La disoccupazione spacca l’Italia allargando il divario tra nord e sud

In Italia il tasso di disoccupazione è inferiore a quello della Germania, ma solo a Bolzano. Un’analisi incrociata degli ultimi dati Istat ed Eurostat, ad opera dell’Ufficio studi di Confartigianato, ha mostrato come il divario tra nord e sud stia diventando sempre più incolmabile. I risultati, anticipati dal quotidiano La Stampa, raccontano una storia di eccellenze, sia in positivo che in negativo. Se il nordest mantiene infatti un primato invidiabile, con tassi di disoccupazione inferiore a quelli tedeschi, nel meridione le cifre dei senza impiego si avvicinano a quelle di Grecia e Spagna.

IL NORD – La provincia di Bolzano detiene un record di occupazione invidiabile al punto che, se fosse uno stato, sarebbe il più efficiente d’Europa. Con un tasso di disoccupazione del 4.4%, Bozen sorpassa la Germania ancora “ferma” al 5%. Bene anche il resto del nordest con il Veneto che si attesta ai livelli dell’Olanda, il Friuli poco dietro alla Svezia e Lombardia ed Emilia Romagna che sorpassano Belgio, Finlandia e Polonia. Marche e Toscana battono i tassi Francesi mentre Pienmonte e Liguria si posizionano davanti a Irlanda, Slovacchia e Croazia.

IL SUD – Il panorama occupazionale del nord non somiglia neanche lontanamente alla situazione meridionale, che detiene un primato tutto negativo. In Campania, Sicilia e Calabria i tassi di disoccupazione superano drammaticamente il 20% rimanendo il fanalino di coda dell’Europa, davanti a Spagna e Grecia. Situazione peggiorata ulteriormente nel 2014 con tassi di disoccupazione più bassi di 1 punto in Grecia e di 1,6 punti in Spagna. In sud Italia invece i tassi hanno continuato ad aumentare registrando il +0.3 in Campania , +1.2 in Sicilia e Calabria e +1.7 in Puglia.

IL GAP – Il divario tra nord e sud continua ad allargarsi. Tra il 2008 e il 2012 due cicli di recessione hanno ridotto gli occupati meridionali di 520.000 unità (-8.2%), più del doppio rispetto al calo di 193.000 unità segnate nel Centro Nord. Le previsioni di crescita accendono una lievissima speranza di miglioramenti, ma non nell’immediato. La Stampa riporta che:

Il governo nel suo ultimo Def prevede che quest’anno il tasso di disoccupazione scenda in maniera molto contenuta, dal 12,7 del 2014 al 12,3 per toccare l’11,7 nel 2016, l’11,2 nel 2017, il 10,9 nel 2018 ed il 10,5 nel 2019 comprendendo in queste stime anche l’effetto delle tante misure di sostegno varate negli ultimi tempi col Jobs act che valgono 0,1 punti di disoccupazione in meno nel 2016, 0,2 punti nel 2017-2018 e mezzo punto l’anno seguente.

Percorso tortuoso ancora per molto quindi, nonostante i primi spiragli di luce inizino a filtrare anche nel nostro paese.

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