La bufala della donna ritrovata alle Hawaii grazie a Google Earth

Il racconto di Gemma Sheridan, una donna di Liverpool ritrovata alle Hawaii grazie a Google Earth sette anni  dopo la sua scomparsa, aveva nei giorni scorsi colpito numerosi utenti del web in Regno Unito. La storia, infatti, comparsa in un articolo pubblicato sul sito News-Hound.org aveva ottenuto parecchie condivisioni in rete, spesso accompagnate dall’hashtag #truestory. Ma, in realtà, si trattava solo di una bufala. A smascherare la notizia fasulla è stato il sito Waffles at Noon, il quale ha evidenziato nel racconto diventato virale palesi anomalie.

 

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LA STORIA – Nel dettaglio, la signora Sheridan aveva raccontato di aver intrapreso un viaggio alle Hawaii in compagnia di due amici e di essersi poi ritrovata insieme a loro su un’isola deserta, in seguito ad una tempesta che aveva danneggiato la loro barca. Dunque, stando al racconto della donna, i tre naufraghi avrebbero vissuto sull’isola per sette anni, fin quando un loro segnale di Sos, una scritta sul terreno, non sarebbe stata notato grazie a Google Earth, il noto software che raccoglie immagini satellitari di ogni angolo del pianeta.

 

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LA BUFALA – Il sito Waffles at Noon ha scoperto però che l’immagine di Google Earth diffusa in questi giorni, e nella quale si noterebbe il segnale della richiesta di aiuto, è stata tratta in realtà da un rapporto di Amensty International del 2010 sulla violenza in Kirghizistan e che nell’immagine originaria non tagliata compaiono alcuni edifici sullo sfondo. Ma non solo. Sarebbero stati plagiati anche i particolari raccontati dalla signora Sheridan circa la sua presunta permanenza per sette anni sull’isola. Il racconto della donna, infatti, non sarebbe altro che un estratto di un report dell’esploratore inglese Ed Strafford, il primo uomo a risalire a piedi il Rio delle Amazzoni.

(Fonte immagini: news-hound.org / wafflesatnoon.com)

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