Charlie Hebdo, «L’arma della satira è l’intelligenza: fa più male di un fucile o di una bomba»

«Dopo quello che è successo ho ancora più voglia di dire la mia». A parlare è Sergio Staino, storico fumettista e disegnatore italiano: è tempo di alzare le matite, di continuare a disegnare rivendicando il potere della satira e la sua libertà di esagerare perché la minaccia terroristica non può arrogarsi il diritto di stoppare la fantasia: «Nessun vignettista lavora pensando ai rischi. La libertà di espressione non può essere fermata in nome di un dogma» dice Staino in un’intervista rilasciata a Raffaella De Santis di Repubblica. Bobo, celebre personaggio e suo alter ego nei fumetti, oggi piange per la scomparsa di un grande collega e amico, Georges Wolinski, morto ieri a 80 anni nel tragico attacco alla redazione di Charlie Hebdo: «Collaboravamo insieme a Linus, per me era un mito» – racconta Staino – «Wolinski era un antidogmatico, un anarchico di sinistra. Le sue storie erano certamente molto feroci, ma è la satira stessa a richiedere questo atteggiamento. La satira è per sua natura seminatrice di dubbi. La sua arma è l’intelligenza e in questo fa più male di un fucile o di una bomba»

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LE VITTIME – Nel vile assalto armato di ieri hanno perso la vita anche altre colonne del giornale satirico Charlie Hebdo, vignettisti e fumettisti apprezzati non solo in Francia ma in tutto il mondo: Tignus, Jean Cabut alias Cabu, e il direttore Stephane Charbonnier conosciuto con lo pseudonimo Charb. Profetica la sua ultima vignetta, quasi un presagio di morte: «Ancora nessun attentato a Parigi?» «Aspettate, abbiamo tempo fino a gennaio per fare i nostri auguri».  

Photocredit copertina REUTERS/Marcos Brindicci

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