Immigrati: la Turchia chiude i confini

Una marea di curdi si riversa da giorni in Turchia, oltre 130.000 persone hanno già attraversato il confine e sono tutti profughi in fuga dall’ISIS, che ha sferrato un’offensiva contro il cantone curdo di Kobane provocando la precipitosa fuga di migliaia di famiglie al completo. Ankara appare in grossa difficoltà sia nella gestione umanitaria della crisi che in quella politica.

I curdi turchi manifestano contro l'ISIS e contro Ankara,  accusato di complicità con gli uomini del califfato (Photo credit OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
I curdi turchi manifestano contro l’ISIS e contro Ankara, accusata di complicità con gli uomini del califfato (Photo credit OZAN KOSE/AFP/Getty Images)

 

L’ESODO DEI CURDI – La Turchia è stata investita da un’ondata di profughi curdi e il governo di Ankara sta mostrando tutti i suoi limiti nel gestire la situazione. Dopo aver accolto più di centomila persone, ospitate alla meno peggio in scuole ed edifici pubblici e fortunatamente assistite anche dalla popolazione locale, curda come loro, il governo turco prova a chiudere il confine, finora permeabilissimo per permettere l’andirivieni delle forze e dei traffici impegnati nella lotta contro il regime siriano di Assad.

I CURDI CONTRO ANKARA – I curdi hanno organizzato massicce manifestazioni contro il governo turco, rimproverando gli ostacoli posti dai militari turchi alla fuga e, soprattutto, il sostegno all’ISIS. Per il neo-presidente Erdogan sono momenti difficili, perché la stessa accusa gli è rivolta da diversi media internazionali e da più di un ufficiale occidentale, tanto che sono girate foto di uomini del califfato curati negli ospedali turchi e ogni genere di storia intesa ad accollare ad Ankara la responsabilità del sorgere dell’ISIS.

LA DIFFICILE POSIZIONE TURCA – I turchi non sembrano favorire l’ISIS sugli altri ribelli, né sembrano averli finanziati o armati, a differenza dei paesi del Golfo, ma ai curdi basta sapere che le forze turche potrebbero facilmente interrompere l’offensiva dell’ISIS su Kobane, appoggiata a Nord al confine turco, per concludere che le ragioni del governo turco sono indifferenti alla sorte di decine di migliaia di civili.  Al contrario i soldati turchi si sono scontrati con i giovani curdi che volevano andare a combattere in difesa di Kobane, alimentando la loro rabbia.

DECISIONI DIFFICILI – La Turchia, che ha già accolto un milione di siriani, è in evidente difficoltà, sia perché il flusso dei profughi è obbiettivamente enorme, sia perché tutto il castello di alleanze e di collaborazioni contruito per combattere Assad ora si rivela da rivedere con urgenza, senza he sia chiaro da che parte stia la soluzione meno indolore per l’AKP, il partito al governo che esprime sia il presidente della repubblica Erdongan che il capo del governo Ahmet Davutoğlu, succeduto ad Erdogan alla fine di agosto.

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