Come il Lussemburgo aiuta Amazon a evadere le tasse

La Commissione Ue accusa il Lussemburgo di aver praticato aiuti di Stato illegittimi in favore di Amazon. Il gigante dell’e-commerce americano sarebbe stato favorito da un tax ruling che consente praticamente di annullare la tassazione sulla gran parte del ricavato del gruppo in Europa. Una pratica garantita dal meccanismo di transfer pricing, che secondo l’esecutivo comunitario sarebbe stato nel caso di Amazon una cosmesi contabile per evitare la giusta imposizione.

AMAZON E L’UE – La Commissione Ue ha concluso la sua indagine preliminare sui tax ruling di cui ha beneficiato Amazon in Lussemburgo. Secondo il giudizio preliminare dell’Antitrust comunitario, sancito a ottobre ma pubblicato solo ora, Amazon avrebbe tratto vantaggio da un aiuto di Stato illegittimo concesso dall’allora governo del Granducato guidato da Jean-Claude Juncker. Un caso politicamente piuttosto rilevante, visto che coinvolge l’attuale presidente della Commissione, e che riapre il dibattito sulle pratiche fiscali molto favorevoli concesse dal Lussemburgo negli ultimi decenni alla base del caso LuxLeaks. Il giudizio della Commissione, rimarca il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, è particolarmente severo, e sembra poter fornire una base agli altri procedimenti sui tax ruling aperti in questi ultimi anni su diverse multinazionali americane ed  europee, come Starbucks o Fiat, che hanno tratto benefici fiscali corposi dalle pratiche impositive del Lussemburgo così come di Irlanda e Paesi Bassi. L’Antitrust comunitario contesta diversi punti alle autorità del Granducato, come i soli 11 giorni in cui è stato autorizzato il complesso meccanismo di transfer pricing alla base del tax ruling di cui ha beneficiato Amazon. Ulteriore elemento di sospetto è il fatto che questo sia stato autorizzato nel 2003, e mai più rivisto da allora.

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AMAZON E LE NON TASSE IN LUSSEMBURGO – Il tax ruling, l’accordo fiscale che regola i transfer pricing all’interno di diverse aziende di uno stesso gruppo,  concesso dal Lussemburgo ad  Amazon permette alla società di riferimento del gruppo nell’Ue, Amazon EU Sàrl, di non pagare praticamente le tasse secojdo la Commissione europea. I ricavati di Amazon a livello europeo vengono trasferiti ad Amazon EU Sàrl, che però trasferisce a sua volta gran parte di questo flusso di denaro a un’altra società del gruppo, Amazon Europe Holding Technologies SCS. Questa azienda non deve però pagare nessuna tassa in Lussemburgo, visto che sposta le sue entrate a due altre società del gruppo. Sz rimarca come l’UE abbia censurato i nomi di queste aziende, che sarebbero A9.comInc.com e Amazon Technologies Inc, che ha la propria sede in un paradiso fiscale americano, lo stato del Nevada. Amazon EU Sàrl deve a sua volta pagare alle società del gruppo europee le tasse per l’utilizzo del software con cui avviene il commercio online. Maggiore è il suo utilizzo, maggiori sono le tasse da trasferire.

Il tax ruling tra Amazon e Lussemburgo però utilizza un altro tipo di contabilità, che permette a Amazon UE Sàrl di versare una quota del suo profitto, che viene in gran parte già trasferito a Amazon Holding Technologies SCS. Il profitto di Amazon EU Sàrl ha un tetto al massimo dello 0,55% del fatturato, un livello troppo basso secondo la Commissione, che permette l’abbattimento dell’imposizione fiscale dovuta. Il giudizio negativo dell’Antitrust Ue è per il momento provvisorio, e se verrà confermato potrebbe portare a una sanzione piuttosto pesante a livello finanziario. Amazon potrebbe esser condannata a risarcire centinaia di milioni di euro, ma la società americana, che ribadisce la legittimità del tax ruling contestato, avrebbe la facoltà di appellarsi alla Corte di Giustizia Ue.

Photocredit: David McNew/Getty Images

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