Roma, anche la Onlus di Ignazio Marino nell’affittopoli

Roma, anche la Onlus di Ignazio Marino nella svendopoli, o affittopoli, che domina le pagine delle cronache da Roma Capitale. A rivelarlo è la lista civica per Alfio Marchini sindaco che con il capogruppo Alessandro Onorato sta per pubblicare, una volta terminati gli incroci di database, la lista completa degli immobili dati in concessione dal comune: la Onlus Imagine, cofondata da Ignazio Marino alcuni anni fa, ha sede in un immobile in via dei Volsci, di proprietà del comune, ma dato in concessione dal 2005 per un affitto mensile da poco più di 160 euro al mese.

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ROMA, LA ONLUS DI IGNAZIO MARINO NELL’AFFITTOPOLI – “Una volta diventato sindaco, Marino ha lasciato la fondazione”, affermano da palazzo Senatorio; vero è anche che da quando ha in gestione lo stabile, la fondazione ha pagato 22mila euro in lavori di ristrutturazione, segno che l’immobile proprio in eccellente stato non dovesse essere. “Ecco i primi casi, ma ce ne sono centinaia. Andremo avanti finché

questo scandalo non finirà e non si decideranno a sospendere questa sciagurata delibera. Non si può votare in assenza di un quadro di informazioni trasparente, preciso ed esaustivo: come e su quali elementi di realtà i consiglieri dovrebbero decidere?”, è il commento di Alessandro Onorato, che come detto si prepara a divulgare un primo censimento, elaborato dalla sua forza politica, degli immobili in concessione a partiti, associazioni culturali, realtà del terzo settore da parte del Comune di Roma. “Ci sono due distributori di benzina in via Egidio Galbani (58 euro al mese) e via di Vigna Murata (164 euro), un supermarket di prodotti etnici in via Giolitti (0,22), un ristorante in via Appia Antica (258), un bar in via dei Campi sportivi (25), uno stabilimento balneare a Ostia (7), un ristorante con centro equestre nella pineta di Castel Fusano (4), un vivaio in via di Decima (22) e uno store di piazzale della Radio (543)”, scrive il Messaggero.

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SALTA L’AULA, PROTESTE DALL’OPPOSIZIONE – L’assessore competente, Alessandra Cattoi, afferma che “Onorato ha messo in giro elenchi di immobili del Comune che non sono in vendita: sono stati dati in concessione nel passato ad associazioni, ambasciate, enti religiosi e partiti, proprio in ragione dell’attività che essi svolgono. E, proprio perché in concessione, si tratta di beni non alienabili. Evidentemente Onorato non sa di che parla, oppure immagina che la sede, per fare un esempio, della Caritas possa essere messa in vendita”; la diversa natura della destinazione dei beni impedirebbe dunque l’alienazione. Ma che la maggioranza non abbia ancora trovato la quadra sulla delibera sembra un fatto, se è vero che ieri la seduta d’aula è andata in fumo per la mancanza del numero legale, causando le proteste dell’opposizione.

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REGALOPOLI, LA PROCURA INDAGA – Nel frattempo, da una costola dell’inchiesta sul Circolo degli Artisti la procura di Roma sta allargando il raggio e vuole vederci chiaro su quella che ormai viene chiamata la “regalopoli” capitolina.

Un faldone con migliaia e migliaia di indirizzi di immobili che ora saranno spulciati uno ad uno, a caccia più degli abusi più che delle irregolarità. Soffitte, locali commerciali, uffici pubblici e privati, magazzini, da via In Selci a Piazza di Trevi passando per via del Colosseo, via Giolitti. Dal centro alla periferia. Con una forte concentrazione di locali commerciali nel cuore della città, da Sant’Eustachio a Torre Argentina fino al Viminale.

Stanno venendo ascoltati funzionari e dirigenti degli uffici Patrimonio del Campidoglio, che stanno confermando che, sì, di immobili concessi in affitto o dati in concessione a canone zero ce ne sono, e parecchi: l’ipotesi di reato è omissione in atti di ufficio.

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