Ultras Italia: i fascisti che tifano Nazionale

07/10/2011 di Dario Ferri

32 tifosi fermati alla frontiera serba mentre tentavano di raggiungere lo stadio. Nonostante fosse vietato e non avessero biglietti

Sono neri, sono cattivi e sono il peggio del peggio accuratamente selezionato dalle curve da stadio del Belpaese. Si scambiano cimeli nazifascisti su ebay, inneggiano al Duce, e hanno una sola missione: glorificare la patria. Anche a calcio, o meglio a calci.

C’ERA UNA VOLTA – Un gruppo di 32 tifosi del gruppo Ultras Italia non ha potuto raggiungere Belgrado per la partita Serbia-Italia, valida per le qualificazioni a Euro 2012, perche’ la polizia serba li ha fermati alla frontiera con la Croazia. Gli appartenenti al gruppo di tifosi di estrema destra non avevano biglietti validi per l’incontro e polizia ha deciso di non ammetterli in territorio serbo, respingendoli alla frontiera

CHI SONO? – Negli ultimi anni si è fatto un gran parlare di violenza negli stadi, spesso in riferimento a casi eclatanti come quello della partita Italia Serbia. In quella occasione a Genova gli Ultras si scontrarono duramente, terrorizzando uno stadio intero e dando un disgustoso spettacolo che ha lasciato ai posteri la leggendaria figura di Ivan il Terribile. Ma sbaglia chi pensa si tratti solo di un fenomeno serbo, perché anche in seno all’amata patria si alleva una serpe che non ha nulla da invidiare ai nazi serbi.

MADE IN ITALY – E dire che sembra nascere quasi per caso, durante gli Europei del 2000: tanti ultras sciolti, dalle peggiori curve nere d’Italia, che si uniscono per ‘divertirsi’ anche fuori dai confini nazionali, spesso andando oltre l’odio calcistico tradizionale che li divide. Quello che sembra un caso però non lo è: già negli anni ’90 la curva Furlan di Trieste, celebre per le sue idee non proprio moderate, aveva il sogno di riunire tutti i camerati d’Italia in un solo gruppo, attirandoli con l’amato pallone. Un gruppo che però, nella mente dei suoi ideatori, aveva ben altri obiettivi che il mondo del calcio.

POLITICA O CALCIO? – Detto, fatto: Verona, Treviso, Lazio, Roma, squadre minori del Sud, non manca proprio nessuno all’appello. Dopo le prove generali degli Europei, il gruppo deve organizzarsi: darsi una connotazione, portare avanti progetti. Quali? E’ lecito domandarselo, dato che dai successivi mondiali in Germania, quando Ultras Italia arriva a vantare un gruppo di 500 unità, porta a casa un gemellaggio non proprio in tema: quello con Npd, il partito neonazista tedesco. In realtà questo non è certo un successo, anzi, segna l’inizio del declino, per un gruppo che mirava a raddoppiare i suoi ‘adepti’ negli stadi e torna a casa con un magro bottino.

DA 500 A 32 – Agli Europei successivi, addirittura, gli Ultras litigano tra loro dissotterrando l’ascia di guerra e tornando agli antichi rassicuranti odii nostrani. Ma Ultras Italia non demorde e a Sofia, nel 2008, torna a dare un brutto spettacolo nonostante la sicurezza italiana avesse i nomi di si prestava a partire per seguire la Nazionale. Dopo la Serbia in casa nostra, nel 2011 sarebbe toccata la trasferta. Ma da 500 ormai sono rimasti in 32. Volevano approfittare della pubblicità – chissà – per continuare a sognare come negli anni ’90. Sogni di gloria che si sono infranti alla frontiera dove sono stati gentilmente rispediti a casa. Dove qualcuno, si spera, finalmente li spedirà a letto senza cena per punizione.

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