali e diocesane, che già sono esse stesse espressione del carattere comunitario dell’apostolato, e in quelle libere istituzioni nelle quali si vorranno riunire. L’apostolato associato è di grande importanza anche perché sia nelle comunità ecclesiali, sia nei vari ambienti, spesso richiede di essere esercitato con azione comune. Infatti le associazioni erette per un’attività apostolica in comune sono di sostegno ai propri membri e li formano all’apostolato, ordinano e guidano la loro azione apostolica, così che possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente.

La successiva esortazione apostolica Christifideles Laici ha confermato il ruolo delle associazioni e dei movimenti ecclesiali nel tessuto della Chiesa; oggi il codice di Diritto Canonico spiega dettagliatamente quali sono i requisiti necessari per fondare associazioni riconosciute all’interno della Chiesa.

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ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI ECCLESIALI, COME FUNZIONANO

Per potersi dire “ecclesiale”, una associazione o un movimento deve essere riconosciuto per vari gradi dalle organizzazioni della Chiesa, e deve essere rispettosa di quattro criteri di ecclesialità stabiliti da Papa Giovanni Paolo II.

  • Il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità. Le aggregazioni di fedeli sono chiamate ad essere sempre più strumento di santità nella Chiesa.
  • La responsabilità di confessare la fede cattolica, in obbedienza al Magistero della Chiesa.
  • La testimonianza di una comunione salda e convinta, in relazione filiale con il Papa, “perpetuo e visibile centro dell’unità della Chiesa universale”, e con il Vescovo “principio visibile e fondamento dell’unità” della Chiesa particolare.
  • La conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa, ossia l’evangelizzazione e la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza”.

Questo è l’universo che Papa Francesco coltiva sapientemente, con uno spirito nuovo: lontano sia dall’aperta ostilità di qualche suo predecessore e di qualche vescovo e prete che mal tollera l’idea che i fedeli si organizzino autonomamente e costituiscano dunque un contropotere, una grana, un soggetto con cui instaurare un rapporto dialettico e basato sulla pari dignità; ma anche lontano dagli eccessi di un “movimentismo forzato” e carismatico alla Papa Wojtila.

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PAPA FRANCESCO E LE ASSOCIAZIONI LAICALI, UN RAPPORTO COMPLETO

Un articolo di Vatican Insider ha approfondito il rapporto fra l’ex vescovo di Buenos Aires e le associazioni e i movimenti ecclesiali.

Bergoglio ha presentato più di una volta i libri di don Giussani davanti ai ciellini della metropoli argentina, e ha detto messa in suffragio del sacerdote di Desio scomparso nel febbraio del 2005. L’allora cardinale di Baires ha celebrato liturgie eucaristiche con la locale Comunità di Sant’Egidio, e ha elogiato gli scritti di Andrea Riccardi presentandoli in pubblici incontri organizzati dai santegidini. Negli anni recenti ha partecipato a diversi incontri annuali organizzati da carismatici cattolici e evangelici a Buenos Aires, dove ha anche ricevuto l’imposizione delle mani da parte di pastori e sacerdoti, subendo per questo i rimbrotti antiecumenici dei tradizionalisti. Ha pregato sulla tomba di San Josemarìa Escrivà. Ha preso parte alla commemorazione dei cinquant’anni della presenza argentina dei Focolarini, sempre presenti alle preghiere ecumeniche per la pace svoltesi a Baires. Ha recitato il “rosario delle rose” nelle parrocchie bonaerensi affidate ai sacerdoti del movimento di Schöenstatt. Anche realtà numericamente più esigue come il movimento argentino Fundar – votato alla “evangelizzazione della cultura” soprattutto negli ambienti universitari e accademici – hanno trovato in lui un pastore incline a lasciar vivere e crescere sensibilità ecclesiali differenti, fuori da ogni disegno omologante.

Solo lo scorso 7 marzo, Papa Francesco ha incontrato i Neocatecumenali e Comunione e Liberazione: un vero e proprio bagno di folla. Insieme ai sacerdoti, agli ordini religiosi e ai fedeli singoli, i movimenti ecclesiali costituiscono una delle realtà più importanti della Chiesa degli ultimi anni. Dai movimenti ecclesiali vengono la stragrande maggioranza dei nuovi sacerdoti, dei missionari, delle forze fresche della Chiesa. Un universo in continua espansione a cui dal Vaticano – attraverso il Pontificio Consiglio per i Laici, alla vigilanza del quale le associazioni sono sottoposte – si guarda con interesse e attenzione, e a volte persino con sospetto.

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