«L’Isis ha finanziato il terrorismo con il porno»

L’Isis si è finanziata con il porno. Secondo una docente universitaria americana l’organizzazione terroristica di al-Baghdadi ha avviato le sue attività anche grazie a soldi raccolti con il commercio illegale di materiale hard, nonostante segua e imponga un’interpretazione della Sharia che punisce severamente la pornografia così come costumi sessuali liberi.

ISIS E IL PORNO – L’Isis si è affermata come un’organizzazione fondamentalista particolarmente severa e feroce contro chi ha uno stile di vita occidentale, anche per quanto riguarda la sfera sessuale. La pornografia così come i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio sono strettamente vietati, e puniti in modo feroce, anche con la morte, all’interno dei territori governati dal califfo al-Baghdadi. Una docente statunitense, la professoressa Louise Shelley della George Mason University, una delle massime esperte di terrorismo a livello mondiale, afferma però come l’Isis abbia finanziato le sue attività iniziali attraverso il porno. Il gruppo terroristico ha avuto bisogno di un capitale di partenza, e per crearlo ha operato sul mercato nero vendendo sigarette, telefonini così come materiale pornografico. Le prove sicure delle attività hard dell’Isis provengono dalla provincia dell’Iraq occidentale al-Anbar, secondo le informazioni raccolte dalla docente statunitense, che spiega come la vendita illegale di materiale a luci rosse sia avvenuta verso la fine dello scorso decennio. La professoressa Louse Shelley spiega a Bild di aver però diversi dubbi che in questo momento l’Isis utilizzi ancora il porno per finanziare le sue attività militari.

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IL TERRORISMO E IL PORNO – In questo momento l’Isis si finanzia principalmente attraverso la vendita di petrolio, da cui ricaverebbe circa un milione di dollari al giorno secondo lei. Il commercio di altri beni come sigarette o appunto il porno non sarebbe più necessario per il momento, anche se Isis potrebbe utilizzare le antiche fonti di gettito in caso di necessità finanziaria. Il crollo del prezzo del petrolio ha danneggiato anche le sue attività. L’esperta di terrorismo si dichiara non sorpresa dal fatto che l’esercito dello Stato Islamico commerci con il porno, nonostante il divieto di materiale hard imposto nei territori dell’autoproclamato califfato. «Ci sono molti casi simili, per esempio in Afghanistan. Sul computer di Osama Bin Laden fu trovato del porno», rimarca la professoressa Shelley. Un video dell’Esercito siriano libero, uno dei maggiori avversari dei jihadisti, è stato mostrato come in un quartiere generale dell’Isis nella zona sud di Damasco ci fossero sia porno che alcol. Una palese contraddizione con i precetti dei fondamentalisti di al-Baghdadi, che umiliano in pubblico e puniscono severamente le persone trovate in possesso di materiale hard. Alla fine di dicembre i militanti dell’Isis avevano frustato in piazza un uomo nella provincia siriana di Deir ez Zof perché avevano trovato porno sul suo cellulare.

Photo credit: TAUSEEF MUSTAFA/AFP/Getty Images

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