Gianluca Busato: chi è l’uomo del referendum per il Veneto libero

Il referendum sull’indipendenza del Veneto ha attratto molta curiosità a livello internazionale. La figura chiave dietro questa consultazione è Gianluca Busato, un imprenditore con un passato da militante nella Lega Nord che ora sta per un nuovo partito, Veneto Sì, per proseguire la battaglia per riportare in vita la Repubblica conclusasi con l’invasione di Napoleone nel 1797.

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VENETO LIBERO – Il referendum sull’indipendenza del Veneto promosso da Plebiscito.eu ha destato una curiosità crescente all’estero. Prima è stato strumentalizzato sostanzialmente solo dalla TV russa di Putin, per giustificare l’annessione della Crimea e trovare un simile moto secessionista in un’altra area dell’Occidente ora schierato contro Mosca. Dopo la diffusione dei clamorosi dati di partecipazione, per quanto esistano seri dubbi sulla loro veridicità, molti media esteri li hanno ripresi, e nei paesi germanofoni – Germania, Austria e Svizzera – si è diffusa una forte curiosità sul nuovo movimento secessionista. Il Veneto è tradizionalmente legato all’Austria, non solo per ragioni geografiche, così come il Lago di Garda, che si trova per metà nella regione nei pressi di Verona, è considerato una delle mete turistiche preferite dai tedeschi, in particolare dai bavaresi. Il boom di attenzione creato attorno alla consultazione promossa da Plebiscito.eu ha generato una nuova spinta all’indipendentismo, tanto che il leader di questo movimento intende creare un nuovo partito, Veneto Sì.

GIANLUCA BUSATO E IL VENETO – Gianluca Busato è la figura chiave dietro Plebiscito.eu, la piattaforma trasversale ed apartitica che ha promosso la consultazione per l’indipendenza del Veneto. Busato è un piccolo imprenditore, attivo nel campo dell’IT, con una passione antica per la politica. A metà degli anni novanta era diventato consigliere comunale a Casier, provincia di Treviso, per la Lega Nord. La sua militanza nel partito di Umberto Bossi è però durato poco, con un’espulsione dal Carroccio a causa delle sue posizione di contrapposizione al vertice. Per Busato l’indipendenza per i leghisti era solo una copertura, e fuori dal movimento di Bossi, che all’epoca si batteva per la secessione della Padania, ha ripreso la sua battaglia per l’addio del Veneto all’Italia. I suoi tentativi sono stati però sfortunati finora, e le microformazioni create, l Partito Nasional Veneto, Veneto Stato e Indipendenza Veneta, non hanno portato i risultati sperati. Nel 2013 nasce il movimento apartitico e trasversale Plebiscito.eu, che promuove il referendum che trasforma Busato in un leader capace di richiamare l’attenzione dei media stranieri, quantomeno per il momento.

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GIANLUCA BUSATO E L’INDIPENDENZA – Gianluca Busato conduce la battaglia per l’indipendenza dal 2006, e come confessa ad Apa, l’agenzia nazionale austriaca la cui intervista è ripresa dal portale elvetico 20 Minuten, ora la sua battaglia è giunta al momento di svolta. Secondo l’imprenditore trevigiano il successo della consultazione e il diritto all’autodeterminazione dei popoli consentono al Veneto di staccarsi dall’Italia. Il modo in cui questo verrà realizzato è però ancora oscuro, e Busato non chiarisce esattamente come vuole proseguire la sua battaglia. Per 20 Minuten è ormai certa la fondazione di un nuovo partito, Veneto Sì, che correrà alle europee. A Libero il leader indipendista ha però detto che questa decisione verrà certificata dal congresso che si svolgerà a Padova in questo fine settimana. Busato reputa essenziale una rappresentanza del Veneto a Bruxelles, autonoma, anche se esclude una corsa alle prossime regionali, previste per la primavera del 2015, perchè allora ci sarà già la Repubblica veneta.

GIANLUCA BUSATO E IL MOSTRO DI ROMA – 20 Minuten rimarca come la lotta di Gianluca Busato e del suo movimento indipendentista sia finanziata da un gruppo di imprenditori, che auspica la secessione dall’Italia per pagare meno tasse. All’agenzia austriaca Apa Busato parla esplicitamente di uno Stato centrale che rapina il Veneto, una delle regioni più ricche d’Europa. Una battaglia che assomiglia molto alla Lega degli anni novanta, anche se il destino, così come il consenso e l’organizzazione, dei due movimenti sono parecchio diversi. Busato spiega ad Apa di voler offrire la sua piattaforma tecnologica per promuovere la secessione di altri parti del territorio italiano, dal Nord fino al Sud, così da disgregarlo. Questo è almeno l’auspicio del leader indipendentista, che spiega di guardare con grande attenzione e speranza ai simili sforzi secessionisti che occorono in Europa, come in Scozia o in Catalogna, certo con maggior dimostrazione di consenso, aggiungiamo noi. Il vero stato a cui guarda Busato è però l’Austria, paese con cui il Veneto libero potrebbe stringere un rapporto molto più stretto, sopratutto dal punto di vista economico, ora che si è liberato dal giogo italiano.

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