Sondaggi elettorali, Salvini porta la Lega al 10%

Il silenzio di Silvio Berlusconi. La campagna sul disagio di Tor Sapienza e di altri quartieri difficili. L’assillante presenza nei talk show. Matteo Salvini sta sfruttando ogni situazione e tutti i mezzi possibili per portare sempre più in alto il consenso della Lega Nord. E, a quanto pare, ci sta riuscendo benissimo. A parlare chiaro sono i dati diffusi nelle ultime due settimane da dieci noti istituti demoscopici che piò o meno costantemente monitorano il bacino elettorale dei partiti.

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sondaggi elettorali 20 novembre

 

SONDAGGI ELETTORALI: IL CARROCCIO NON SI FERMA, FI SÌ – La media dei sondaggi attribuisce al Carroccio il 9,7% dei voti, mezzo punto in più di quanto veniva stimato la scorsa settimana e ben 3 punti e mezzo in più dei voti raccolti alle Europee del 25 maggio. Il partito di Salvini, in sostanza, è l’unica formazione secondo i sondaggisti ad aver incrementato i propri consensi negli ultimi 6 mesi. Chi paga la crescita della Lega è ovviamente Forza Italia, che alle ultime elezioni ha ottenuto il 16,8%, in picchiata dal 21,6% delle Politiche 2013, e che oggi mediamente non va oltre il 15%. Il partito di Berlusconi paga probabilmente l’uscita dal dibattito pubblico del Cavaliere, tra l’altro attualmente alle prese con le cure per l’uveite, le divisioni interne che vedono contrapposti i fedelissimi dell’imprenditore di Arcore e l’europarlamentare Raffaele Fitto, e l’assenza di un’opposizione netta al governo Renzi. Nel dettaglio Forza Italia oscilla tra il 14% indicato da Istituto Piepoli, Datamedia e Ipr Marketing nei sondaggi realizzati rispettivamente per Ansa, Il Tempo e Porta a Porta, al 16,2% di Lorien Consulting.

SONDAGGI ELETTORALI: PD SOTTO IL 40%, M5s SOTTO IL 20% – In un contesto simile non ci sarebbe comunque competizione con il Pd di Matteo Renzi, che nell’ultima settimana ha perso circa un punto percentuale, ma che si mantiene comunque ad un livello di consenso non molto distante dal 40,8% record delle Europee. La flessione del partito del premier è probabilmente legata al duro scontro con una parte del mondo del lavoro sul Jobs Act e al malcontento diffuso per il protrarsi della recessione e il conseguente aumento della disoccupazione. Ma resta ampio il margine di vantaggio su tutte le altre forze politiche. In media il Pd viene indicato ora al 38,4% ed varia precisamente dal 36,5% segnalato da Demos&Pi e Demetra e il 40% netto di Ipr. Resta piuttosto stabile rispetto alle settimane precedenti invece il livello di voti potenziali del Movimento 5 Stelle, mediamente al 19,6%, in calo dal 21,2% delle ultime elezioni. I pentastellati si muovono nei sondaggi dal 17,5% di Datamedia al 20,8% di Ipsos.

SONDAGGI ELETTORALI: CENTROSINISTRA A +11 DAL CENTRODESTRA – Sembra netto anche il divario tra coalizioni. A quanto pare il centrodestra potrebbe avvicinarsi al Pd, stando ai dati degli istituti demoscopici, solo nel caso di ricomposizione della coalizione dal Nuovo Centrodestra fino alla Lega Nord, una strada difficilmente percorribile. In quel caso lo schieramento arriverebbe ad un livello di consenso di poco superiore al 30% (31,9% secondo la media odierna), a poco più di 6 punti quindi dal Pd. Ma se il partito di Renzi decidesse di riallersi sullo schema del 2013 con una formazione della sinistra radicale come Sel potrebbe salire ben oltre il 40 (mediamente ora al 42,8%).

SONDAGGI ELETTORALI: NCD/UDC E SEL AL 4% – Nel dettaglio sia una formazione centrista formata da Ncd e Udc sia Sel si aggirano intorno al 4% e rischiano di rimanere fuori dal Parlamento nel caso di riforma elettorale con introduzione di una soglia al 5 al 4%. Il partito di Vendola, alla Camera e al Senato saldamente all’opposizione del governo Renzi  viene indicato mediamente al 4,1% (anche se vaprecisato che Lorien e Demos&Pi attribuiscono a Sel anche il consenso di altre formazioni dell’area radicale). La somma di Ncd e Udc, invece, vale in media il 3,9% e non scende mai al di sotto del 3%. Sono più limitate le possibilità di Fratelli d’Italia, che in ogni caso resta molto legato alla figura del suo leader Giorgia Meloni, e che probabilmente viene come Forza Italia penalizzato dall’ascesa della Lega. Le frequenti ospitate dell’ex ministro aiutano decisamente a mantenere buona visibilità al partito che vuole raccogliere l’esperienza di An. Mediamente nei sondaggi si registra un non esaltante 3,2%, dopo il 3,7% delle Europee. Infine, i piccoli partiti. Avrebbero difficoltà a superare anche una soglia bassa al 3% sia Rifondazione Comunista, mai segnalata oltre il 2,1%, Verdi, che non superano l’1,3%, Scelta Civica, stabilmente sotto l’1%, Radicali, Italia Unica e Italia dei Valori.

(Grafico: Giornalettismo. Foto di copertina di leonardo Bianchi da archivio LaPresse)

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