Isis: cosa c’è di vero nell’attacco di terra egiziano in Libia

Fonti egiziane riprese per ora solo nel nostro paese parlano di un attacco di terra a Derna, durante il quale truppe egiziane avrebbero catturato una cinquantina di uomini dell’ISIS per portarli poi in Egitto. L’ipotesi non è del tutto inverosimile, ma in mancanza di dettagli su un attacco necessariamente robusto a una città che è comunque a più di 250 chilometri dal confine egiziano, occorre accoglierla con il beneficio d’inventario. Le fonti infatti non dicono come gli egiziani sarebbero arrivati a Derna e non offrono altri dettagli sull’operazione. L’interesse di al Sisi a porsi come la soluzione al problema dell’emergere dell’ISIS in Nordafrica è evidente, visto che questo ruolo lo pone al riparo dalle critiche degli occidentali che lo accusano di aver preso il potere con un golpe, restaurando la dittatura dei militari che per 30 anni ha governato l’Egitto fino alla rivoluzione che ha rovesciato Mubarak.

GLI UOMINI DI MISURATA LIBERANO SIRTE – Va male anche a Sirte per gli uomini dell’ISIS, da dove invece sarebbero stati cacciati dagli uomini delle milizie di Misurata, che pur affiliati all’alleanza d’ispirazione islamica che controlla l’Ovest del paese e fa riferimento al governo insediato a Tripoli, hanno mosso immediatamente contro gli uomini che avevano rivendicato il possesso della città al califfato. Gli uomini di Misurata avrebbero rastrellato la città, liberando la radio e gli altri edifici pubblici «conquistati» dagli uomini dell’ISIS e catturato una cinquantina di militanti.

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LA GUERRA OLTRE LA PROPAGANDA – La situazione resta quindi caotica e poco trasparente, ma è netta l’impressione che per gli uomini dell’ISIS, appena qualche centinaio sparsi in tre città, sia giunta l’ora nella quale si ritrovano tutti contro e non hanno la forza per resistergliD. A margine resta la pessima prova del governo sostenuto dalla comunità internazionale, quello che fa base a Tobruk. Il premier Abdallah al Thani ieri non ha trovato di meglio che raccontare a una radio tunisina che l’ISIS e i Boko Haram stanno convergendo verso il paese vicino. Allarme del tutto inverosimile e non solo perché da dove stanno i Boko Haram a Tunisi ci sono 2.500 chilometri di deserto o perché gli africani di carnagione nera in Nordafrica sono accolti malissimo, ma soprattutto perché nell’agenda dei Boko Haram non c’è mai stato spazio per azioni al di fuori della loro regione di residenza e nessun interesse per quel che accade altrove. Lo stesso al Thani aveva in precedenza invocato l’intervento occidentale annunciando che diversamente l’ISIS avrebbe attaccato l’Italia partendo dalla Libia.

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