L’Europa apre ai carburanti alternativi

IL VALORE DELL’ECONOMIA ALTERNATIVA – Ed allora i paesi che vorranno investire nei carburanti alternativi dovranno farlo sfruttando i programmi comunitari e la cooperazione tra pubblico e privato. Ma quest’ultimo punto sembra sia coperto dalle previsioni economiche relative alla graduale sostituzione del petrolio. Si stima che il passaggio dalle fonti combustibili fossili a quelle alternative può generare un’economia di 4,2 miliardi di euro all’anno entro il 2020 e da 9,3 miliardi entro il 2030. Ed in questa economia l’Italia farebbe la sua figura, visto che già oggi il settore tricolore dei carburanti alternativi coinvolge 20 mila addetti, mille stazioni e 5 mila officine specializzate, pronte a servire circa 800 mila veicoli a gas naturale di cui 3 mila pesanti. Segno che i numeri ci sono. Restano tuttavia i nodi del mercato e dei provvedimenti legislativi.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

VIA AI SELF-SERVICE PER METANO E GPL – In questo secondo caso l’Italia si sta muovendo insieme ai propri partner europei. Motorionline ci presenta una novità forse piccola ma che rappresenta una rivoluzione per tutti coloro che posseggono un’automobile a metano. Nei giorni scorsi il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ed il titolare del Viminale Angelino Alfano hanno firmato due decreti che aprono alla presenza nelle pompe di benzina di erogatori di metano e Gpl. Ciò significa che tutte le stazioni potranno avere pompe nuove dedicate ai carburanti alternativi. Non solo. I possessori di vetture a metano e Gpl potranno rifornirsi in modalità Self-Service 24 ore su 24 senza più l’obbligo della presenza di un operatore alla pompa.

I NODI DA SCOGLIERE – In questo modo si elimina uno dei vincoli più grandi alla diffusione di automobili a doppia alimentazione o mosse da carburanti alternativi. Ora si potrà fare benzina dovunque ed a qualsiasi orario. Ecoscienza ci spiega che nei primi nove mesi del 2013 sono stati immatricolati 10.899 veicoli ibridi ed elettrici, una cifra che porta ad un raddoppio l’andamento del mercato nel 2012 che ha visto le auto elettriche occupare una quota di mercato dello 0,04 per cento, pari a 500 veicoli. Inoltre i 458 punti di ricarica ripartiti in massima parte tra Milano, Firenze e Roma, dimostrano come la sfida dell’elettrico sia ancora tutta da raccogliere. Questo risultato è stato migliorato nel tempo, come riferito da Colonnine Elettriche che censisce 580 punti di ricarica in 72 province del Paese e concentrati in massima parte in nord Italia.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

1987 AUTO ELETTRICHE IN SEI ANNI – Ma certo non si può stare tranquilli, almeno nel nostro Paese. Nel 2013 sono state immatricolate, secondo e-Station, 845 auto elettriche. E se sommiamo i dati degli anni precedenti, a partire dal 2008, emerge che in sei anni l’Italia ha aperto le sue porte a 1987 auto elettriche. Si può tuttavia trovare del buono in questi dati, visto che nel 2009 le auto immatricolate furono 63. Merito anche degli sconti applicati dalle singole case che cercano in questa maniera di ovviare alla mancanza d’incentivi da parte degli Stati. Comunque c’è fiducia nel futuro, almeno a sentire Assoelettrica che ritiene come nel 2030 l’Italia avrà 10 milioni di auto elettriche, di cui il 50 per cento concentrate in città. Per un mercato stimato di 200 miliardi di euro ed un risparmio nella bolletta energetica di 1,8 miliardi, generato dal taglio alle importazioni di carburante.

LA CRESCITA DEL GAS NATURALE – Ma visti i dati di vendita nei primi sei anni, probabilmente le previsioni sono troppo ottimistiche. Per quanto riguarda il metano, invece, le cose sembrano andare meglio. Nel 2013 tra immatricolazioni e trasformazioni abbiamo avuto 93.534 auto alimentate a gas naturale, con una crescita del 16,3 per cento rispetto al 2012 quando tale numero arrivò a Merito sopratutto dell’aumento dei punti di distribuzione di gas naturale arrivati a oltre mille. La regione a contare il maggior numero d’impianti, come riportato da Autoblog, è l’Emilia Romagna con 176 pompe, seguita dalla Lombardia, 143, Veneto, 128, Toscana, 96.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

UN MERCATO NON OMOGENEO – In coda alla classifica ci sono invece Valle d’Aosta, 1, Molise, 3 e Friuli Venezia Giulia, 4, con le province di Trieste e Gorizia che non hanno neanche un distributore. Unica regione totalmente priva, la Sardegna. La vendita invece tira molto a sud, con Basilicata, Puglia e Campania rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto dietro il Piemonte nella crescita nelle vendite delle auto a metano. I numeri contrastanti dimostrano come il mercato italiano sia ancora immaturo e che forse con la direttiva europea approvata ieri a Strasburgo si possa incentivare davvero la distribuzione di carburanti alternativi. Ma c’è ancora moltissimo da fare, specie se consideriamo che il 2020 è distante solo cinque anni e mezzo.

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