La lista Tsipras è già divisa. L’ennesimo fallimento dei radical chic

La sinistra radical chic è in crisi. Sugli attici di Roma centro ci si interroga senza sosta. Cosa farà Barbara Spinelli? Della questione, proprio oggi, ci occupiamo con un lungo articolo, in cui spieghiamo come la “leader” della lista Tsipras sia in dubbio se mantenere l’impegno di lasciare il posto a Bruxelles ad un altro candidato o se, invece, tradire la parola data e accettare lo scranno all’Europarlamento come le chiede Alexis Tsipras in persona.

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E, ovviamente, davanti a tale dilemma, la sinistra si spacca. Ancora non si scinde, ma certamente si divide. E’ incredibile. “Certa sinistra“, quella che è ormai è sempre più distante da quei cittadini che vorrebbe “difendere”, e che prende i voti soprattutto tra i ricchi e gli agiati delle terrazze romane, riesce a rovinare anche l’unico successo raggiunto negli ultimi 8 anni.

Infatti, dopo il disastro della “sinistra arcobaleno” nel 2008, e quello di Rivoluzione Civile di Ingroia, lo scorso anno, la Lista Tsipras era comunque riuscita a superare la soglia di sbarramento del 4%. Di poco, ma ci era riuscita.

Insomma, neanche il tempo di festeggiare che arriva la doccia gelata: Barbara Spinelli potrebbe scegliere di non mantener la parola data. Come un “politicante qualsiasi”. E, come dicevamo, la sinistra, “certa sinistra masochista”, si divide. E lo fa in maniera visibile, plastica. E anche un po’ comico.

Perché il mezzo scelto per dividersi è quello delle “mitiche” petizioni online. Sembra quasi una barzelletta, ma è cosi. Su Change.org esistono due petizioni, contrarie e contrapposte. La prima chiede a Barbara Spinelli di rispettare la parola data e rinunciare al seggio, la seconda, le chiede – invece – di accettare l’investitura degli elettori e di andare all’Europarlamento.

Una sinistra, ci viene da dire, che non cambia mai. Sempre pronta a dividersi e a farsi del male. Una sinistra talmente lontana da quell’elettorato che vorrebbe difendere che prende il 9,13% nel I Municipio di Roma, mentre raccoglie la miseria del 3.02% nel VI, quello, per intenderci di Borgata Finocchio o Tor Bella Monaca. Dove abitano quei cittadini che, invece di passare il loro tempo a discutere della sceneggiatura della grande bellezza, sui quegli stessi terrazzi che il film di Sorrentino sbeffeggia, è contenta perché, magari, i tanto vituperati 80 euro fanno capolino sui loro cedolini.

Ma vaglielo a spiegare a “certa sinistra”, troppo impegnata a dividersi tra spumante e champagne.

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