Vulcanelli, terremoti, alluvioni: ecco la mappa dell’Italia pericolosa

La morte di Laura e Carmelo, i due fratellini rimasti vittima dell’esplosione di vulcanelli nella riserva naturale di Maccalube, in provincia di Agrigento, ha riacceso i riflettori sui rischi legati ai fenomeni naturali che ogni giorno corriamo. L’emissione di radon, l’esplosione di vulcanelli, le eruzioni vulcaniche, frane, alluvioni e terremoti tengono alta l’attenzione su tutto il territorio nazionale.

 

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TERREMOTI POSSIBILI IN OGNI REGIONE – Lo spiega bene un articolo de La Stampa a firma di Antonio Pitoni. Il radon, gas di provenienza vulcanica, non provoca effetti immediati, ma la prolungata esposizione è considerata una delle principali cause di tumore al polmone dopo il fumo di sigarette. Le emissioni si verificano soprattutto in Veneto, nel Lazio e in Campania. Il rischio frane è invece maggiore in zone del Trentino Alto Adige, in Emilia Romagna, inCampania, con particolare riferimento alla zona di Sarno e alla penisola sorrentina, in Calabria, dove il rischio riguarda tutti i comuni, e in Sicilia, limitatamente però alla provincia di Messina. Per quanto riguarda invece i vulcanelli di fango, fenomeni come quello di Macalube possono verificarsi pure in Emilia Romagna, dove prendono il nome di salse, distribuite nella Riserva Naturale di Nirano, nelle Marche, nei Comuni di Montegiorgio, Falerone, Montappone, Monteleone di Fermo, Rotella e Offida, e in Abruzzo, nell’area di Pineto. Sul fronte delle alluvioni, i sorvegliati speciali sono invece i grandi fiumi come il Po, l’Adige e l’Arno, perché i cambiamenti climatici li costringono in questi anni ad assorbire in poco tempo grandi quantitativi d’acqua. Ma rientrano nella zona d’allerta anche i 170 km tra Campania, Basilicata e Puglia attraversati dal fiume Ofanto. Poi ci sono il versante adriatico, delle Marche dell’Abruzzo e del Molise, la Maremma, la Versilia e, in Sardegna, l’area di Olbia. Va segnalato, inoltre, il rischio vulcanologico diretto, che riguarda il Vesuvio, i Campi Flegrei, Etna e Stromboli. Mentre il rischio sismico attraversa un po’ tutta la penisola, dal Nord Est fino al profondo Sud, passando per la dorsale appenninica. A parte l’Irpinia e l’Abruzzo, colpiti dai sismi violenti del 1980 e del 2009, vanno ricordate zone dimenticate come quella del Gargano in Puglia e del catanese in Sicilia.

AREE IMMUNI – Tutte le regioni sembrano essere dunque esposte ai pericoli. Tuttavia ci sono zone immuni. La Puglia meridionale (Bari, Brindisi e Lecce) e la Sardegna (ma limitatamente ai terremoti e alle attività vulcaniche).

(Fonte immagine: La Stampa / Centimetri. Foto di copertina: Stefano Covre / LaPresse)

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