Lo sgombero alla Montagnola e la Roma «far west» di Ignazio Marino

«Questa roba? Non so dove la lascio. Forse in stazione. Non abbiamo un posto dove metterla», risponde così un ragazzo mentre mette via coperte e materassi. Ha appena lasciato la sua casa, in via Baldassarre Castiglione, nel quartiere Montagnola, a Roma. Non era proprio «casa sua», ma è come se lo fosse sempre stata, da sempre, da quando ci ha messo piede il 7 aprile scorso. Si conclude così l’ultimo sgombero di una palazzina occupata abusivamente nella Capitale: duecento famiglie di nuovo sulla strada, dopo aver creato il loro “tetto” negli ex uffici Inps, a due passi dalla Cristoforo Colombo.

sgombero Montagnola Ignazio Marino (15)

DIFFICILE FARE IL SINDACO – L’abbandono della Montagnola non è stato sereno. Ci sono state cariche della polizia e diverse tensioni tra agenti ed occupanti. Sono 19 i contusi (di cui dodici appartenenti alle forze dell’ordine). IL tutto avviene mentre il comune riceve l’ennesimo schiaffo con azioni “a sorpresa” da parte della questura. «Le fate vedere a Renzi queste immagini?», chiede una signora e smista ancora sacchi per la strada. «Guardate come stiamo, guardate», incalza, mentre con un pennarello sigla le buste con nomi e cognomi dei suoi vicini di piano. Nel mentre, in Campidoglio, Ignazio Marino sta vivendo il periodo più stressante da primo cittadino. «Fare il sindaco? E’ difficile, più difficile di quanto potessi immaginare….», sfoga lui a denti stretti davanti alla vicepresidente Fieg Azzurra Caltagirone. Ironia della sorte il cognome che porta lei ha un peso di mattone e cemento in città. Lo stesso cognome più volte urlato con toni negativi durante i cortei dei Movimenti per la casa. Le parole di Ignazio, captate dalla agenzia Dire durante un convegno in Comune, esprimono l’inquietudine del sindaco Pd: «E’ difficile, più difficile di quanto potessi immaginare…». In serata arrivano critiche anche dalla Regione Lazio. O meglio dal partito di Angelino Alfano, ora a capo del Viminale: «Roma è ormai terra di nessuno: quanto accaduto oggi alla Montagnola la dice lunga sul vuoto amministrativo che governa questa città», dichiara Giuseppe Cangemi, consigliere alla Pisana del Nuovo centrodestra.

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(Foto Stefania Carboni per Giornalettismo)

MUNICIPIO 8 OCCUPATO – Dove è la difficoltà di Marino? Si racchiude tutta nella sede del Municipio VIII, ora occupata dai nuclei familiari sgomberati. Mamme, papà, bambini e giovani hanno improvvisato un corteo e sono arrivati in pochi secondi negli uffici in via Benedetto Croce, occupandoli. Dentro la sala del Consiglio municipale capeggia lo striscione “Montagnola sgomberata municipio occupato”, mentre tra i corridoi si sosta in attesa di una soluzione. Coperte, buste e pentole sono tutte raccolte su un furgone che pian piano viene liberato dagli attivisti. Chi ora non ha più un tetto piazza la tenda nel piazzale antistante l’ingresso del municipio. «Resteremo qui a occupare la sede del Municipio VIII almeno finché non verrà confermato l’incontro previsto per la giornata di domani con il vicesindaco Luigi Nieri», ha annunciato il leader del Coordinamento cittadino lotta per la casa Luca Fagiano. Riuniti in assemblea si parla anche degli 8 attivisti rimasti feriti a seguito degli scontri con gli agenti nelle fasi di sgombero: «Sono usciti tutti dall’ospedale – aggiunge Fagiano – molto malconci, con traumi cranici e braccia rotte, il più grave ha preso un violento colpo alle ginocchia, mentre i contusi sono tantissimi».

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MANGANELLI E INCUBI D’AMIANTO – Il manganello facile è la nuova polemica che riempie le bocche della Capitale. Sono davanti a tutti i colpi e le azioni effettuate dalla polizia durante gli sgomberi di ieri. I video che li testimoniano girano in un vorticoso tam tam in rete. «Agli agenti è stato impedito l’accesso nell’edificio anche con fitto lancio di oggetti contundenti, tra i quali bastoni e segnali stradali», fa sapere la Questura». «E’ stato necessario – spiegano – quindi disperdere i manifestanti per proseguire nelle operazioni». Dall’altra parte della barricata però si fornisce una versione differente con anziani malmenati e cariche a freddo. E non sono solo i militanti dei Movimenti a dirlo. «Non sono accettabili le violenze nei confronti dei manifestanti», ha tuonato il vicesindaco Luigi Nieri. «L’ordine pubblico è stato gestito in modo indecente», ha incalzato il presidente dell’VIII Municipio di Roma Andrea Catarci (Sel). Da una parte le famiglie che sostano nella sede comunale in via Benedetto Croce, dall’altra ripetuti attacchi dei politici locali, in mezzo Ignazio Marino. «Quegli edifici – confessa un commerciante del quartere – non sono di proprietà comunale. Certo c’erano dentro i dipendenti Inps, ma l’Inps da lì se ne è scappata anni fa». Mentre passa la scopa nella sua attività confessa una verità che sarebbe tutta da accertare: «Lì dentro credo sia pieno d’amianto. Lei pensi volevano farci una sede dell’American Express ma poi non s’è fatto nulla. E ora sgomberano… Eh chissà che c’è dietro, chissà chi ci vuole metter mano». Chiude la saracinesca e via. Domani è un altro giorno a Montagnola. E l’alba di Ignazio si fa sempre più difficile.

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