Mafia a Roma, gli 88 clan nel Lazio. Paura per il “Giubileo Criminale”

Mafia a Roma, sono 88 i clan mafiosi fra Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Cosa Nostra e criminalità autoctona: il rapporto dell’Osservatorio per la Legalità nel Lazio disegna un quadro impietoso del fenomeno mafioso nella nostra regione; secondo Giampiero Cioffredi, il presidente dell’Osservatorio, questi numeri sarebbero addirittura “sottostimati” anche se fanno volare il Lazio al quinto posto fra le regioni a maggior presenza mafiosa d’Italia.

MAFIA A ROMA, GLI 88 CLAN NEL LAZIO

Scrive il Messaggero fra gli 88 clan mafiosi presenti sul territorio regionale, “35 appartengono alla ‘ndrangheta, 16 a Cosa Nostra, 29 alla Camorra, 2 alla Sacra Corona Unita, e 6 sono organizzazioni autoctone, fra cui Mafia Capitale”, per non contare le cosche straniere “le mafie nigeriane degli Eye e degli Aye, e la malavita giordana”.

Una ramificazione che rende ostaggi interi quartieri, sopratutto a Roma Est: da San Basilio, dominato dalla ‘ndrina dei Gallace, a Tor Bella Monaca, il regno dei Casamonica. Poi c’è l’Esquilino, in mano alla mafia cinese, il Quartiere AFricano dove si sono radicati i Mazzagatti, la potente ‘ndrina di Oppido Mamertina, Primavalle, sotto scacco delle famiglie Domizi e Mazza, e ancora Ostia, terra d’affari del clan Fasciani.

Migliaia di affiliati, 834 inquisiti per mafia negli ultimi 2 anni, cosche attive “nella droga, nel turismo e nella ristorazione”. Ma anche mafia dei colletti bianchi: “Nella nostra regione le operazioni finanziarie sospette segnalate da Bankitalia per il 2013 sono state 9188: valore stimato, 10 miliardi di euro. Un dato pari al 14% delle operazioni nazionali e che vede il Lazio al secondo posto dopo la Lombardia”.

 

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Fonte: Osservatorio per la legalità Lazio

 

PAURA PER IL GIUBILEO: APPETITI CRIMINALI

“Credo che nessuno possa dire che esiste una porzione di territorio nel Lazio dove non c’è un problema genericamente malavitoso”, dice Michele Prestipino, magistrato della Dda di Roma, arrivato in città un anno e mezzo fa direttamente da Reggio Calabria. “Non vorrei che a Roma si ripetesse il drammatico deja vu che accadde in Lombardia, quando i vertici politici del 2010 si sbracciavano nel dire che quella Regione era immune da pericolo mafioso proprio mentre 25 capi della ‘ndrangheta si riunivano nel milanese per eleggere il capo della Lombardia”. Dopo il caso di Ostia, in cui il presidente del municipio Andrea Tassone si è dimesso proprio per l’impossibilità di amministrare un territorio dominato dalle cosche mafiose, la partita preoccupante è quella del Giubileo: “Regole, regole e regole” è il motto di Alfonso Sabella, assessore alla Legalità di Roma Capitale, che sovrintenderà i gruppi di lavoro degli assessori in vista del giubileo. “C ‘è una diffusa carenza di etica e quando si apre uno spazio c’è sempre qualcuno che cerca di infilarsi”, dice Enrico Feroci,  direttore della Caritas. Il timore di un “Giubileo Criminale”, scrive Repubblica, preoccupa tanti.

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