Tutti i crimini degli italiani in Canton Ticino

18/04/2014 di Maghdi Abo Abia

Italia e Canton Ticino. Un rapporto conflittuale quello tra il nostro Paese ed il cantone svizzero meta ogni giorno di migliaia di lavoratori nostrani che, identificati dalla definizione “frontaliere” fanno avanti ed indietro lungo il confine alla ricerca di una situazione lavorativa migliore rispetto a quella italiana. A volte capita che decidano di prendere la residenza. E come avviene in tutto il mondo, alcuni possono anche cadere nelle grinfie della legge e di essere bollati come criminali. 

Tutti i crimini degli italiani in Ticino

ITALIANI STAR DEL CRIMINE? – E qui si aprono i problemi. Perché in base a quelle che sono le rilevazioni annuali della polizia cantonale del Canton Ticino, gli italiani sono responsabili di molti reati e rappresentano il maggior numero di stranieri delinquenti nel cantone. E si scopre che gli italiani sono protagonisti delle principali classifiche di delinquenza nel territorio, in quanto risultano coinvolti in reati comuni, in delitti finanziari, in casi di spaccio e prostituzione. Ed a seguito delle analisi proposte dalla polizia cantonale, emerge poi che i problemi maggiori riguardano gli italiani residenti, segno di evidenti difficoltà nel campo dell’integrazione con gli svizzeri.

I NUMERI DELLA POLIZIA CANTONALE – Il rapporto curato dalla polizia cantonale elenca in modo dettagliato gli interventi svolti dagli agenti, la tipologia di reati riscontrati ed i mezzi messi in campo per contrastarli, suddividendoli per nazionalità. E gli italiani sono in testa alle classifiche per stranieri in tutte le categorie, tra residenti e non residenti. Secondo il calcolo percentuale, gli italiani sono protagonisti del 21,4 per cento delle infrazioni registrate in Cantone Ticino. Una percentuale altissima e per certi versi imbarazzante, se si considera che al terzo posto ci sono i rumeni al 3,3 per cento mentre al quarto, i tunisini, sono al 2,6 per cento. E le cose sono ancora meno edificanti se si considerano i dati legati ai procedimenti penali. Su 1.888 imputati, gli italiani sono 727. E di loro 450 sono residenti in Canton Ticino.

La dogana di Ponte Chiasso
La dogana di Ponte Chiasso

IL PRIMATO NEI REATI FINANZIARI – Partendo dai reati finanziari, si scopre che secondo la polizia ticinese, il 53 per cento degli indagati per reati finanziari è di nazionalità italiana. Gli agenti elvetici hanno compiuto 207 inchieste e più della metà di queste vedeva protagonisti i nostri connazionali. Il risultato è preoccupante e per certi versi imbarazzante, se si considera che al secondo posto in classifica ci sono gli svizzeri con il 31 per cento dei reati denunciati. Secondo le valutazioni della polizia svizzera, la colpa risiede nella caratteristica stessa dell’Italia, paese ritenuto ad alto tasso di criminalità economico-finanziaria.

I MECCANISMI SCOPERTI – E tra i reati contestati ai nostri connazionali compaiono truffa, appropriazione indebita e diffusione di documenti falsi. A seguire ci sono omissione di contabilità, bancarotta fraudolenta, reati generali contro le assicurazioni sociali fino ad arrivare alla frode fiscale. Il fenomeno negli ultimi anni a causa della crisi internazionale si è notevolmente accentuati. Secondo la polizia di quel Paese, esistono indagini nelle quali è stata riscontrata la presenza di broker legati al mondo finanziario italiano. L’obiettivo di questi soggetti è quello di consentire a trader e banche estere di guadagnare somme di denaro definite “enormi” facendo la cresta sui titoli non quotati in borsa.

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AL TOP NELLA PROSTITUZIONE – Queste operazioni dal rischio nullo, come ricorda Repubblica, consentono di generare milioni di franchi svizzeri spartiti tra i trader e la società broker in Ticino. Relativamente al settore fiduciario sono diverse le inchieste che vertono sull’appropriazione indebita da parte di società nei confronti di denaro di clienti, per lo più stranieri, che non amministrano i patrimoni secondo i contratti sottoscritti. Come detto in precedenza, gli italiani non si distinguono solo per quanto riguarda i reati finanziari. Anzi. Risultano protagonisti, o meglio, protagoniste, del mercato della prostituzione. A dimostrarlo i numeri del settore, che ricordiamo essere legale in Svizzera.

IN VETTA NEI REATI SESSUALI – Dei 656 nuovi arrivi nel Paese primeggiano le donne rumene, che rappresentano il 70 per cento delle nuove prostitute. Al secondo posto però ci sono le italiane, che rappresentano l’11 per cento del campione. Al terzo posto le spagnole, del 9 per cento. Questi numeri vanno però interpretati. La legalizzazione della prostituzione ha portato ad un crollo dei delitti a sfondo sessuale, calati del 60 per cento ed arrivati a quota 162. Lo sfruttamento della prostituzione come reato a sua volta è stato punito in 45 casi sui 290 dello scorso anno. E anche qui gli italiani risultano in testa visto che il 23,5 per cento delle denunce li vede coinvolti.

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IL MERETRICIO LEGALE PER COMBATTERE LA CRISI – Segno che sono sempre di più le italiane che superano il confine per praticare la professione. Il Giorno a questo proposito riferisce che è la crisi a spingere le giovani italiane ad andare oltreconfine per diventare prostitute. Merito della regolamentazione della materia. Le ragazze si rivolgono ai loro connazionali che a loro volta attraversano il confine alla ricerca di un momento d’intimità in una casa o in una struttura attrezzata, con il risultato che questi generano in svizzera un giro d’affari di centinaia di milioni di franchi l’anno. Parte di questi soldi finisce nelle tasche delle giovani, parte vanno a chi affitta loro gli appartamenti mentre il resto va allo Stato.

VIOLATI ANCHE I REATI SULL’IMMIGRAZIONE… – Ma secondo la polizia cantonale esiste anche un mercato parallelo che ha portato nel 2013 al sequestro di beni e denaro per 15 milioni di franchi. Una cifra minima se pensiamo che una donna dedita al meretricio legale al di là del confine rischia di portare a casa mille euro in una sera. Segno del valore di un’immigrazione che arricchisce tutti ma impoverisce l’Italia, soprattutto dal punto di vista dell’immagine. I nostri connazionali sono in testa anche nei reati contro l’immigrazione con 136 persone incluse nella lista dei 953 imputati complessivi. In questo caso però sono in maggior parte i visitatori ad aver violato le leggi svizzere in materia rispetto ai residenti (75 contro 61).

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 …E QUELLI SUGLI STUPEFACENTI – E gli italiani sono al top anche nella violazione delle leggi sugli stupefacenti. Su 1.500 sanzionati, gli italiani sono 362, di cui 209 residenti. E per dare un’idea della portata di questo numero, gli stranieri che nel 2013 hanno violato le leggi sugli stupefacenti sono 701. Uno su tre è italiano, quindi. E a proposito d’Italia, dal rapporto emerge anche come il nostro Paese sia base della criminalità organizzata o occasionale. Parliamo del cosiddetto pendolarismo del crimine. Bande di criminali italiani, albanesi, rumeni, attraversano il confine, colpiscono e tornano indietro. Nel 2013 sono state arrestate 21 persone protagoniste di 54 furti per un totale stimato di 400.000 franchi.

VADO, RUBO E TORNO – Queste venivano dai campi nomadi del nord Italia. Delle 204 auto rubate in Canton Ticino, i due terzi di queste sono state ritrovate all’estero. Tuttavia viene segnalato come la polizia cantonale operi in stretto contatto con la polizia italiana per l’individuazione e l’arresto di soggetti protagonisti di rapine in territorio elvetico, come nel caso del colpo sventato all’ufficio postale di Melano, organizzato da sei persone che nel 2012 portarono a segno un reato simile a Trento. Questi numeri per un certo senso imbarazzanti hanno portato i frontalieri a prendere le distanze. Pietro Roncoroni, sindaco di Laveno Ponte Tresa e presidente del Comitato dei Comuni Frontalieri, ha sottolineato la presenza nelle liste di molti residenti.

La sede del Canton Ticino  a Bellinzona
La sede del Canton Ticino a Bellinzona

UN PROBLEMA SOCIALE? – Come spiegato da Roncoroni a La Provincia di Varese, bisognerebbe chiedersi come mai ci sono tanti episodi criminali tra i residenti in Canton Ticino, evocando in questo senso questioni ambientali che coinvolgerebbero i nostri connazionali. Indipendentemente da questo, appare evidente che in Ticino, numeri alla mano, gli italiani possono essere identificati come criminali o comunque persone avvezze ad avere a che fare con la legge elvetica. Gli altri siamo noi, in questo caso, e sarebbe opportuno che almeno a livello regionale, se non nazionale, si possa analizzare il fenomeno per capire come arginarlo in futuro. Anche per una mera questione d’immagine.

UNA QUESTIONE DA RISOLVERE – Anche perché, sostanzialmente, resta un fatto. Il Ticino viene visto come terra di conquista per ogni tipo d’azione, non solamente legale. Altrimenti tali numeri non si spiegherebbero. Sarà la posizione geografica con quel cuneo che divide Lombardia e Piemonte, ma appare evidente che una soluzione dev’essere trovata nel più breve tempo possibile, anche per questioni d’interesse nazionale. Per un’Italia che si definisce europea, non si può accettare che ogni reato registrato in Canton Ticino vede gli italiani svettare tra gli stranieri ed anche tra gli svizzeri, qualora si stia parlando di delitti finanziari. Questo report rappresenta una fonte di riflessione e di autocritica per tutta l’Italia e certo non può bastare sapere che la polizia tricolore fa quello che può. (Photocredit Wikipedia / Vais.ch)

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