Samra e Sabrina, la brutta fine delle ragazze immagine dell’Isis

Samra Kesinovic e Sabina Selimovic sono fuggite la scorsa primavera dalle loro case di Vienna per unirsi alla jihad dell’Isis. Le due adolescenti austriache, bionde e di bell’aspetto, sono diventate le ragazze immagine dei miliziani di al-Baghdadi sui social network, ma ora vorrebbero tornare a casa a causa dell’orrore testimoniato in prima persona a Raqqa, la capitale del califfato.

LE RAGAZZE IMMAGINE DELLA JIHAD – « Non cercateci. Andiamo in Siria, per combattere per l’Islam. Ci rivedremo in paradiso». Questo messaggio è stato scritto da Samra Kesinovic e Sabina Selimovic, due ragazzine austriache di 17 e 16 anni, per spiegare ai propri genitori la loro adesione all’Isis. Samra e Sabina sono scomparse dopo aver abbandonato le loro case, e secondo diverse fonti le due adolescenti vivrebbero da diversi mesi a Raqqa, la capitale del califfato proclamato da al-Baghdadi. Dopo un silenzio durato qualche mese Samra e Sabina si sono rifatte vive su Whatsapp, per smentire le voci che indicavano la morte di una di loro due. Le due adolescenti sarebbero ancora vive, come riferiscono diversi media austriaci, e avrebbero comunicato ai loro genitori l’intenzione di tornare a casa. L’orrore vissuto a Raqqa, la roccaforte dell’Isis dove dovrebbe vivere al-Baghdadi, così come le costrizioni subite avrebbero spento i loro furori jihadisti. Samra e Sabina sono diventate in questi mesi ragazze immagine dell’Isis, grazie al bell’aspetto, alla loro fisionomia occidentale che testimonia quanto forte possa essere il messaggio del terrorismo islamico anche nelle comunità musulmane più integrate.

IL DESTINO DI SAMRA E SABINA – In questi mesi di silenzio sulla loro sorte si sono diffuse diverse voci sul destino di Samra e Sabina. L’Interpol si è messa alla loro ricerca, scoprendo che sarebbero andate in Siria attraverso un network jihadista attivo in Turchia. Le due giovani adolescenti sarebbero sposate con due guerriglieri ceceni, e una di loro sarebbe incinta. La gravidanza sarebbe testimoniata dal nuovo nome di Samra, Umm, che significa madre. I loro account sui social network sarebbero stati utilizzati dai jihadisti a scopo di propaganda, vista l’immagine accattivante di due giovanissime occidentali trasformatesi in guerrigliere della jihad. La loro vita però sarebbe sempre più faticosa a Raqqa, anche se un loro ritorno a casa appare impossibile secondo le autorità di sicurezza. Come rimarca Die Welt, secondo un’interpretazione rigida del diritto islamico le donne possono viaggiare solo se accompagnate da uomini. Tra i miliziani dell’Isis le giovani donne occidentali sono trattate non solo come oggetti sessuali, ma come loro proprietà. L’Austria non è disponibile ad aiutare due ragazze che hanno deciso di militare nel terrorismo islamico.

SAMBRA, SABINA E I TEENAGER DELL’ISIS – Una speranza per i loro genitori – il padre di Samra ha cercato di andare in Siria per salvare la figlia – ci potrebbe però ancora essere. Secondo diverse fonti una donna turca che aveva aderito all’Isis è riuscita a scappare dal califfato, ritornando a casa. Una prospettiva di fuga sarebbe però resa assai più difficile dalla gravidanza delle due ragazze. La sorte di Sabrina e Samra sarebbe condivisa da almeno un centinaio di altre adolescenti che hanno deciso di militare con i terroristi islamici. Il loro reclutamento sarebbe avvenuto in modo simile, con un lavaggio del cervello sui social network che poggia sulle loro origini. Sabrina e Samra sono due ragazze figlie di famiglie bosniache, scappate dalla guerra nella loro patria e rifugiatesi in Austria. Il buon livello di integrazione non è però servito a tenere lontane le due giovanissime dall’avventura jihadista. I miliziani di al-Baghdadi punterebbero moltissimo sui giovanissimi occidentali, da contattare via internet per invogliarli alla ribellione contro il sistema. Samra era la più radicalizzata tra le due ragazze, ed era stata espulsa da scuola per aver scritto, con tanto di cuoricino, « Ti amo, al-Qaida» sui muri della sua classe. Gli amici raccontano che pochi mesi prima della sua fuga per la Siria la ragazza di Vienna girasse per le strade in hot pants, come le sue amiche.

Photo credit: HAIDAR HAMDANI/AFP/Getty Images e Interpol

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