L’incredibile viaggio dei grillini allo sbaraglio contro il Bilderberg

Come l’hanno scorso una pattuglia del Movimento 5 Stelle si è presentata al meeting Bilderberg e per inscenare un teatrino di pessimo gusto e di nessuna utilità.

 

bilderberg e tonti
Un esempio d’approccio alla questione del Bilderberg abbastanza tipico e diffuso

COS’È IL BILDERBERG  – Il Gruppo Bilderberg è attivo del 1954 e promuove un incontro annuale di tre giorni, molto riservato, tra alcune delle persone più influenti sulle due sponde dell’Atlantico e oltre. L’incontro è stato patrocinato da 4 famiglie attraverso i decenni, gli Agnelli, i Rotschild, i Rockefeller e la famiglia reale d’Olanda e ogni anno riunisce un centinaio di persone, convenute su invito e alle quali è imposto un voto di assoluta riservatezza su quanto si dice durante l’incontro.

IL MEETING MISTERIOSO – Un incontro del genere è fatto per attirare l’attenzione, ma la prima manifestazione contro il Bilderberg e la sua riservatezza risale appena a una decina d’anni fa. nel frattempo il mistero che lo circonda ha dato vita a una miriade di filoni complottisti, ben rappresentati da Salvo Mandarà, il «reporter indipendente» di chiara fede grillina al seguito dei deputati a 5 stelle: «Qui vengono pianificati i colpi di stato, è dimostrato. Nel 2011 hanno pianificato il colpo di stato in Grecia». E non basta: «Hanno pianificato l’assassinio di Kennedy». Ovviamente quando si arriva a chiedere conto del «è dimostrato» i risultati sono deludenti.

TROPPO SEGRETO – Il problema del Bilderberg è tutto nella sua segretezza e nel fatto che oltre a riunire il fior fiore dell’economia atlantica, mette insieme anche leader politici e controllori dei media. Una commistione simile a quella che s’osserva in incontri come quelli di Cernobbio, solo che la qualità di ospiti e relatori è molto più elevata e che nessuno ha mai saputo che si dica tra quelle mura. Una cosa però è lamentare questo genere d’inciucio oscuro, ché fondamentalmente si tratta di un incontro inteso a socializzare le esperienze dell’élite atlantica e a un «franco» scambio di opinioni senza il timore che certi discorsi possano essere strumentalizzati o auto-repressi in nome dell’opportunità. Questo almeno ufficialmente è lo spirito degli incontri, anche se poi l’opacità del tutto legittima i peggiori sospetti e tra questi quello che gli interessi delle élite ne escano rafforzati a discapito di quelli dei popoli. Ma il problema è soprattutto quello della mancata trasparenza di un incontro che mescola persone e ruoli, pubblici e privati, elettivi e non,  che dovrebbero interagire solo nelle sede appropriate e in maniera trasparente.

IL COMPLOTTISMO UCCIDE LA RAGIONE – Da qui a dire che al Bilderberg si decide qualcosa o si organizzano attentati il passo è lungo ed è da dimostrare, cosa che peraltro non è ancora accaduta nonostante alcuni diano per dimostrato che il gruppo è responsabile delle peggiori nefandezze. Imboccando questa strada però si perde completamente il senso della critica al Bilderberg reale e s’insegue un Bilderberg immaginato che, per quanto forse di maggiore appeal, non può essere sconfitto o contrastato. È sempre il big complotto che torna, la rappresentazione dei cattivi che dominano di nascosto il mondo dall’oscurità, contrapposti ai luminosi eroi stellati, in questo caso.

IL M5S IN SOCCORSO DEL BILDERBERG – Eroi che sembrano aver capito poco dell’intera faccenda, forse a causa dell’eccitazione per la missione, c’è Paolo Bernini (quello dei microchip), c’è Claudio Cominardi (Piazza Fontana ordinata dal Bilderberg) e c’è Sibilia (che è Sibilia), tutti e tre belli carichi che selfano da Copenhagen mentre Mandarà e altri attivisti lanciano in rete ogni genere di sproposito. Il gruppo Bilderberg e i suoi partecipanti non potevano sperare di meglio, le accuse ridicole sono un balsamo per chi deve rispondere ad accuse più serie.

Share this article