L’incertezza e l’agonia, Giorgio Faletti, è morto un cantore dell’Italia di oggi

Morto Giorgio Faletti, aveva 63 anni ed era malato da qualche mese di tumore. Giorgio Faletti è stato un grande protagonista della cultura italiana, dai tempi di drive in passando per San Remo e, in ultimo, con i suoi libri.

MORTO GIORGIO FALETTI: IL RICORDO DI TEO TEOCOLI – “E’ un dispiacere enorme, la sua perdita fa male al cuore perchè la nostra era una grande amicizia. Giorgio è stato un compagno d’avventura quando fare cabaret era davvero un’avventura! Nel tempo, ci ha sorpresi per la sua poliedricità: attore, cantautore eppoi scrittore di grande successo. Viene a mancare un amico carissimo con cui ho condiviso gli anni più belli della carriera e della vita. E non sono frasi di circostanza”.

©LAPRESSE FOTO D'ARCHIVIO SPETTACOLO  NELLA FOTO : GIORGIO FALETTI E NINO FRASSICA
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NELLA FOTO : GIORGIO FALETTI E NINO FRASSICA

GIORGIO FALETTI MORTO: IL RICORDO DELLA JUVE – Giorgio Faletti, appassionato della Juve, è ricordato così dalla squadra torinese. “Ciao Giorgio, tifoso fedele, amico dolce, bianconero nel cuore. La Juventus piange la scomparsa di Giorgio Faletti”.

GIORGIO FALETTI MORTO – Elio e le storie tese ricordano così Giorgio Faletti: postando un loro live su lui come “sosia di Peter Gabriel”. Convention minoranza PD organizzata da Gianni CuperloMORTO GIORGIO FALETTI: IL RICORDO DI SIGNOR TENENTEGiorgio Faletti nel ricordo dei lettori, degli ascoltatori, degli italiani. Tweet dopo tweet ognuno racconta un pezzetto della sua storia incorciata con libri e canzoni. Come quella di Signor Tenente che ispirò Antonio Grosso:

Era l’anno 1994, guardavo il festival di Sanremo con mio padre, la Kermesse era arrivata quasi alla fine, Baudo aveva la busta con il nome del vincitore, erano rimasti in due: Aleandro Baldi con il brano “Passerà” e Giorgio Faletti con “Signor Tenente”. Ricordo gli occhi di mio padre fissi che penetravano il televisore, io fui affascinato da questa sensazione, in lui c’era quasi una speranza, non so di cosa, ma c’era un filo di speranza. Ad un certo punto, poco prima che Baudo annunciasse il vincitore, papà disse “Se vince Faletti, L’Italia cambia…” Faletti non vinse e L’Italia rimase sempre quello che era e che è…la patria dei “rifugiati”.

Così Fiorello lo saluta su Twitter:

 

 

GIORGIO FALETTI MORTO, L’ATTORE – Gli ultimi impegni cinematografici di Faletti risalgono al 2006, quando nel film “Notte prima degli esami” interpretava il Prof. Antonio Martinelli. Quel ruolo gli valse la nomination al David di Donatello come migliore attore non protagonista. Nel 2009 Giorgio Faletti recita nel film Baarìa di Giuseppe Tornatore e nel film Il sorteggio di Giacomo Campiotti dove interpreta il sindacalista Gino Siboni. GIORGIO FALETTI MORTO, L’ULTIMO TWEET – “A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore….”. Sono queste le ultime parole in rete scritte in collaborazione con lo staff.

GIORGIO FALETTI SCRITTORE E CANTANTE – Come ha iniziato Giorgio Faletti? Laureato in giurisprudenza, inizia la carriera come cabarettista nel locale milanese Derby negli anni settanta. Sullo stesso palco in cui si esibivano Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi. Seguono poi gli esordi in tv ad Antenna 3 e nel 1983 partecipa al fianco di Raffaella Carrà in Pronto Raffaella. Nel 1985 diventa uno dei personaggi del programma televisivo di Antonio Ricci Drive In. Il suo personaggio più famoso è Vito Catozzo. Maurizio Gasparri ricorda su Twitter gli esordi:

Ma Faletti ha fatto anche altro. E viene ricordate nel Paese per la sua penna fine che attraversa parole, musica e canzoni. Ha scritto melodie per Fiordaliso (Mascalzone), due canzoni dell’album Camminando camminando (1996), e tutto l’album Il dito e la luna (1998), entrambi di Angelo Branduardi. È autore anche del brano di Marco Masini Gli anni che non hai, contenuto nell’album L’Italia… e altre storie uscito nel febbraio 2009. L’album omonimo del 1995, L’assurdo mestiere, vinse il Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni.

GIORGIO FALETTI MORTO – Oltre alla carriera canora nel 2002 pubblica il suo primo thriller “Io uccido”, e che vende più di quattro milioni di copie. Alla fine dello stesso anno viene colpito da un ictus che fortunatamente riesce a superare senza conseguenze serie. Nel 2004 arriva il suo secondo romanzo “Niente di vero tranne gli occhi”. Il maestro del thriller Jeffery Deaver,lo ricorda così: “Uno come Faletti dalle mie parti si definisce “larger than life”, uno che diventerà leggenda”. Faletti ha ricevuto anche dal Presidente della Repubblica il Premio De Sica per la Letteratura e il “Premio letterario La Tore isola d’Elba” poi assegnato tra gli altri a Camilleri, Vitali, Volo e Cazzullo. Nel 2008, è stata pubblicata la sua prima raccolta di racconti “Pochi inutili nascondigli” che arriva tra i finalisti del Premio letterario Piero Chiara edizione 2009. A ottobre 2006 esce “Fuori da un evidente destino” ambientato in Arizona e in cui tra i protagonisti vi sono gli indiani Navajos. Già mesi prima dell’uscita Dino De Laurentiis ha acquistato i diritti per realizzarne un film. I libri di Faletti sono stati tradotti in 25 lingue. Nella primavera del 2009 esce il suo quarto romanzo, Io sono Dio (Baldini Castoldi Dalai editore, 2009).

GIORGIO FALETTI, LA MALATTIA Giorgio Faletti era malato da tempo. Scrittore, attore, cantante, paroliere, compositore, sceneggiatore, pittore e comico italiano. Era ricoverato all’Ospedale Molinette, aveva annullato tutti gli impegni perche’ non stava bene. Personaggio televisivo e scrittore, autore di best seller, era nato ad Asti il 25 novembre 1950. Il primo tweet della sua morte è partito da parte di Mario Calbresi.

E parte già il cordoglio su Twitter…

 

 

GIORGIO FALETTI MORTO: LE CANZONI – Si ricorda la partecipazione di Faletti a Fantastico nel 1990 al fianco di Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti e, successivamente, a Stasera mi butto… e tre! con Toto Cutugno. Nel 1991 suo secondo disco, Disperato ma non serio, che contiene tra le altre canzoni, Ulula, uno dei brani più trasmessi in radio nell’estate 1991. Sempre quell’anno scrive per Mina che canta una sua composizione, Traditore, e la include in Caterpillar. Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone Rumba di Tango, inserita poi nel suo terzo album Condannato a ridere. Nel 1994 nuovamente al Festival di Sanremo si classifica al 2º posto sfiorando per una manciata di voti la vittoria e si aggiudica anche il Premio della critica con la canzone Signor tenente ispirata alle stragi di Capàci e di via D’Amelio, inserita nel album Come un cartone animato prodotto da Danilo Amerio e premiato con un disco di platino.

qui la canzone: GIORGIO FALETTI MORTO– Recentemente il suo tour teatrale (“DA QUANDO A ORA IN SCENA” e “NUDO E CRUDO”) ha dovuto subire uno stop. Fu Giorgio Faletti stesso ad avvisare i fans dell’annullamento di alcune date:

“Cari amici, purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove. Un abbraccio di cuore. Giorgio”

Queste sono state le sue ultime parole prima di chiudersi alle Molinette di Torino, parole che, oggi, tornano a fare il giro del web, retwittate dai suoi tanti estimatori:

GIORGIO FALETTI MORTO – E su Twitter non si ferma l’ondata di messaggi pubblicati da coloro che vogliono ricordare Giorgio Faletti, in tutte le sue declinazioni artistiche: cantante, attore, romanziere:

 

 

GIORGIO FALETTI E VITO CATOZZO – In molti, oggi, ricordano Giorgio Faletti per il personaggio di Vito Catozzo, la guardia giurata pugliese protagonista di Drive In, storico programma degli anni Ottanta. Il suo «Porch’il mond’ che c’ho sott’i piedi!» divenne un vero tormentone, insieme alle descrizioni della moglie Derelitta, delle sei figlie e dell’unico figlio maschio, che rispondeva all’improbabile nome di  Oronzo Adriano Celentano Catozzo.

E quel «Porch’il mond’ che c’ho sott’i piedi!», oggi, diventa un saluto nostalgico e commosso:

 

 

 

GIORGIO FALETTI E SUOR DALISO – E tra i tanti personaggi interpretati da Faletti in Drive In c’era anche Suor Daliso, la monaca delle «Piccole Madri Addolorate del Beato Albergo del Viandante e del Pellegrino»:

 

 

GIORGIO FALETTI E IL TESTIMONE DI BAGNACAVALLO – Oltre a Vito Catozzo e a Suor Daliso, ai tempi di Drive In Faletti compariva anche con un altro improbabile personaggio, il Testimone di Bagnacavallo, una satira degli adepti del millennarismo:

GIORGIO FALETTI MORTO: L’ADDIO – Al cordoglio su Twitter si sono uniti anche tanti esponenti del mondo politico e parlamentare, che hanno ricordato Faletti con messaggi commossi, come l’onorevole Sergio Boccadutri, che scrive:

Addio a Giorgio Faletti. Attore, scrittore e cantante. Ma sopratutto uno che aveva ancora tante cose da dire.

giorgio faletti morto (2) giorgio faletti morto (1)

 

GIORGIO FALETTI: LA MUSICA, UNA «FELICE TOSSICODIPENDENZA» – Qualche tempo Faletti aveva rilasciato un’intervista telefonica per Telebari: parlando, Faletti si era detto intenzionato a “non scegliere” tra le tante forme artistiche che gli erano proprie, pur ammettendo di aver sempre definito la musica come una «felice tossicodipendenza»:

Il giorno che uno, per la prima volta nella sua vita, prende in mano una chitarra e fa un accordo o fa una nota su un pianoforte, se gli piace, da quel momento in poi non c’è più nulla da fare. Ma devo anche dire che quando scrivo un romanzo e lo vedo dipanarsi da un’idea piccola e raggomitolata su se stessa, anche quello è un momento fantastico.

GIORGIO FALETTI E QUELLO CHE AVREBBE VOLUTO COME EPITAFFIO – Lo scorso ottobre Faletti aveva concesso anche un’intervista per Repubblica, dove aveva parlato dei suoi progetti futuri: l’avventura teatrale come autore e, poi l’idea di mettere in cantiere un nuovo romanzo. Oggi quell’intervista torna a essere citata per via di una frase di Faletti, che aveva parlato del suo sentirsi ancora giovane, una condizione che avrebbe voluto vedere scritta anche sul suo epitaffio:

Ho passato i sessanta ma mi sento un ragazzino. Il mio epitaffio sarà: qui giace Giorgio Faletti, morto a diciassette anni. Ho tanta energia e voglia di mettermi in gioco. Non ho paura di rischiare.

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