Le confessioni di Bobo Vieri

19/11/2014 di Giordano Giusti

Attaccanti italiani così forti non se ne vedono più. Più di 200 gol in carriera non vengono per caso: Christian Vieri è forse l’ultimo bomber che il nostro calcio ha vantato, e non per la connotazione donnaiola e libertina che il termine ha preso negli ultimi tempi grazie ai social, o almeno non soltanto. Il suo sinistro e i suoi colpi di testa sono impressi nella mente di tifosi, addetti ai lavori e portieri, e sì, i suoi flirt hanno riempito e riempiono ancora pagine e pagine di riviste patinate. Oggi Bobo si confessa in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport ripercorrendo le tappe della sua carriera; 12 squadre, 7 trofei, due grandi amori rigorosamente calcistici, l’Inter e la Nazionale.

JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images
JAVIER SORIANO/AFP/Getty Images

 

BOBO SHOW – Con la società nerazzurra il divorzio è finito in tribunale a suon di accuse: un milione di euro il risarcimento versato da Inter e Telecom Italia a Vieri, pedinato, spiato e intercettato. Ecco il racconto senza filtro del diretto interessato:

“È davvero un peccato che sia finita in un determinato modo. Amavo l’Inter, ho dato tutto, mi sono ammazzato per la maglia nerazzurra, ogni giorno. Agli allenamenti ero il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Non mi sono mai tirato indietro e a volte ho giocato nonostante non stessi in piedi. Però, mi dicevano: vai in campo, resta lì davanti anche fermo, che per noi va bene così. E io accettavo, perché ci tenevo davvero, anche a costo di fare figure di merda… Sì, scriva così. Il mio rapporto con Moratti era speciale, forte, decisamente forte. Ci sentivamo parecchie volte durante il giorno, anche alle 3 del mattino, ci confrontavamo su ogni cosa. Mi faceva sentire uno di famiglia. Insomma, stavo bene professionalmente e umanamente, e davo ogni mia energia per la squadra. Capite bene la terribile delusione nel momento in cui è emerso che mi pedinavano e addirittura intercettavano. Cavolo, queste sono cose che si fanno coi mafiosi…“.

La vicenda legale non può però far dimenticare quanto vissuto in maglia interista: «Ne ho sentite dire tante in giro, ma io non potrei mai odiare l’Inter, questo sia chiaro a tutti – afferma Bobo – «È impossibile, sono stati i miei migliori anni, ho sofferto, gioito e provato emozioni che non ho mai più avvertito da altre parti. Quelle emozioni erano uniche, perché vissute in simbiosi coi tifosi». E Moratti? «Gli stringerei la mano, e lo abbraccerei anche. Lo ringrazierò comunque sempre: mi acquistò a peso d’oro e mi ha permesso di vivere sei anni meravigliosi». Poi Vieri spazia: la nuova vita a Miami da commentatore tv, i rimpianti – la semifinale di Champions e il Mondiale 2006 saltati per infortunio – i complimenti a Conte («Mi ricorda Lippi. È il miglior tecnico giovane d’Europa»), proprio quel Conte che prova a riportare in alto i colori tricolori, pur con fatica. Il nono bomber azzurro di tutti i tempi (23 gol) sembra indicare la strada attraverso le pagine della Rosea: «Rappresentare il proprio Paese è la cosa più eccitante per me, io sputavo sangue per la Nazionale, uscivo distrutto dopo ogni gara, non ammettevo altro modo di interpretare certe partite. E quelli che tirano indietro la gamba anche una sola volta, non li farei nemmeno più entrare a Coverciano». A proposito, vuole dare un consiglio a Balotelli? «No!»

Photocredit copertina Daniele Badolato / LaPresse

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