Renzi a Torino: «Dico no ad un’Italia pigra e rassegnata»

Giornata piemontese per Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio, dopo aver partecipato ai funerali di Michele Ferrero, ha fatto visita agli stabilimenti Fiat, si è recato al centro ricerche della General Motors a Torino ed ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Torino. E dal Piemonte Renzi lancia nuovamente il suo messaggio di speranza per il futuro: «C’è bisogno di un cambio radicale che permetta a ciascuno di noi di pensare all’Italia come luogo in cui tutto è ancora possibile. Dico no ad un Paese pigro e rassegnato».

 

Renzi a Torino: «Dico no ad un'Italia pigra e rassegnata »
Marco Alpozzi/LaPresse

«IL POLITECNICO DI TORINO CULLA DI TALENTI» –

Renzi si è rivolto agli studenti del Politecnico di Torino chiedendo loro di non guardare al passato ma di puntare sempre al futuro: «Sono qui per chiedervi una mano: mai come in questo momento il paese ha bisogno di poter contare di una struttura come il politecnico di Torino. Vi auguro un anno di crescita di talento e libertà. Qui si sono laureati grandi nomi, come Sergio Pininfarina o Adriano Olivetti ma anche personaggi meno noti come Chiariglione che ha inventato l’mp3. Alcune delle più importanti novità del nostro tempo sono nate qui, una larga parte dell’ innovazione che il paese conosce».

 

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«L’ITALIA È RACCONTATA CON PIGRIZIA» –

Renzi ha poi parlato della questione legata alla «fuga dei cervelli» auspicando un futuro in cui l’Italia possa trarre vantaggio dalla globalizzazione: «Finirà il noioso ping pong dei talk show per il quale siamo solo un paese con cervelli in fuga. Questo è l’obiettivo di riforme strutturali che sono un cambio delle regole del gioco fondamentale e imprescindibile». Perché la chiave del futuro del nostro Paese passa da una diversa concezione dello stesso da parte dei suoi abitanti: «serve un cambio radicale che permetta a ciascuno di noi di pensare all’Italia come luogo in cui tutto è ancora possibile. Trovo ci sia un racconto del nostro Paese noioso, patetico talvolta, che non nasce da cattiveria, malafede, ma dalla pigrizia. L’Italia viene descritta come un Paese il cui tempo è già trascorso, con nostalgia, con cliché e luoghi comuni che impediscono di immaginare la globalizzazione come grande alleato».

«LA DEMOCRAZIA? SE HAI PERSO DOMANI PUOI VINCERE» –

Renzi ha colto l’occasione per parlare del cammino delle riforme in Parlamento, rivendicando la sua volontà di tirare dritto nonostante la fibrillazione delle opposizioni: «Bisogna smontare il principio culturale che troviamo contro in Parlamento tutti i giorni, per cui non si punta a far fare le cose ma a bloccare gli altri. La democrazia non è il sistema dove non vince mai nessuno ma dove se hai perso, domani puoi vincere: tuo compito è trovare idee che siano più convincenti di quelle degli altri». Secondo Renzi poi il beneficio portato dalle riforme si vedrà con il tempo, a conclusione di 70 anni di dibattito: «Arriverà il momento in cui potremo discutere del merito e la nebbia dell’ideologia finalmente si diraderà e vedremo come queste riforme non sono altro che la conseguenza di un confronto durato 70 anni tra gli esperti e gli addetti ai lavori».

«LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ARRIVERÀ» –

A proposito di riforme, Renzi ha colto l’occasione per parlare di quella della Pubblica Amministrazione, arenata in Parlamento a causa del dibattito parlamentare: «Mentre la riforma del lavoro è già ai decreti attuativi, quella della Pubblica amministrazione è ancora in prima lettura in commissione e non certo solo per responsabilità nostra, ma perché questo è il vero freno del sistema». Renzi ha ribadito l’impegno del suo governo a proseguire sulla strada della semplificazione: «Saremo credibili se da qui alla fine 2018 renderemo l’Italia migliore e più semplice. Se per una legge va scritta una circolare vuol dire che la legge non è chiara. Se una legge ha bisogno una settimana dopo che è stata pubblicata di una seconda legge esplicativa è perché non era stata scritta bene in primo luogo».

«IL POLITECNICO NON È UN COMUNE DI 5.000 ABITANTI» –

Renzi ha poi parlato di Università rivolgendosi al Governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, e segnalando come sia necessario «un passo in più affinché le grandi università non siano stritolate dai confini amministrativi. Non si puo’ gestire il Politecnico come gestisci un comune di 5mila persone. Una grande università ha il compito di stare non sul mercato ma nello scenario internazionale». E sempre parlando di Università, per Renzi è ridicolo «negare che vi siano diverse qualità nell’università. Ci sono istituti di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione dentro l’università e pensare che tutte possano essere uguali e’ antidemocratico, non solo anti-meritocratico».

«IL FUTURO PASSA DALLA RICERCA» –

Il futuro secondo Renzi dipenderà dal ruolo che avranno scuola, università e ricerca in Italia, tre strumenti che «possono costituire la carta vincente per il nostro Paese per uscire non dalla crisi economica ma da anni di rassegnazione, stanchezza, sguardo rivolto a terra senza una minima progettazione del futuro». A tal proposito il domani sembra quantomeno roseo: «Finalmente vediamo segnali di ripartenza. Sono ancora timidi, ma sono segnali che qualcosa sta cambiando anche in conseguenza della battaglia fortissima fatta in Europa».

LA VISITA DI RENZI A MIRAFIORI –

Inevitabile infine un riferimento a Fca, vista la presenza a Torino e la visita agli stabilimenti di Mirafiori: «Sono sicuro che il meglio debba venire. Il rilancio sarà sorprendente non solo per i critici ma anche per chi ha sostenuto quel cambiamento. Questo è il Paese in cui anche un’azienda considerata cotta e decotta fino a dieci anni fa, si va a comprare una delle più grandi realtà automobilistiche americane. È impressionante vedere come sono cambiati i rapporti». Renzi come detto ha visitato il Centro Stile di Fca e lo Stabilimento di Mirafiori ha incontrato oggi a Torino il Presidente di Fiat Chrysler John Elkann e l’amministratore delegato Sergio Marchionne visionando i progetti della Maserati Levante, il primo Suv della casa del Tridente.

RENZI TRA APPLAUSI E CONTESTAZIONI –

La giornata di Renzi a Torino verrà ricordata dal Presidente del Consiglio anche per due episodi antitetici che hanno mostrato sia il sostegno sia la disaffezione nei suoi confronti. Nel corso del suo intervento al Politecnico di Torino Renzi è stato apostrofato così da Livio Sera, rappresentante degli studenti: «Contro questo capolavoro di retorica mi prendo la responsabilità di consegnare questo cappello dal giullare». Il ragazzo è stato prontamente allontanato. All’esterno della Fissore Ceramiche di Moncalieri invece Renzi è stato accolto da una piccola folla che lo ha applaudito e ne ha approfittato per farsi degli autoscatti. La gente lo ha accolto con frasi come «bravo», «sei più bello dal vivo» «Matteo fai qualcosa».

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