Jobs Act: incentivi per le assunzioni sostanziosi, ma esborsi in caso di licenziamento risibili

Assumere e licenziare. Un’assurdità. Una serie di grane giudiziare per le imprese, ora come ora. Con il rischio di dover anche reintegrare il lavoratore, secondo l’art.18.

Tra pochi mesi, spiega Repubblica, tutto questo si potrebbe sovvertire. Cioè, per le imprese, assumere e licenziare, potrebbe diventare redditizio. Vediamo quello che scrive Valentina Conte sul quotidiano diretto da Ezio Mauro:

Per uno stipendio medio (22 mila euro lordi annui), dai 5 ai 16 mila euro, a seconda se si licenzia dopo uno o tre anni. Ma si può arrivare anche a 6.600 euro dopo appena dodici mesi. È l’effetto matematico e paradossale degli sconti su Irap e contributi previdenziali inseriti nella legge di Stabilità, da una parte. E degli indennizzi previsti dal Jobs Act per il nuovo contratto a tutele crescenti, dall’altra. Gli incentivi sono assai cospicui, mentre l’esborso dovuto in caso di licenziamento illegittimo – ora che l’articolo 18 di fatto non esiste più – è davvero risibile. Una mensilità e mezzo per anno lavorato, secondo l’ipotesi più accreditata (ma le associazioni imprenditoriali puntano a meno). Così, visto che il lavoro oramai ha un prezzo, al datore conviene davvero il contratto nuovo. Più che le tutele, a crescere sarà solo il suo conto in banca.

Questo è l’effetto matematico degli sconti Irap e contributi previdenziali previsti nella legge di stabilità e degli indennizzi previsti dal Jobs Act per il nuovo contratto a tutele crescenti. Gli incentivi sono sostanziosi, mentre l’esborso dovuto in caso di licenziamento illegittimo è davvero povero, ora che l’articolo 18 di fatto non esiste più. Si tratta di una mensilità e mezzo per anno lavorato, anche se le associazioni imprenditoriali puntano a meno. In questo modo, visto che il lavoro ha ormai un prezzo, al datore conviene davvero il contratto nuovo.

Foto: JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images
Foto: JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images

NESSUN VINCOLO – Quindi perché un imprenditore che prende un lavoratore e lo tiene tre anni dovrebbe licenziarlo? Secondo Repubblica il motivo è lo stesso per cui ora i contratti a termine durano pochi mesi. Porte girevoli. Lo sconto Irap (deducibilità del costo del lavoro) è permanente. Quello sui contributi previdenziali per i neoassunti (con un tetto a 8.060 euro annuo) vale fino al 2017. Entrambi non hanno vincoli. Né alla stabilizzazione del lavoratore, né a creare posti aggiuntivi. Dunque perché rinunciare ai soldi pubblici dati a tutti, se poi licenziando anche in modo illegittimo si deve sborsare appena una mensilità e mezza per anno lavorato?

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JOBS ACT A FAVORE SOLO DELLE IMPRESE – Il saldo a favore delle imprese calcolato per diversi livelli di reddito dal Servizio politiche territoriale della Uil lascia l’amaro in bocca. Dopo un solo anno, si possono intascare oltre 6 mila euro. Dopo tre anni, quasi 19 mila. Il massimo al Sud, perché lo sconto Irap è più generoso, grazie alla norma Monti. A proposito di Sud, i fondi per coprire il bonus contributivo sui neoassunti (3 miliardi e mezzo nel triennio) sono stati scippati dal Piano azione e coesione creato dall’ex ministro Barca. Fondi europei destinati al sud e ora utilizzati in tutta Italia. Nel giro di qualche settimana, quando il primo decreto delegato del Jobs act sarà messo a punto il quadro sarà più nitido e potremo capire come funzionerà effettivamente il contratto a tutele crescenti, anche se è chiaro che a crescere sarà solo l’indennizzo per il licenziamento.

Come crescerà questo indennizzo? Una mensilità e mezzo per anno lavorato è davvero poco, la legge Fornero ora in vigore prevede fino a 12 mensilità e il reintegro, che dovranno essere decisi dal giudice al termine della causa di lavoro. Per quanto riguarda le aziende sotto i 15 dipendenti il reintegro non c’è ed è sempre il giudice a decidere un risarcimento tra le 6 e le 12 mensilità. In ogni caso la situazione è molto migliore rispetto a quella si profila con il Jobs Act.

(Photocredit: Oli Scarff/Getty Images & JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images)

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