«Vi spiego come finirà la crisi in Ucraina»

Con un editoriale pubblicato sul Washington Post, l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger è intervenuto sulla crisi in Ucraina, offrendo le sue “soluzioni” per evitare che la situazione degeneri, portando allo sgretolamento dell’unità del Paese e compromettendo i rapporti tra Stati Uniti e Russia.

Ucraina

HENRY KISSINGER E LA CRISI IN UCRAINAKissinger, segretario di Stato dal 1973 al 1977 , è ancora oggi ricordato per il ruolo avuto nel golpe di Pinochet in Cile contro il governo socialista di Salvador Allende («Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli», spiegò). Allo stesso tempo fu protagonista nel negoziato per porre fine alla guerra del Kippur tra Israele, Egitto e Siria e nelle trattative di pace per il Vietnam, tanto da aver ottenuto anche il premio nobel per la pace nel 1973 (un premio molto contestato, tanto che più tardi, non mancarono le richieste di revoca del riconoscimento, con Kissinger accusato di aver appoggiato i regimi militari sudamericani negli anni ’70 e ’80, ndr).  Di fronte alla situazione di stallo in Ucraina, dopo le rivolte, la deposizione dell’ex presidente Viktor Yanukovich e l’occupazione di militari e milizie russe in Crimea, sulle pagine del Washington Post Kissinger ha spiegato quali, a suo avviso, sarebbero le soluzioni da percorrere. «Sappiamo verso dove stiamo andando? Nella mia vita, ho visto quattro guerre iniziare con grande entusiasmo e sostegno pubblico. In tre di queste non sapevamo come uscirne. Il criterio è come si finisce, non come si comincia», ha affermato. Secondo Kissinger spesso si parla della questione ucraina, dibattendo se si unirà all’Occidente o resterà in orbita russa. «Ma l’Ucraina dovrebbe invece essere un ponte tra i due mondi», ha continuato. Secondo l’ex segretario di Stato, sia la Russia che gli Stati Uniti dovrebbe comprendere come, radicalizzando le proprie posizioni, rischiano di far tornare i loro rapporti ai tempi delle Guerra Fredda. Kissinger ha ricordato come quello tra Russia e  Ucraina fosse un rapporto che è durato nel corso della storia. «L’Ucraina ha fatto parte della Russia per secoli e le loro storie si sono intrecciate anche prima di allora. Alcune delle più importanti battaglie per la libertà russa, a partire dalla battaglia di Poltava nel 1709 , sono state combattute sul suolo ucraino. La flotta del Mar Nero è ancora ospitata a Sebastopoli, in Crimea», ha spiegato Kissinger. Secondo l’ex segretario di Stato la politica estera è l’arte di stabilire delle priorità: «L’Unione europea deve riconoscere che la sua lentezza burocratica e la volontà di stringere rapporti strategici  con la stessa Ucraina hanno contribuito a trasformare una trattativa in una crisi».

KISSINGER E IL FUTURO DELL’UCRAINA – Ha poi ricordato la storia del Paese da tre mesi al centro delle rivolte e la composizione eterogenea della sua popolazione: «La parte occidentale del Paese è entrata a far parte dell’Unione Sovietica nel 1939, quando Stalin e Hitler si divisero il bottino. In Crimea, il 60 per cento della popolazione è ancora russa: questa regione divenne parte dell’Ucraina soltanto nel 1954 , quando Nikita Krusciov, un ucraino di nascita, concesse l’area all’Ucraina durante le celebrazioni dei 300 anni dell’accordo tra russi e cosacchi e l’unione tra i due Paesi. Se l’Occidente è in gran parte cattolico, in oriente gran parte della popolazione è russa ortodossa. In occidente si parla ucraino, ad est prevalentemente russo». Per Kissinger «qualsiasi tentativo portato avanti da una parte per “dominare” l’altra porterebbe alla fine a una guerra civile o a una rottura». Per questo l’Ucraina deve essere un terreno di confronto tra mondo occidentale e Federazione russa. Per Kissinger sulla crisi sono stati responsabili anche i politici locali ucraini, che non hanno compreso l’arte del compromesso:  «Dopo aver ottenuto l’indipendenza, ventitre anni fa, i vertici ucraini si sono sforzati soltanto di imporre la propria volontà sulle minoranze del Paese. Questa è l’essenza del conflitto tra Viktor Yanukovich e il suo principale rivale politico, Yulia Tymoshenko. Essi rappresentano le due diverse anime dell’Ucraina e non sono stati disposti a condividere il potere». Per Kissinger una saggia politica statunitense verso l’Ucraina avrebbe dovuto cercare un modo affinché le due parti del paese potessero cooperare tra loro: «Dobbiamo cercare la riconciliazione, non il dominio di una fazione sull’altra», ha continuato.

PONTE TRA DUE MONDI – Invece che occuparsi di riconciliare le due differenti anime ucraine, sia la Russia che gli Stati Uniti hanno invece contribuito alla crisi. Ma per il futuro questa strada non è percorribile secondo il segretario di Stato: «La Russia non sarebbe in grado di imporre una soluzione militare senza venire isolata, in un momento in cui molti dei suoi confini sono già precaria». Allo stesso modo, per l’Occidente, invece, la demonizzazione di Vladimir Putin non sembra essere una politica utile secondo Kissinger. «Putin dovrebbe rendersi conto che, a prescindere dalle sue rimostranze, una politica aggressiva produrrebbe un’altra Guerra Fredda». Da parte sua, anche gli Stati Uniti dovrebbero cambiare atteggiamento con la Russia. Kissinger ha poi proposto quegli interventi che considera necessari per risolvere la crisi in Ucraina, secondo lui accettabili da entrambe le parti (Occidente e Federazione russa). «L’Ucraina dovrebbe avere il diritto di scegliere liberamente i suoi legami di carattere economico e politico. Ma non dovrebbe far parte della Nato», ha spiegato. Ma non solo: «L’Ucraina dovrebbe essere libera di creare qualsiasi governo compatibile con la volontà espressa della sua gente. I leader ucraini dovrebbero in modo saggio scegliere la strada della riconciliazione tra le varie parti del loro paese. Si dovrebbe seguire il modello della Finlandia: questa nazione mantiene in modo fiero la sua autonomia e indipendenza, collabora con l’Occidente nella maggior parte dei settori, ma evita accuratamente ostilità istituzionali verso la Russia», ha aggiunto. Infine per Kissinger sulla questione della Crimea sarebbe «incompatibile con le regole dell’ordine mondiale esistente l’annessione della regione da parte della Russia». Eppure, per l’ex segretario di Stato dovrebbe essere possibile rimettere in discussione i rapporti tra la Crimea e l’Ucraina, rafforzando l’autonomia della regione un tempo russa. Kissinger ha concluso spiegando come non tutte le soluzioni offerte potrebbero essere accettare da Occidente e Russia. Eppure è convinto che, qualora non si deciderà di percorrere questa strada, «la deriva inevitabile sarebbe un’accelerazione dello scontro», in tempi rapidi.

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