La risposta di Report a Moncler sul codice etico per il rispetto delle oche

Un botta e risposta che dura da una settimana quello tra Report e Moncler, iniziato domenica sera con la messa in onda dell’inchiesta di Sabrina Giannini che ha descritto, tra le altre cose, i metodi di spiumatura delle oche negli allevamenti dell’est europeo. Quelle immagini così forti che tanto hanno indignato gli spettatori avevano quindi portato Moncler, il giorno successivo, ad annunciare azioni legali contro Report dopo aver precisato come le piume utilizzate dall’azienda non provenissero dall’Ungheria, bensì da fornitori italiani, francesi e nordamericani «che aderiscono ai principi dell’ente europeo EDFA (European Down and Feather Association), e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali, come riportato dal codice etico Moncler». Ed è proprio quel codice etico, oggi, ad essere al centro della risposta che Report ha indirizzato a Moncler e a tutti gli spettatori che hanno seguito la vicenda. 

Photocredit: Rai/Report
Photocredit: Rai/Report

MONCLER E REPORT: «QUEL PUNTO DEL CODICE ETICO AGGIUNTO IN SEGUITO» – In un articolo per il Corriere della Sera, Sabrina Giannini ha spiegato di essere andata a controllare il codice etico riportato sul sito di Moncler, scoprendo che quel passaggio sul «rispetto e la tutela degli animali», in realtà, sarebbe stato aggiunto soltanto lo scorso ottobre, quando Moncler sarebbe già stata al corrente dell’inchiesta di Report:

Quando lo abbiamo scaricato dal sito di Moncler, qualche mese fa, non vi era alcun riferimento alla tutela animale. Nell’ultima versione del codice etico è stato aggiunto un punto al paragrafo numero 6, proprio quello sul “rispetto dei principi a tutela dell’ambiente e degli animali”. A noi risulta che la modifica sia stata fatta il 7 ottobre scorso, quando Moncler era a conoscenza dell’inchiesta che stavamo realizzando. E quando avevamo già concluso le interviste in Ungheria. Moncler nell’annunciare azioni giudiziarie contro Report ha utilizzato (anche) questa argomentazione. Chi l’ha pubblicata avrebbe potuto approfondire la “smentita” di Moncler. Noi l’avremmo fatto nel corso del contraddittorio che abbiamo più volte richiesto. Sarebbe stato interessante approfondire un dubbio sulle date, che non tornano.

Guarda il video:

 

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MONCLER, IL CODICE ETICO E LA PROVENIENZA DELLE PIUME – Ciò che si chiede Sabrina Giannini è se il codice etico adottato dall’azienda nel gennaio del 2014 possa essere stato modificato nove mesi più tardi senza nessun tipo di delibera, e senza che tale codice imponga un sistema di tracciabilità sulle piume utilizzate nella realizzazione dei capi Moncler la quale, in ogni caso, non ha precisato quali fossero i propri fornitori. Come spiega la giornalista, infatti, anche gli allevatori di oche italiani sono soliti compare piume da allevamenti esteri – compresi quelli ungheresi – mescolandole poi al proprio prodotto.

Il punto dolente è proprio la tolleranza dell’illegalità e un regolamento europeo che consente di far passare per “innocua tosatura” la tortura. Mentre un reportage televisivo mostrava per la prima volta le “abili mani delle contadine” che strappavano la carne insieme alle piume per procedere velocemente alla spiumatura, sottopagata, non c’era l’ombra di ispettori ungheresi e tantomeno dei veterinari del Food and Veterinary Office della DG SANCO della Commissione europea che dovrebbe occuparsi di salute umana e benessere animale .

(Photocredit copertina: Thinkstock)

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