Gli stipendi folli dei dipendenti della Camera

Mentre prosegue con buoni margini di successo il cammino del disegno di legge costituzionale che trasforma il Senato in un’assemblea non elettiva, più complicata risulta la lotta agli elevati costi dei dipendenti ed ex dipendenti del Parlamento. A parlarne oggi è il quotidiano Repubblica in un articolo a firma di Giuliano Balestrieri che espone gli obiettivi della presidente della Camera in vista del nuovo bilancio pluriennale che arriverà in Aula a Montecitorio il 21 luglio.

 

Camera dei Deputati - Presentazione "Indagine su disoccupazione giovanile"(Foto da archivio LaPresse. Credit: Roberto Monaldo)

 

1.500 DIPENDENTI CHE PESANO PER IL 50% SUI COSTI DELLA CAMERA – Laura Boldrini ha promesso nuovi tagli di spesa e consistenti risparmi ma il vero nodo della politica riguarda il costo degli onorevoli e dei dipendenti, che sono 1.500 e costano 310milioni di euro l’anno cui vanno aggiunti 227 milioni destinati ai pensionati. Complessivamente i dipendenti peserebbero per il 50,9% dei costi della Camera, che si aggirano in totale intorno al miliardo di euro l’anno. I deputati e i loro ex colleghi pensionati intanto valgono il 25% dei costi, 130 milioni per gli onorevoli in carica e circa 138,8 destinati ai vitalizi. Insomma, i numeri dicono che circa il 75% dei costi sostenuti da Montecitorio sono destinati al personale e a vecchi e nuovi eletti, e possono essere ridotti a partire dal taglio di stipendi obiettivamente troppo alti, lievitati in troppi anni di privilegi.

CENTRALINISTA E BARBIERE A 40MILA EURO L’ANNO – La Boldrini, al fine di raggiungere un risultato concreto, spiega Balestrieri su Repubblica, deve vincere le resistenze di circa 25 sigle sindacali. Si potrebbe rivedere dunque lo stipendio del segretario generale e del suo vice, rispettivamente di 406mila e 304 mila euro l’anno al netto degli oneri previdenziali e delle indennità da 660 euro al mese, abbassandoli a quota 240mila, che è esattamente quanto guadagnano un tecnico documentarista o un ragioniere con una decina di anni di anzianità. Sono ampiamente oltre la media anche gli stipendi di barbieri, elettricisti e autisti che portano a casa inizialmente un imponibile lordo di 30mila euro l’anno, ai quali vanno aggiunti 5.300 euro di contributi, e che sale a 50mila euro dopo 10 anni di retribuzione. A fine carriera un barbiere o un centralinista con 40 anni di servizio arrivano a 136mila euro e 24mila di contributi per la pensione. I commessi (ce ne sono in media 0,7 per ogni deputato) guadagnano addirittura di più. Cifre da favola anche per ragionieri e consulenti, che entrano alla camera con uno stipendio rispettivamente di 39mila e 64mila euro annui e che a fine carriera portano a csa 238mila e 358 mila euro.

(Foto copertina: Fabio Cimaglia / LaPresse)

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