Grillo «scomunica» la consigliera dissidente di Trento

Beppe Grillo scomunica ancora. La diffida questa volta arriva sul blog contro un’esponente “critica” del Movimento eletta nel Consiglio provinciale di Trento: Manuela Bottamedi. Cosa avrà mai fatto? Proporre «una lista civica trasversale», che nel Comune di Trento trasformi in «una forza politica realmente competitiva» quella che oggi è una «minoranza frantumata e disgregata non in grado di fare da contrappeso allo strapotere di Pd-Patt-Upt». Ma Beppe non digerisce la mossa. «Il Movimento 5 Stelle non fa alleanze elettorali con partiti o liste – tuona il leader sul blog – quindi per natura non può entrare in una lista con partitini in via di estinzione o camuffati da liste civiche. Il M5S fa accordi con i cittadini che vivono quotidianamente il territorio, non con i politicanti locali».

Eppure in passato le liste civiche aiutarono non poco a far entrare il Movimento nelle realtà comunali. Ora però, una volta arrivati in Parlamento, non si transige: «Chi – spiega Grillo – pur occupando un posto nelle istituzioni in quanto eletto con il M5S, cambia idea e afferma che “l’unica strada” sia “una grande lista civica trasversale” e si adopera per raggiungere questo obbietivo è libero di farlo, di assumersene le responsabilità e di lasciare il suo posto a chi intende portare avanti il programma del M5S». Prego insomma, quella è la porta. Ma il rapporto Trento e Genova non è sempre stato idilliaco.

 

PRO-VERDI E ANTIFASCISTA SEMPRE – Qualcuno lo chiamerebbe problema di identità, qualcun altro semplice gogna ortodossa. Il quotidiano L’Adige ricostruisce il pensiero della eletta in Trentino. Bottamedi, come altri eletti in Parlamento, ha fortemente auspicato una alleanza con i verdi europei. «Ogni giorno mi sveglio con l’incubo di vedermi alleata a Farage, mentre vorrei svegliarmi alleata ai Verdi», si sfogò al tempo la rappresentante su Facebook. Non ha apprezzato il matrimonio tecnico con Farage. Il Movimento per lei doveva “uscire dal bozzolo”. Una uscita che però non tutti hanno gradito. Racconta il giornale:

L’appello di Bottamedi («antifascista sempre», recita il banner del suo profilo Fb) per l’alleanza ecologista in Europa, però, non era piaciuta affatto all’ala ortodossa del movimento, che ha preteso una seduta del meet-up per un confronto con l’esponente istituzionale, rea di avere espresso pubblicamente un’opinione dissonante fornendo materiale critico ai mass media.

Una riunione, tenutasi due settimane fa, dove l’ala dura ha fortemente criticato l’ esponente locale. «Abbandoniamo l’isolamento e l’autoreferenzialità – indicava Bottamedi sui social – nelle quali ci siamo chiusi in questi due anni. Usciamo dal bozzolo e dalla presunzione che ci debbano votare a prescindere. Cominciamo a diventare interlocutori seri e credibili di associazioni di categoria parti sociali sindacati. Continuiamo a informare e comunicare». L’autocritica però non sarebbe stata apprezzata dal suo collega provinciale M5S Filippo Degasperi, più ortodosso. «Ai detrattori di sempre – spiegò lui qualche giorno fa in rete  – e a quelli che si sono scoperti tali dopo il 25 maggio dico che noi proseguiremo per la nostra strada, un passo alla volta ma con determinazione e senza incertezze. Di certo gli elettori non ci hanno votati per fare da stampelle ai partiti. Il M5s è nelle istituzioni per fare la Rivoluzione».

CONSIGLIERE A GIUDIZIO – Il problema è però rimanerci nella rivoluzione con il simbolo del Movimento 5 stelle che ora, a livello locale, rischia una frattura. Racconta l’Adige:

Una posizione che avrebbe una certa rappresentanza anche all’interno del meet-up di Trento: accanto agli intransigenti, infatti, ci sarebbero altri attivisti inclini a ragionare sulle alleanze almeno a livello locale (tema di un recente incontro dei Cinque stelle), per elaborare una proposta di governo alternativa, per esempio in vista delle comunali del capoluogo.

LISTA M5S A RISCHIO CERTIFICAZIONE – Così Bottamedi non se lo è fatto dire due volte. Ha alzato il tiro in vista delle comunali esprimendo le sue perplessità davanti alla futura certificazione della lista M5S. Non ci sarebbero i numeri: il MU trentino conterebbe solo 61 iscritti. «Durante la riunione – spiegò – avete opportunamente preso in considerazione la possibilità di creare una grande lista civica trasversale. Ritengo che questa sia l’unica strada: una forza politica civica realmente competitiva, realmente interlocutoria. Una piattaforma trasversale accomunata da valori e princìpi per noi inderogabili (trasparenza, partecipazione, merito, etica, taglio agli sprechi). Un progetto che parta da temi comuni (ambiente, acqua, servizi ai cittadini, sicurezza, diritti), intorno ai quali dialogare, confrontarsi, condividere e sviluppare idee e proposte, supportate e integrate dalle istanze dei cittadini attraverso strumenti di democrazia diretta e partecipata (“La parola ai cittadini”). È la forza dei numeri a dare forza a un progetto. Il mio invito è di ragionare insieme a chi è disposto a condividere con noi un percorso di rinnovamento profondo e di discontinuità rispetto all’amministrazione attuale».

E invece niente patti, anche quando servirebbero. Beppe Grillo non vuole: niente “alleanze”. I matrimoni tecnici in Europa invece si possono fare: quelli sì che valgono.

(Copertina. La eletta provinciale con il deputato M5S Fraccaro. Manuela Bottamedi Fb)

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