L’antisemitismo raccontato dai giovani ebrei tedeschi

19/03/2015 di Redazione

Giovani ebrei in Germania. Spiegel Online ha intervistato sette studenti, che raccontano come siano percepiti dai loro coetanei. In Germania, come in tanti altri Paesi europei, essere ebrei è tornato a essere un problema. L’antisemitismo è un sentimento diffuso, e i giovani ebrei intervistati dal sito di informazione tedesco più letto hanno deciso di non nascondere la loro identità.

GIOVANI EBREI –

Il sedicenne Alexander Gottlieb, di Amburgo, rimarca come all’inizio del suo percorso scolastico avesse celato agli altri compagni di classe di essere ebreo. Quando l’ha rivelato, alcuni ne son stati sorpresi, altri invece sono rimasti indifferenti, visto che si trattava semplicemente di un’altra religione. Diversi ragazzi, rimarca Alexander, hanno un’immagine falsa dell’ebraismo, ricca di pregiudizi relativi a ricchezza vasta, avidità e naso a punta. La maggior parte dei suoi compagni di classe si rapportano normalmente con gli ebrei. Alexandra Lachmann, di 14 anni, racconta di aver percepito notevole curiosità sul fatto che lei sia una giovane ebrea. A volte non sa rispondere alle domande che le vengono poste sulla sua religione, visto che lei non è credente. Alexandra ha testimoniato alcuni episodi inquietanti, anche se lei non li definisce antisemiti. Una volta in classe un suo compagno ha disegnato una svastica sulla lavagna, come ha più volte osservato ragazzi farsi il saluto nazista. Secondo Alexandra questi episodi sono però frutto di un’ignoranza sul vero significato di simili gesti, piuttosto che manifestazioni di razzismo contro i giovani ebrei.

ANTISEMITSMO – Lionel Reich ha 17 anni e racconta a Spiegel Online di esser rimasto molto colpito quando a una festa ha sentito dei ragazzi insultare gli “sporchi ebrei”, espressione tipica dei nazisti. Lionel confessa di non voler esser apostrofato come ebreo quando i suoi compagni di classe si rivolgono a lui in quel modo, anche se non hanno intenzioni antisemite. A Lionel invece piace quando i suoi amici gli chiedono dell’ebraismo e dei suoi giudizi sulla politica israeliana. Roman Udler, un ragazzo di 18 anni, ha subito invece un grave episodio di antisemitismo, che ha denunciato al preside della sua scuola. Una volta un ragazzo, che aveva perso una scommessa, l’ha minacciato di gasarlo mostrandogli un accendino. Il suo compagno di classe è stato in seguito trasferito. Kristina Varvarych confessa di aver sofferto per come sia stata trattata male da tanti suoi compagni di classe. Essi le dicevano come si notasse che fosse ebrea, una frase che le ha procurato molti turbamenti. Michael Movchin racconta come tutti i suoi conoscenti sappiano che lui sia un giovane ebreo, visto che è molto attivo nella comunità di Monaco di Baviera. A scuola non ha mai subito episodi di antisemitismo, anche se quando ha organizzato una manifestazione in solidarietà di Israele l’estate scorsa, ai tempi del conflitto con Gaza, ha ricevuto diversi insulti. A Berlino invece Michael si è scontrato con l’antisemitismo di un venditore di kebab, che dopo aver visto la stella di Davide esposta sul suo vestito gli ha spiegato di non voler avere clienti ebrei.

Photocredit: OREL COHEN/AFP/Getty Images

Share this article