Tutti gli squilibri nei redditi degli italiani

Le statistiche pubblicate dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia su studi di settore, dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e dichiarazioni Iva restituiscono un’immagine abbastanza dettagliata dei redditi degli italiani, che riflette squilibri ormai storici tra i redditi dei dipendenti e dei lavoratori autonomi.

FISCO

LA FLESSIONE DEI REDDITI – Gli studi di settore nel 2012 hanno riguardato circa 3,7 milioni di soggetti, il 6,3% in più rispetto al 2011 ma, nonostante la crescita, il reddito dichiarato, pari a 100 miliardi, registra una diminuzione (-5,8% rispetto al 2011) «ascrivibile alla forte contrazione dell’economia”, spiega il Mef. Nell’ambito dei contribuenti cui si applicano gli studi, il reddito medio dichiarato «è risultato pari a 25.700 euro per le persone fisiche (-8,1% rispetto al 2011), 35.900 euro per le società di persone (-6,4%) e 23.600 euro per le società di capitali ed enti, che registrano un notevole calo rispetto all’anno precedente (-26,3%)». Stessa dinamica per le dichiarazioni IVA, nel 2012 sono stati circa 5,4 milioni (+6,1%), ma volume d’affari complessivo dichiarato (pari a 3.157 miliardi di euro) è sceso del 2,6%.

PER CHI LAVORANO GLI ITALIANI – «Il 55% dei lavoratori dipendenti presta servizio presso società per azioni, società a responsabilità limitata e società cooperative, seguiti da coloro che sono occupati  presso ditte individuali (10%), società di persone (8%), enti pubblici (7%), altre organizzazioni senza personalità giuridica (6%) ed enti e istituti di previdenza e assistenza sociale (4%)». Il loro reddito varia parecchio, secondo la diversa natura del datore di lavoro: «il reddito più basso, 10.450 euro, va a chi sta alle dipendenze di una persona fisica (1,6 milioni di dipendenti), che salgono a 13.500 euro nel caso di dipendenti di società di persone (1,5 milioni), a 23.108 euro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione (3,3 milioni), mentre il reddito medio più elevato, pari a 23.390 euro, si registra nel caso di dipendenti di società di capitali (10,6 milioni)».

LE CONFERME – «Il reddito medio più elevato, analogamente allo scorso anno, si è registrato nel settore delle attività professionali (43.400 euro) seguito dal settore delle attività manifatturiere (27.200 euro) e dal settore dei servizi (24.100 euro), mentre il reddito medio più basso si è rilevato nel commercio (17.200 euro). Il reddito delle società di capitali (175.590 euro) è maggiore di sette volte rispetto a quello dei loro dipendenti, il che, considerando che nel conto rientrano le SPA, rimane un dato basso.

QUELLI CHE DICHIARANO POCO – Sarti, calzolai, corniciai, ma anche estetiste, cartolai e profumieri, sono tra le categorie che hanno dichiarato nel 2012 meno di 10.000 euro. Sotto la soglia dell’incapienza (8.000 euro) figurano  commercianti di scarpe e abbigliamento e giocattolai, in coda dichiarano in media 100 euro di reddito
le discoteche, isultano in perdita per 4.700 euro centri benessere e stabilimenti
termali, come commercianti di imbarcazioni (-3 mila) e di moto (-1.200). Taxi, bar, pasticcerie e gioiellerie, così come oreficerie, parrucchieri, agenzie immobiliari e alberghi denunciano redditi mini: le dichiarazioni non arrivano a 20.000 euro l’anno. Sempre regina «l’attività degli studi notarili», con un reddito medio  di 233.000 euro, seguono le farmacie ( 90.200), studi medici (64.900), commercialisti (58.500), pompe funebri (55.500) e studi legali (49.600).

COMANDANO SPA E INDUSTRIA – «I datori di lavoro persone fisiche di industria, costruzioni e commercio dichiarano circa il doppio dei propri dipendenti, mentre quelli che operano nelle attività professionali dichiarano quasi cinque volte il reddito dei propri addetti. Il reddito medio dei datori di lavoro società di persone (42.390 euro) – infine – è invece circa il triplo rispetto al reddito dei propri dipendenti». Esaminando invece il settore di attività economica dei lavoratori, il Tesoro nota che il reddito medio più elevato si registra per coloro che operano nel settore dell’industria (25.066 euro), mentre i redditi medi più bassi si osservano nelle costruzioni (17.966 euro) e dell’agricoltura (8.389), settori caratterizzati dalla stagionalità.

 

 

 

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