Immunità parlamentare: gli emendamenti “ipocriti” di M5S e Forza Italia

«Il senatore Romani (Paolo, Senatore FI) non può dire che loro erano da sempre contrari. Ha firmato come primo firmatario l’emendamento. Ci vuole anche un po’ di dignità personale e credibilità per le istituzioni della politica». Queste le parole rilasciate a Giornalettismo da Francesco Russo, senatore Pd, che su Facebook ha postato gli emendamenti presentati da Movimento 5 stelle e Forza Italia che di fatto ripristinano l’immunità parlamentare.

In un lungo post su Facebook il parlamentare dem ha criticato non solo l’atteggiamento pentastellato ma anche il collega azzurro: «Una parolina la vorrei dire anche a Paolo Romani il quale oggi sui giornali ha dichiarato che l’immunità “a noi non interessa, non abbiamo mai sollevato il problema“. Eppure potete leggere da soli i firmatari degli emendamenti volti a ristabilire l’immunità: c’è anche il nome di Paolo Romani. Per me questo è un modo di fare politica, subdolo, falso, senza dignità, tutto orientato al protagonismo personale piuttosto che all’interesse comune».

Camera dei Deputati - Voto finale su dl Irpef

IL CASO DELL’ARTICOLO SEI – Di cosa si tratta? L’articolo in discussione mira a riformare il 68 della Costituzione:

“Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza”
“Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”

La parte che verrebbe modificata dal DDL 1429 all’art.6 recita:

immunità parlamnetare 5

IMMUNITÀ È IMPUNITÀ? – Cosa succede nelle fila delle forze “anti immunità”? Il Movimento 5 stelle (così come hanno fatto le altre forze politiche in Parlamento) ha presentato un emendamento soppressivo sull’articolo sei. Suona un po’ strano perché il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio qualche ora fa spiegò come la questione immunità «dovesse scomparire» dai palazzi della casta. Eppure, l’emendamento presentato così come è (anche dai 5 stelle) mira a ripristinare lo status quo dell’articolo 68. In pratica a ripristinare l’immunità parlamentare così come lo è sempre stata finora. «Abbiamo presentato tutti questi emendamenti – spiega Russo a Giornalettismo-. Un emendamento uguale è stato presentato da Pd, Movimento 5 stelle, Forza Italia, Ncd, transfughi 5 stelle, De Petris di Sel, c’è Malan per Scelta Civica, Mario Mauro per i Popolari…». Perché questo interesse?
«Perché veniva considerato normale da tutti, nel momento in cui il Senato recupera un ruolo importante anche in termine di funzioni, coloro che saranno chiamati a diventare senatori, a prescindere dalla modalità con cui verranno selezionati, devono avere le stesse garanzie dei deputati. Si tratta semplicemente di quell’equilibrato rapporto tra potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Senza scomodare Montesquieu si tratta di buona conoscenza politica».

 

«In questo caso – precisa il senatore dem – noi non stiamo difendendo l’immunità totale così come alcuni cittadini si immaginano. I parlamentari non sono liberi di fare qualunque cosa e di non rispondere, non prevede questo la norma. Non è una impunità l’immunità». L’autorizzazione a procedere, indicata dall’articolo 68 della Costituzione, tutela in un certo senso il potere legislativo dal cosiddetto fumus persecutionis («parvenza/sospetto di persecuzione»), un’espressione giuridica, che indica decisioni giuridiche non formulate in applicazione della legge o ricerca della verità, ma spinte dall’intenzione di nuocere a una precisa persona o ente, in questo caso l’eletto a Roma. «Si è visto negli ultimi anni come questa situazione non abbia impedito a molti politici di ricevere l’autorizzazione a procedere da parte della propria Camera. Non ultimo per esempio il caso Genovese», ha precisato Russo.

LA REPLICA DEI 5 STELLE – Il problema è però passare da soldati cattivi rispetto ai “paladini” della trasparenza. «Sono pagliacci  – precisa piccato Russo – non posso che invitare il collega Di Maio della Camera a leggere cosa firma il capogruppo a Palazzo Madama. Forse dovrei scusarlo magari non ha abbastanza tempo a disposizione». Il senatore non ci sta davanti alle critiche 5 stelle: «Hanno fatto un attacco vergognoso che onestamente non si capisce. Una ricerca di populismo a buon mercato che una politica un po’ meno fifona dovrebbe avere il coraggio di smascherare difendendo le buone ragioni quando ci sono». I 5 stelle dal canto loro hanno risposto a stretto giro sulla questione sollevata dal collega di Palazzo Madama.

Russo (Pd) come la Finocchiaro (Pd) giocano alle tre carte con gli emendamenti del M5s, addebitandoci posizioni inesistenti. Il Movimento 5 stelle vuole l’abolizione dell’immunità parlamentare in entrambi i rami del Parlamento. L’emendamento 6.5 a prima firma Fattori – spiegano i 5 stelle in una nota – sottoscritto anche da altri nove portavoce al Senato, fa parte di una serie di proposte in difesa del ruolo elettivo di Palazzo Madama. Non a caso gli emendamenti precedenti, il 6.134 ed il 6.172, aboliscono qualsiasi tipo di immunità per perquisizioni e intercettazioni

guarda gli altri emendamenti:

COME FONZIE – Anche messa così la situazione non si risolve poi così tanto. I 5 stelle hanno presentato diversi emendamenti in meno rispetto alla Lega Nord, collega “d’opposizione”. «Io capisco – precisa Russo – che siano in imbarazzo. L’emendamento è soppressivo e fa riemergere così come è l’immunità alla Camera».

 

Intanto in rete sulle bacheche Facebook dei senatori gli attivisti chiedono delucidazioni sull’emendamento in questione. Basterà solo il comunicato a calmare le acque? «Questa volta – ha concluso Russo – se provassero ad ammettere “ho sbagliato”… Perfino Fonzie ci riuscì quando eravamo giovani noi (video suggerito ndr). Hanno sbagliato, lo ammettano: capita a tutti sbagliare».

—EDIT —-

Luigi Di Maio, davanti alle critiche sollevate sui media, avvisa che sarà presentato un sub emendamento sulla questione:

“Al fine di chiarire definitivamente la questione, sottraendoci a tentativi di strumentalizzazione polemica, precisiamo che, oltre agli emendamenti Crimi ed altri che eliminano l’autorizzazione delle Camere per le perquisizioni e le intercettazioni a carico sia dei deputati che dei senatori, stiamo presentando un subemendamento che, sopprimendo i commi secondo e terzo dell’articolo 68, manifesti la volontà del Movimento Cinque Stelle di equiparare i parlamentari ai cittadini di fronte alla legge, facendo salve solo le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.

emendamenti immunità

(Copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

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