Così Papa Francesco vuole riformare la Curia

Così Papa Francesco vuole riformare la Curia Vaticana: sono in corso i lavori del Concistoro dei Cardinali, l’assemblea delle berrette rosse che coadiuvano il Pontefice nel governo della Chiesa. Un governo che Papa Francesco ha intenzione di cambiare profondamente, anche perché, come ha detto il pontefice argentino, la riforma della Curia non è “fine a sé stessa: serve a dare una grande testimonianza cristiana, a promuovere un’evangelizzazione più efficace, a promuovere uno spirito ecumenico più fruttuoso, ad incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti”.

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Lapresse-REUTERS/Stefano Rellandini

PAPA FRANCESCO E LA RIFORMA DELLA CURIA – Un obiettivo che, dice il Papa, certo non sarà facile da raggiungere, perché “richiede tempo, determinazione e sopratutto la cooperazione di tutti”. Ma, continua il Papa, “dobbiamo renderci conto che ci affidiamo prima di tutto allo Spirito Santo”. La riforma della Curia che il Pontefice vuole promuovere comprenderebbe la nascita, scrive la Stampa, di “due nuove congregazioni che assorbiranno almeno sei attuali pontifici consigli: laici, famiglia e vita, da un lato, e, dall’altro, carità, giustizia, pace e – novità rispetto al passato – ecologia, ambientale e umana”. Non si tratta semplicemente di una scelta meramente organizzativa, si tratta di assegnare a questi temi uno specifico “ministero” nel governo della Curia, così da sottolinearne l’importanza nell’ambito della Chiesa universale.

Sulla proposta di riforma sta lavorando un gruppo di nove cardinali, il cosiddetto “consiglio dei 9”, che presenterà una riforma definitiva entro il 2016; il Concistoro, scrive il National Catholic Reporter, “si sta incontrando per discutere il processo di riforma, che sembra languire riguardo il fine, lo scopo e il ruolo della burocrazia della Chiesa”.

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L’ECONOMIA, LO IOR E IL CARDINAL BERTONE – Sopratutto la questione economica è al centro degli interessi dei Cardinali. I Principi della Chiesa hanno oggi ascoltato “una amplissima relazione a più voci” aperta dall’intervento del super-prefetto all’Economia, il Cardinale George Pell; ha poi parlato, ricorda La Stampa, il presidente dello Ior, Jean Baptiste de Franssu: un intervento, il suo, arrivato dopo l’intervista esclusiva rilasciata dall’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone all’Huffington Post, in cui il prelato ha annunciato che nel libro che sta scrivendo ci saranno molte spiegazioni riguardo il suo presunto ruolo di “padre padrone nella gestione dello Ior”.

Ero presidente della Commissione di vigilanza e agivo di comune accordo con i cardinali. E’ stato detto che spesso erano contrari alle mie decisioni, ma anche questo non è vero. Eravamo sintonizzati e rispettosi dello statuto. Quanto a me, era mio compito anche ascoltare il presidente e il Consiglio di sovrintendenza e l’agenda di tutti gli incontri lo conferma. Non ero né il padrone né il despota della banca. E ogni decisione era sempre presa in accordo col Santo Padre. D’altra parte lo Ior ha una sua organizzazione che ha sempre funzionato

L'ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone
L’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone

Nell’intervista Bertone è anche tornato sulla vicenda del presunto superattico nella Città Leonina che aveva fatto scalpore sulla Stampa nazionale.

Quando [il Papa] ha citato i “traslochi” come una delle malattie della Curia si riferiva a lei?
“Non lo so. Ma quando c’è stato il primo attacco su questo appartamento lui mi ha telefonato e mi ha detto: guardi che io non ho nulla in contrario che lei vada ad abitare al terzo piano di Palazzo San Carlo. Che poi bisognerebbe dire che qui nel Palazzo c’era un progetto preesistente e non mio, per una costruzione sul terrazzo…”.

Quindi è il Papa che le ha assegnato questa abitazione.
“Certo che sì. E nel colloquio che abbiamo avuto mi ha anche detto: sopra non costruiamo più niente, però facciamo aggiustare il pavimento del terrazzo perché ci piove dentro. E ironia della sorte purtroppo ci piove ancora, proprio nella mia stanza da letto (sorride). Figuriamoci se avrei fatto di testa mia”.

Il Cardinale ex-Segretario di Stato ostenta dunque serenità nel ribadire che fra quello fra lui e Papa Francesco è sempre stato un rapporto fraterno.

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IL RUOLO DEI LAICI – Rapporto più complicato quello che rischia di diventare quello fra il Papa e alcuni gruppi e associazioni di laici cattolici che chiedono più coraggio nel processo di riforma della Curia. I giornalisti in Sala Stampa, parlando dell’ipotetica nuova congregazione dei Laici, hanno chiesto se potesse essere ipotizzabile l’attribuirne la presidenza ad, appunto, un laico: “Sarebbe impensabile”, ha detto padre Federico Lombardi, “perché il livello della responsabilità insita in un tale ruolo la renderebbe senza alcun dubbio appannaggio esclusivo di un cardinale”. Secondo il decano della Sala Stampa Vaticana, John Thavis, una tale posizione mirerebbe a “ridurre le aspettative” di vari osservatori; tuttavia, alcune associazioni laicali progressiste americane si stanno già attrezzando per pretendere nel prossimo Sinodo della Famiglia, in programma per il prossimo ottobre, posizioni ancora più avanzate su “divorziati e risposati, conviventi, coppie di religione mista, famiglie povere, single, famiglie con membri LGBT, coppie omosessuali” e hanno,  per questo, aperto una petizione.

 

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